00 04/06/2006 22:06

CORRIERE DELLA SERA
4 giugno 2006
DIALOGO SU «MICROMEGA»
Travaglio: «Processo al sistema». Ferrara: «Ma l’inchiesta è illegale»

Le analogie con Mani Pulite: evidenti per entrambi. La pubblicazione delle intercettazioni: d’accordo, un eccesso. I giudici chiamati a supplire al fallimento dei «poteri intermedi di controllo», come Coni e Federcalcio: una realtà per tutti e due. Ecco, i punti di contatto finiscono qui. Marco Travaglio e Giuliano Ferrara dialogano attorno allo scandalo del pallone sul prossimo numero di MicroMega . Con due tesi speculari: per il primo siamo di fronte a un inevitabile «processo al sistema» perché non esiste un reato singolo, senza «una rete di protezioni», mentre per il secondo è in atto un vero e proprio «assalto al sistema», una «lotta di potere» che puzza di strumentalizzazione. Oggi come ieri. Da Milano a Torino, da Craxi a Moggi, dalle Mani ai Piedi puliti, cambia poco: le posizioni sono quasi quelle dell’epoca.

COSÌ FAN TUTTI - Punto di partenza, il «così fan tutti» confessato dal capitano della nazionale Cannavaro. «C’è ormai l’idea che se tutti commettono lo stesso reato, allora è meno grave», dice Travaglio. Ma «il così fan tutti può anche sottolineare l’importanza di una giustizia uguale per tutti; è un modo per protestare contro una giustizia che, a distanza di 14 anni, si riproduce come un cancro», replica Ferrara, che poi aggiunge: «Quest’inchiesta è completamente illegale», «responsabile com’è dello spargimento senza pietà di intercettazioni», «selezionate» a piacere. Anche Travaglio concorda sul fatto che pubblicare tutto sia stato un errore.


PROCESSO AL SISTEMA? - Ma, oggi come allora, secondo Ferrara non si processano tanto reati puntuali, quanto un sistema. Il reato contestato è «associazione per delinquere», e «bisogna vedere se dall’associazione per delinquere alcuni non vengano lasciati fuori (...)». Replica: «È inevitabile che la giustizia sia selettiva. Uguale per tutti non vuol dire che tutti quelli che hanno commesso un reato vengono presi. Vuol dire che quelli che vengono presi vengono trattati in maniera uguale». Ma questo non significa che non ci siano i «fatti»: «Hanno intercettato Pairetto, che aveva rapporti esclusivi con Moggi (...) Nessun altro dirigente o aveva gli stessi rapporti con Pairetto. E questo è un fatto».


IL RUOLO DEI MAGISTRATI - Molto diverse le valutazioni del ruolo dei giudici. Se per Travaglio, la «volontà pervicace di qualche magistrato di salvare qualcuno e di punire qualcun altro bisognerà prima o poi dimostrarla», per Ferrara questo è un fatto che si è già verificato con Mani Pulite ed è pronto a risuccedere dato che Borrelli e «l’ex senatore della sinistra indipendente Rossi» fanno sorgere «qualche sospetto sulla loro imparzialità». E poi, la Gea: per Ferrara è un «caso clamoroso di cattivo gusto», mentre per Travaglio la società «dei figli di» è «una cupoletta che impone alcuni allenatori e ne fa fuori altri».
Arianna Ravelli




*****************************************************************




Intercettazioni con i politici Verranno tutte distrutte tranne quelle Moggi-Pisanu
NAPOLI - La decisione è stata presa e dovrà essere formalizzata nei prossimi giorni: saranno distrutti i nastri che contengono le intercettazioni tra Luciano Moggi e i politici. I magistrati napoletani sono intenzionati a utilizzarne soltanto quattro: sono quelle tra l’ex dirigente juventino e l’ex ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Nulla di penalmente rilevante è stato riscontrato in quei colloqui, ma i pubblici ministeri ritengono che siano utili a dimostrare il potere di Moggi e la sua capacità di intervento. E dunque chiederanno al Parlamento di poterle allegare agli atti che verranno depositati al termine dell’istruttoria. Oltre ai contatti con il titolare del Viminale e con il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco, nelle migliaia di intercettazioni depositate ci sono telefonate tra il direttore generale della Juventus e numerosi parlamentari. Alcune riguardano l’iniziativa bipartisan di deputati del «Juventus club» di Montecitorio che nel marzo 2005 presentarono un’interrogazione al ministro della Giustizia Roberto Castelli per chiedere «iniziative nei riguardi del pubblico ministero Raffaele Guariniello e del perito d’Ufficio D’Onofrio, protagonisti del processo contro il medico della Juve Riccardo Agricola». Altre due, anche queste destinate al macero, registrano la conversazione con il portavoce di Clemente Mastella sul presidente dell’Ancona Ermanno Pieroni.
La decisione di distruggere centinaia e centinaia di telefonate potrebbe comunque non essere sufficiente a bloccare l’iniziativa di chi si è sentito danneggiato dal fatto che il proprio nome e soprattutto le proprie conversazioni, non penalmente rilevanti, siano stati inseriti nelle informative trasmesse dai carabinieri alla Procura di Napoli e poi pubblicate. Sono numerose le persone citate che stanno valutando la possibilità di una citazione civile per chiedere il risarcimento dei danni.
L’inchiesta appare ormai entrata nella fase finale, anche se continuano gli accertamenti per individuare almeno il numero e, dunque, i tabulati di un’utenza riservata che Moggi avrebbe utilizzato proprio nel periodo in cui era sotto controllo. Nelle conversazioni intercettate il direttore generale della Juventus fa riferimento ad altri colloqui, che però non risultano nei brogliacci e questo ha convinto gli inquirenti che si servisse di un telefono sfuggito agli accertamenti.
Fulvio Bufi


INES TABUSSO