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"CLIMA DA INQUISIZIONE", PAROLA DI FLORIS.
"Il clima da inquisizione c?era. Il processo c?è stato, ma sono stato assolto"
E IN CHE COSA CONSISTEVA IL "CLIMA DA INQUISIZIONE"?
MA NATURALMENTE NEL FATTO CHE, INCREDIBILMENTE, E AL DI FUORI DI OGNI COLLAUDATA
TRADIZIONE CHE SI RISPETTI, "Gli organizzatori erano determinati a dire la
loro".
E CHE SI CREDEVANO, CHE RAZZA DI NOVITA' E QUESTA? NON S'ERA MAI VISTA UNA
SIMILE PRETESA, MA QUANDO MAI? DI SOLITO GLI ORGANIZZATORI DI UN DIBATTITO
NON DICONO LA LORO, MA QUELLA DEGLI ALTRI, DI QUELLI CHE LI HANNO MESSI NEL
POSTO IN CUI SONO. LE LORO IDEE SE LE TENGANO PER RACCONTARLE AL MARITO O
ALLA MOGLIE, NEL TINELLO DI CASA!



CORRIERE DELLA SERA
3 ottobre 2005
«Clima da inquisizione. Ma mi hanno assolto»
Il conduttore di Ballarò: ho voluto dimostrare che non sono l?anti-Santoro

«Non so se era santa, però il clima da inquisizione c?era. Il processo c?è
stato, ma sono stato assolto. Sono contento di essere andato, perché è giusto
confrontarsi, anche con chi non la pensa come te. Però è stata dura, devo
ammetterlo». Il giorno dopo, Giovanni Floris prova a godersi quella sensazione
di beatitudine così simile a quando si supera un?esame all?università, e
si sa che prima di ricominciare a studiare ci vorranno giorni. In televisione
c?è la partita della Roma, e il conduttore di Ballarò sta per incollarsi
allo schermo. In testa, però, ha ancora i toni e i discorsi del dibattito
organizzato da MicroMega , al quale ha preso parte sabato mattina, nell?aula
magna dell?Università Roma Tre. Ha accettato nonostante in molti glielo avessero
sconsigliato, temendo una «trappola». Nonostante le critiche nei suoi confronti.
E nonostante Petruccioli avesse declinato l?invito con una lettera pubblica
dai toni polemici. Nonostante tutto questo, Floris si è buttato ugualmente
nella fossa dei leoni. E ne è uscito, a sorpresa, vivo. La sua giornata da
«gladiatore» è cominciata intorno alle 11, quando al convegno è arrivato
in compagnia di alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Sul palco c?era
ancora Sabina Guzzanti, che assieme a Marco Travaglio presentava spezzoni
del suo nuovo film, «Viva Zapatero!». «Poi - racconta Floris -, è toccato
a noi. E abbiamo appreso che Petruccioli e Mentana non c?erano. Così ci siamo
ritrovati io, Lilli Gruber, Marco Travaglio e Norma Rangeri. Oltre a Paolo
Flores D?Arcais, che coordinava». Qui, la prima scoperta: «Che a fare le
domande a me e a Lilli sarebbero stati solo Rangeri e Travaglio. Cosa che
io ho subito fatto notare scherzosamente». E così, per tutto il dibattito,
Floris si è battuto con un solo obiettivo: «Dimostrare che non sono l?anti-Santoro.
Perché non esiste un solo modo di fare giornalismo: c?è quello di Michele,
ma c?è anche il mio. A Travaglio piace solo quello di Santoro? Liberissimo.
Ma ognuno fa il format che vuole. Noi di Ballarò abbiamo uno stile ben preciso:
mettere a confronto diverse versioni intorno a un problema reale. Forse per
questo siamo una trasmissione di successo».
E sabato mattina Floris si è mosso proprio come nella sua arena televisiva,
riuscendo a non perdere mai il sorriso da liceale. Anche quando Travaglio
lo ha criticato per l?arrivo a sorpresa, in trasmissione, di Berlusconi.
Il conduttore ha ascoltato sorridendo e strizzando gli occhi dietro le lenti
da Harry Potter. Poi ha scandito una battuta in romanesco: «Avere di nuovo
Berlusconi a sorpresa in trasmissione? Ma magari». Risate e applausi. Un
signore del pubblico ha gridato di smetterla con le critiche a Floris. Ed
è stato a quel punto che Floris ha cominciato ad avere la sensazione che
forse aveva fatto bene a salire su quel palco.
D?altronde, sulla bontà della sua scelta il conduttore non ha dubbi: «È stata
un?occasione per far conoscere Ballarò anche a chi non lo aveva mai visto.
Certo non sono andato per giustificarmi. E certo le critiche ricevute da
Travaglio sono state sgradevoli e infondate. Ma per principio accetto sempre
la discussione, con tutti». Distingue, poi, Floris, tra il clima della platea
e quello del pubblico. «Le persone erano interessate davvero, attente, e
non schierate. Si sono divise in maniera equilibrata, e non ho mai avuto
la sensazione di un pubblico allineato contro di me». Diverse, invece, le
sue impressioni sul palco: «Le intenzioni corrispondevano ai titoli dei dibattiti,
un po? aggressivi e inquisitori. Gli organizzatori erano determinati a dire
la loro, definendo cosa è universalmente giusto e cosa è sbagliato». Alla
fine, però, Floris si dice soddisfatto di quest?esperienza nella «fossa»:
«Ho scoperto che un sacco di gente ama la nostra trasmissione. Stiamo lavorando
bene». Altro, però, è chiedergli se lo rifarebbe: «Beh, insomma, per l?amor
di Dio, non subito. Magari datemi qualche giorno per riprendermi».

Angela Frenda




IL CASO / L?incontro organizzato da MicroMega. Mentana vede Travaglio e dà
forfait
Scintille e abbandoni La sinistra litiga sulla tv
Accuse a Floris. Petruccioli non va, Flores lo attacca
Le premesse perché fosse un dibattito «animato» c?erano tutte. E così è stato.
Sabato mattina, per otto ore, l?Aula magna dell?università Roma Tre ha ospitato
la giornata organizzata dalla rivista MicroMega su «Libera stampa in libero
Stato». Il mondo comunemente definito dei girotondi si è interrogato sull?equilibrio,
soprattutto a sinistra, dei mezzi di informazione. C?erano, tra gli altri,
Sabina Guzzanti, Lidia Ravera, Marco Travaglio, Norma Rangeri, Paolo Flores
D?Arcais. Ma anche Carlo Freccero, Sandro Curzi, Nino Rizzo Nervo, Antonio
Padellaro, Gabriele Polo, Lilli Gruber, Antonio Scurati, Giovanni Floris.
E sul palco va in scena un vero e proprio «processo» al sistema informativo.


L?INQUISIZIONE - Tra i primi ad arrivare nell?Aula magna è Sandro Curzi.
Con lui, c?è anche Nino Rizzo Nervo. Entrambi ascoltano le critiche che prima
il direttore di MicroMega , Paolo Flores D?Arcais, e poi Marco Travaglio
e Norma Rangeri rivolgono a questo Cda Rai. Ma Curzi non ci sta. Si difende.
E poi racconta: «Ho tenuto botta. C?era un clima da linciaggio, soprattutto
verso Petruccioli. Sembrava il tribunale dell?Inquisizione, con Travaglio
e Rangeri giudici onnipresenti. Il tentativo è quello di dividere noi di
sinistra. Cercando di provocarci».


LA LETTERA - Sul banco degli accusati soprattutto Claudio Petruccioli. Il
presidente della Rai era invitato al dibattito con Floris, ma ha preferito
declinare l?invito, inviando una lettera che Flores D?Arcais ha letto pubblicamente:
«A me i dibattiti piacciono - ha scritto Petruccioli -, anche duri. I processi
sommari no. Coloro che determinano il clima dell?incontro di MicroMega sono
Sabina Guzzanti e Marco Travaglio. Conosco i loro scritti. Sul mio conto
riversano un astio e un disprezzo non comprensibile. Sono per loro un?icona
o un totem da infangare e distruggere. Liberissimi di farlo. E io di non
sottomettermi a stantie riedizioni di riti da rivoluzione culturale: non
ci sto a farmi mettere il cappello d?asino». Dopo la lettura, Flores D?Arcais
ha replicato pubblicamente a Petruccioli. Concetti che ha ribadito anche
ieri: «Come presidente di garanzia ha dichiarato che non si sarebbe sottratto
al confronto con nessuna parte politica e culturale. Infatti dialoga con
ex neo post-fascisti o con tifosi berlusconiani. Avendo scelto questo ecumenismo,
il fatto che si rifiuti di partecipare a un dibattito perché ci sono Guzzanti
e Travaglio è cosa che si commenta da sé».


IL FORFAIT - Evento clou della giornata, il dibattito con Floris e Lilli
Gruber, al quale avrebbero dovuto partecipare anche Petruccioli ed Enrico
Mentana. Quest?ultimo si è presentato, ma prima che cominciasse la tavola
rotonda è andato via. Il conduttore di Matrix ieri ha spiegato il perché:
«Ho visto che il contesto era diverso da quello al quale avevo aderito. Sul
palco stavano parlando Travaglio e Guzzanti: non mi piace discutere con persone
che sanno solo offendere. Così ho preferito tornare a lavorare. L?unico rammarico
è di aver lasciato Floris nelle mani di Travaglio, che come si sa è l?unico
che ha il diritto di decidere cosa è di sinistra».


L?ANTI-SANTORO - Nonostante i forfait, il dibattito con il conduttore di
Ballarò è al fulmicotone. Lo animano Travaglio e Norma Rangeri. Floris e
Gruber si difendono con il coltello tra i denti. Il pubblico si divide. Per
Travaglio, però, l?esperienza è andata bene: «Anche se Floris non mi ha convinto.
Lui non è Santoro. È evidente che in tv siano spariti i fatti e i conduttori
siano ridotti a passare il microfono da un?opinione all?altra. Anche Floris,
col quale non ho nulla di personale: ci siamo stretti la mano. Non ho mai
pensato che sia uguale a Vespa. Semmai, ho contestato il format della sua
trasmissione».

A. F.




Chi è
GLI INIZI Giovanni Floris si è laureato in Scienze Politiche nel 1991 alla
Luiss, tesi in Sociologia politica. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo
radiotelevisivo di Perugia.
IN RAI
Inizia a collaborare al Gr Rai, dove è assunto nel 1996 alla redazione economica.
Poi conduce trasmissioni come «Radio anch?io» e «Baobab». Nel 2001 copre
la sede di New York. Dal 2002 conduce «Ballarò»



INES TABUSSO