00 06/12/2006 23:09
LA REPUBBLICA
6 dicembre 2006
"La prova sono i due passaggi di denaro descritti dalla Ariosto"
Sme, depositate le motivazioni
"La corruzione è avvenuta a Roma"
E alla Camera Previti annuncia ricorso: "Datemi più tempo"


ROMA - Il processo Sme non poteva essere celebrato a Milano perché i pagamenti corruttivi sono avvenuti a Roma [1]. La VI sezione penale della Cassazione ha depositato le motivazioni, in 31 pagine, della sentenza con la quale lo scorso 30 novembre ha annullato senza rinvio le sentenze di condanna per gli imputati del processo Sme (Cesare Previti, Renato Squillante e Attilio Pacifico) e ha disposto il trasferimento del fascicolo, per competenza territoriale, alla Procura di Perugia.

Questa rapidità (di solito le sentenze vengono depositate dopo 30 giorni dalla camera di consiglio) potrebbe servire per accelerare l'iter della ripresa processuale per Sme. La prescrizione del procedimento, infatti, è prevista per il prossimo 30 aprile.

Secondo la Cassazione ci sarebbero state "due dazioni localizzate in modo univoco e preciso" nella casa di Previti a Roma e presso il circolo Canottieri Lazio, constatate dal teste Stefania Ariosto e relative "non a contatti illocalizzabili, anticipatori di un successivo deposito in banca", ma "a consegna diretta dal corruttore al corrotto".

I due episodi "costituivano la più rilevante e comprovata concretizzazione - osservano gli 'ermellini' - delle 'erogazioni in denaro contante', contestate nel capo di imputazione" per cui Pacifico, Previti e Squillante erano stati condannati in appello per corruzione a pene comprese tra i 7 e i 4 anni di reclusione, e di esse, quindi, "doveva necessariamente tenersi conto ai fini della determinazione della competenza territoriale".

Nel frattempo Previti ha chiesto più tempo al
comitato per le incompatibilità della giunta delle elezioni della Camera: almeno un mese. Così potrà presentare un ricorso in Cassazione per chiedere la "correzione" della sentenza Imi-Sir (condanna definitiva e interdizione dalle cariche pubbliche, quindi anche da parlamentare) alla luce di quella sulla vicenda Sme.

Il Comitato, che si occupa di preparare il lavoro istruttorio, si riunirà di nuovo giovedì prossimo e dovrà dibattere sulla questione basandosi anche su una ricca documentazione fornita da Previti. A quel punto, farà la sua proposta alla Giunta.




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06/12/2006
Solidarieta' alla magistratura milanese
VOGLIAMO DIVENTARE UN PAESE NORMALE
di Redazione Libera
(ufficiostampa@libera.it)


VOGLIAMO DIVENTARE UN PAESE NORMALE

1. La cronaca e la storia di questo paese, negli ultimi dieci anni, sono state scandite dalle vicende dei processi a carico di persone accusate di avere corrotto alti giudici romani per ottenere illeciti favori in vicende giudiziarie di grande importanza, sia dal punto di vista economico che degli assetti di potere in delicati settori della vita economica del paese.
2. In un paese normale ci sarebbe stata l' esigenza di avere una giusta e rapida decisione su accuse tanto gravi a carico di persone che nel frattempo avevano assunto alte responsabilità istituzionali, fino a ricoprire, la carica di primo ministro durante lo svolgimento del processo nei suoi confronti.
3. Nel nostro paese, durante la celebrazione di questi processi, sono state emanate leggi, proposte e votate anche dagli avvocati degli imputati, che hanno avuto l'effetto di ostacolare un rapido e garantito accertamento della fondatezza delle accuse.
4. Alcune di questi processi si sono comunque conclusi, come quello relativo alla vicenda "IMI Sir", con il definitivo accertamento della colpevolezza di Cesare Previti e di magistrati romani.
5. Altri processi si sono conclusi con sentenze che dichiaravano l'estinzione dei reati dopo averne accertato la effettiva sussistenza.
6. In un paese normale le persone coinvolte in queste vicende sarebbero state emarginate dalla vita pubblica.
7. Nel nostro paese ad essere attaccati in modo inaccettabile sono stati invece i magistrati che hanno istruito questi processi e giudicato gli imputati.
8. In un paese normale i pubblici ministeri Ilda Boccassini e Gherardo Colombo sarebbero considerati dei magistrati esemplari ai quali la Repubblica deve rispetto e gratitudine.
9. Nel nostro paese Ilda Boccassini e Gherardo Colombo hanno subito una vergognosa azione disciplinare per la grottesca accusa di avere intenzionalmente nascosto le cosiddette "prove della innocenza" degli imputati.
10. Recentemente la corte di cassazione ha annullato le sentenze di condanna che, sia in primo che in secondo grado, avevano accertato la colpevolezza di Cesare Previti e di altri imputati del processo "SME".
11. Tutti i gradi del giudizio di merito erano stati esauriti a prezzo di enormi difficoltà, dato che era evidente l'intenzione di alcuni imputati di sottrarsi al giudizio, cercando di frapporre ogni genere di ostacoli alla celebrazione del processo.
12. Non conosciamo le ragioni della decisione della cassazione. Leggeremo le motivazioni della sentenza. Fin d'ora però sappiamo che non era una decisione scontata: altri giudici, e la stessa corte di cassazione, avevano riconosciuto la competenza dei giudici di Milano.
13. Conosciamo, invece, gli effetti di questa sentenza: i reati si prescriveranno nel giro di qualche mese. Sarà impossibile avere un definitivo accertamento della verità.
14. In un paese normale sarebbe questo il problema.
15. Nel nostro paese questa decisione è motivo di nuovi attacchi ai pubblici ministeri , ai numerosi giudici che si sono occupati del caso e dunque a tutta la Procura di Milano.
VOGLIAMO DIVENTARE UN PAESE NORMALE
Esprimiamo solidarietà a tutta la magistratura di Milano che in questi anni ha fatto il proprio dovere con serenità e fermezza.



[Modificato da INES TABUSSO 10/12/2006 11.27]

INES TABUSSO