00 05/10/2005 19:06

OVVERO COME SFRUTTARE LA MORTE (DEGLI ALTRI):

Franco Scoglio, che oramai era più noto come polemista del calcio in tv che come allenatore se ne è andato, per un infarto acuto al miocardio nel bel mezzo di una polemica sul suo Genoa, in diretta su Primocanale, emittente privata genovese.
Primocanale ha interrotto subito la trasmissione. Il Tg3 e «Matrix» di Mentana su Canale 5 hanno mandato in onda le immagini nella tarda serata. E ieri si sono scatenate le polemiche, sull’utilizzo di quelle immagini, di cui peraltro è stata bloccata la riproposizione dal Garante per la privacy.
Fede non ha biasimato la scelta di «Matrix»: «Scompariva un personaggio pubblico e Mentana ha giudicato che il filmato non era invasivo». Contava il contesto, quindi? «Sì - spiega il massmediologo Klaus Davi - perché è stata una tragica fatalità dall’incredibile valore simbolico dato che ha colpito colui che è stato forse il primo "allenatore-comunicatore". La sua morte in diretta è una specie di singolare tragedia greca in forma postmoderna. E ci sconvolge perché è accaduta sotto i nostri occhi e non è, purtroppo, soltanto un reality show».
(dal CORSERA)


IL GIORNO/IL RESTO DEL CARLINO/LA NAZIONE
5 ottobre 2005
Intervista a ENRICO MENTANA
MENTANA SI DISCOLPA: "NESSUN ERRORE, ERA UNA SITUAZIONE PARTICOLARE"
di PIERO DEGLI ANTONI

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IL TEMPO
5 ottobre 2005
IL GARANTE DELLA PRIVACY
«Filmato che stimola interessi morbosi»
di MAURIZIO GALLO È UN EQUILIBRIO difficile, una linea sottile, un confine che spesso la «ragion di tiratura» e la ricerca dello scoop spingono a oltrepassare. Ma tra i compiti del giornalista c’è anche quello di rispettare la dignità dei «protagonisti» della cronaca, di non aggiungere dolore al dolore, di non «sbattere in prima pagina» le sofferenze del prossimo se questo non è strettamente necessario ai fini di un’informazione corretta e completa. «In questo caso le immagini non aggiungevano nulla alla notizia - spiega il presidente dell’Autorità Garante della Privacy Francesco Pizzetti, docente di Diritto Costituzionale all’università di Torino - Al massimo potevano stimolare l’interesse morboso dello spettatore». Come ci si può muovere senza sbagliare fra il diritto di cronaca e quello alla riservatezza? «Non è facile. Ma nella situazione specifica, sarebbe stato meglio non mandare in onda il filmato». Quali sono i danni provocati da immagini come quelle trasmesse durante Matrix e chi sono i danneggiati? «Sono i familiari, gli amici e la stessa vittima. Il danno è nell’immagine e negli affetti. Anche il diritto di cronaca, che è e resta il caposaldo di ogni democrazia, in casi come questo deve arrestarsi. Il principio fondamentale in tutte le convenzioni internazionali è il rispetto della dignità della persona e non va mai sottovalutato o violato». Che cosa accadrà adesso? «Abbiamo deciso di chiedere a Mediaset una serie di informazioni. Aspettiamo che ci diano delucidazioni sulle sequenze trasmesse e anche sul ragionamento che sta dietro la decisione di mandarle in onda». Siete incappati recentemente in altre situazioni eclatanti? «L’attento monitoraggio effettuato dal relatore Mauro Paissan ha messo in rilievo alcune violazioni, come quella di trasmettere filmati di processi di persone poi assolte e che nel corso del programma erano state riprese in un momento di difficoltà. Oppure la diffusione di dettagli clinici di malati che non arricchivano l’informazione». Che cosa può fare l’Autorità? «Quello che possiamo fare è richiamare l’attenzione del giornalista e dell’editore sui principi che devono regolare la loro attività».

INES TABUSSO