00 17/01/2006 00:36
LA STAMPA
14 gennaio 2006
I furbetti del salottino


Avere il cuore a sinistra e il portafogli ringhiosamente a destra è una di quelle anomalie della personalità che risultano assai diffuse in Italia, specie a Milano. Un esempio di scuola è il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, ospite assiduo dei cenacoli progressisti frequentati da editori, architetti e giornalisti di moda e alla moda, tutti molto democratici. Che una famiglia dove il marito fa il petroliere e la moglie l’ecologista non rappresentasse il vertice della coerenza era palese un po’ a tutti, tranne forse che ai loro amici col salame sugli occhi e la puzza sotto il naso.

Ma stavolta Moratti ha toccato davvero il colmo. Intervistato dal «Corriere della Sera» sulla spartizione dei diritti televisivi del calcio, l’amico di Gino Strada si è comprensibilmente schierato dalla parte dei propri affari. Che nella fattispecie, però, coincidono con quelli del vituperato Berlusconi. Moratti ha sciolto inni al babau Galliani. Ha persino ricordato come anche al cinema gli attori non vengano pagati tutti allo stesso modo, che è la tesi di chi considera il calcio uno spettacolo anziché uno sport. Un argomento da biechi reazionari, sosterrebbero i suoi amici, i furbetti del salottino.

Di Moratti dicevano che era un perdente di buon cuore, ma ora si è capito che il buon cuore non c’entrava niente. Fra i tanti motivi per cui sarebbe auspicabile la fine dell’era di Silvio Imperator, va compreso il prevedibile squagliamento di questo grottesco Cln antiberlusconiano, che in nome di una comune idiosincrasia tiene insieme in maniera posticcia personaggi dalle idee diverse. In molti casi diverse anche dai loro interessi.
INES TABUSSO