“Ciao” disse Draco, entrando nell’aula e chiudendosi la porta alle spalle.
Ginny era lì, vestita in modo sensuale, con il reggiseno viola in bella vista sotto a maglietta.
“Ciao” disse avvicinandosi e lanciandogli sul viso un bigliettino “Devi smetterla di mandarmi questi ridicoli biglietti” disse guardandolo in modo sensuale.
Draco scrollò le spalle.
“Ti assicurò che smetterò”
“Bene” disse lei seducente, avvicinando la bocca a quella del ragazzo.
“Ginny?”
“Si??”
“Io sto con Pansy”
Ginny si bloccò e indietreggiò, guardando il ragazzo a occhi sgranati.
“E io sto con Harry. E allora?”
“Io VOGLIO stare con Pansy. Pansy è la mia ragazza. Con te….è solo sesso”
“Che cosa?”
“Te lo sto dicendo perché Pansy mi ha tirato delle storie. È convinta che abbia un’altra. Fino all’altro ieri avrei voluto solo che mi lasciasse…ma ormai mi sono sfogato con te, e ora mi va bene restare con lei.”
Ginny indietreggiò ancora, colpendo un banco.
“Avevi detto che ero speciale!”
“Lo è. Ma mi eccitavi solo perché sei la donna di Potty, la sorella di Lenticchia e l’amichetta della Mezzosangue. Sei ok, Weasley. Ma ora basta…non posso permettere che Pansy mi lasci!”
Ginny afferrò una statuetta e gliela tirò addosso.
“Sei uno stronzo!”
“Guarda che mi fa solo piacere, vedere come ti ho in mio potere!” disse Draco, avviandosi alla porta.
Dopo qualche secondi di silenzio, Ginny parlò.
“Lascia aperto, quando esci. Non si sa mai che qualche bel ragazzo passi di qui. Non sarà come te, ma mi accontenterò” gli disse.
Draco la guardò. Non credeva ai suoi occhi.
“Anche per me era solo sesso, che ti credi così importante, Malfoy?”
Dopodiché scoppiò a ridere, proprio sul rumore della porta che sbatteva.
Blaise guardò Draco entrare in dormitorio particolarmente sconvolto.
“Sesso o litigio?” chiese sarcastico.
“La seconda” rispose il biondino, lanciandosi sul suo letto.
“Con la tua misteriosa ragazza?”
“Si”
“Hai fatto bene a non mollare Pansy” constato Blaise.
“Secondo me tu e lei sareste un’ottima coppia!”
“io e Pansy?”
“No, tu e la mia misteriosa ragazza”
“Presentamela” disse Blaise con un sorriso a trentaduedenti.
“Non ci penso nemmeno!” disse Draco, sorridendo a sua volta e lanciando un cuscino addosso all’amico di sempre.
Blaise scostò il cuscino e se lo portò dietro la schiena.
“Io ho lasciato Daphne”
“Hai fatto bene” rispose Draco, senza entusiasmo.
“Parlare con te Draco è come parlare con il mio comodino!”
“Ma io sono più figo!” rispose il biondo, facendo ridere l’altro.
“E lasciandola ho scoperto cosa ci serve!” dichiarò Blaise
“Vorrai dire cosa TI serve”
“No, cosa CI serve. Una ragazza vera!”
“Ah! Vuoi dire che Pansy è un tran? Cavolo, non lo sapevo!”
Blaise rise ancora e quando s riprese si alzò dalla poltrona e ando a sdraiarsi a fianco di Draco.
“Basta con queste storielle di sesso. Con questo la mollo-non la mollo. Abbiamo bisogno di trovare una ragazza che non sentiamo il bisogno di tradire!”
“Auguri!” disse Draco, girandosi su un lato voltandogli la schiena, proprio mentre Theodore entrava nella stanza.
“Ho interrotto qualcosa?” chiese, andando verso l’armadio.
“Sì, le cazzate che Blaise stava dicendo!” rispose Draco.
“Ah!, Pansy ti cerca…” disse Theodore, guardando i due compagni.
“e tu che le hai detto? Che sono morto?”
“No” disse il moro, con un gigantesco sorriso “Che scendevi subito”
Blaise scoppiò a ridere così forte che cadde dal letto.
“fantastico!” mugugnò Draco, alzandosi di mala voglia e imbucando la porta.
Scese in sala comune e vide Pansy che lo guardava.
“Ciao” le disse passandosi una mano sugli occhi, stanco.
“Le mie amiche vociferano che ci siamo lasciati. Su, baciami e fai vedere a tutti che…”
“ma ti importano solo le apparenze?” disse lui, troppo stanco per gridare, che era quello che vorrebbe fare.
“Draco io ti amo!” disse lei dolcemente, avvicinandosi.
“Io no” disse lui, accorgendosi in quel momento di quella scomoda verità.
Aggirò la ragazza e uscì dalla sala.
Era confuso; aveva capito di non volere Pansy, di non sopportarla proprio.
E –ancora peggio- aveva scoperto che quello di cui aveva bisogno –aveva ragione Blaise- era esattamente ciò che aveva sempre pensato di non volere: una storia seria, una ragazza seria.
Ma lui era Draco Malfoy, e Draco Malfoy non si innamora mai.
Sarebbe andato nei giardini a prendere un po’ d’aria, sperando di non incontrare Ginny, che era stato davvero un errore.
Mentre attraversava il corridoio del settimo piano, si trovò a pensare a cosa sarebbe successo se Ginny avrebbe detto della loro storia a Harry, Ron o Hermione.
Probabilmente l’avrebbero trovato morto nel letto;
bè..almeno avrebbero dato la colpa a Blaise che in prigione avrebbe avuto meno tempo per sparare cazzate; cazzate così vere che lo confondevano ancora di più.
Uscì nei giardini e si mise a passeggiare, silenzioso.
Fece il giro del lago e quando tornò davanti all’ingresso, vide una persona ben nota seduta sugli scalini.
Rimase stupito e pensò di defilarsi, prima che l’altro lo vedesse, ma poi pensò che non era affatto corretto.
“Che succede?” chiese, prendendo Blaise alla sprovvista e sedendosi in parte a lui.
“Lascia stare” rispose l’amico, senza guardarlo.
“Va bene” disse Draco con una scrollata di spalle “Io torno in dormitorio..qui fa freddo!” disse alzandosi, felice che Blaise non aveva voglia di parlare.
Ma Blaise ora lo guardava a occhi sgranati.
“Ho un brufolo gigantesco color viola sulla fronte o c’è un altro motivo per cui mi stai guardando così?”
“Ma-ma…” balbettò Blaise “AVRESTI DOVUTO INSISTERE!!” gridò infine.
Draco abbandonò l’idea di tornare in dormitorio e tentò un diversivo…
“Stavo scherzando!”
Funzionò.
Blaise sospirò e lo guardo
“Se ti dico cosa c’è, mi prenderai in giro finchè campo”
“Più o meno quello che tu fai con Nott solo perché per sbaglio ha toccato il culo a Piton?” chiese Draco, alzando il sopracciglio biondo.
Blaise no rispose e disse.
“Mi piace la Weasley”
Ci volle un po’ prima che Draco capisse veramente queste parole.
“CHE COSA?” gridò senza ritegno.
“Abbassa la voce, bell’amico!” gli disse il morettino, dandogli una pacca sulla schiena.
“Scusa!” disse veloce Draco “Ma….con tutte le ragazze che ci sono, proprio Ginny?”
“La Weasley?”
“Si, volevo dire lei. Insomma…non ti basta Daphne?”
“Ma se ci siamo mollati…”
“Giusto!” disse Draco, passandosi una mano tra i capelli sudati.
“Bè..almeno tu sai cosa vuoi, Blaise” disse dopo un po’.
Si guardarono negli occhi qualche secondo, poi Blaise parlò
“Siamo tutti e due messi moooolto male..”
“Già!” confermò il biondo, mentre un sorriso gli velava le labbra.
Hermione Granger era davvero indiavolata.
Ron aveva superato il limite. Senza contare che Harry era troppo occupato a pensare a Ginny per aiutarla e Ginny era cambiata.
Da quasi una settimana era strana. L’aveva vista più truccata del solito, vestita meglio e con grosse occhiaie. Poi il suo aspetto era tornato quello di sempre, ma non il suo carattere.
Era più scorbutica, più samaliziata e a volte Hermione non la riconosceva.
E Ron era davvero insopportabile.
Si era messo in testa di controllarla, neanche fosse stato suo marito.
Era uscita con Dean, che aveva bisogno di un consiglio femminile per la sua fidanzata, e Ron aveva messo in piedi una scenata senza senso. Hermione gli aveva risposto per le rime e se n’era uscita dalla Sala comune, indiavolata.
Ora camminava per il corridoio degli incantesimi, cercando di scaricare la rabbia; o al suo ritorno avrebbe spaccato la faccia a Ron.
E anche ad Harry che forse l’avrebbe smessa di piangersi addosso e farsi stupidissime domande.
E a Ginny, che forse non avrebbe più toccato il culo a Seamus mentre camminavano per i corridoi.
Svoltò furiosa a destra, pensando a una bella frase con cui mettere a tacere Ron.
Svoltò furiosa a destra e dopo una forte botta si ritrovò per terra.
“NON TI HANNO INSEGNATO A GUARDARE DOVE VAI?!?!?” urlò al malcapitato che l’aveva urtata, mentre si spostava i capelli castani da davanti agli occhi.
“IO dovrei guardare dove vado? Sei TU che ti dovevi spostare dalla mia strada” attimo di silenzio “,Mezzosangue”.
Hermione alzò furente il viso e in piedi difronte a lei vide proprio lui, il re degli stronzi.
Più bello del solito con i capelli un po’ sporchi e la camicia fuori posto, le guance arrossate e grosse occhiaie sotto agli occhi intensi.
Balzò in piedi in un attimo.
“Non è la giornata giusta per rompere le palle, Malfoy!” rispose, raccogliendo i libri e guardandolo diritto negli occhi.
“Io faccio quello che mi pare e piace” disse lui.
Aveva voglia di offendere la Granger, almeno si sarebbe sfogato un po’.
Aveva voglia di sfogarsi.
Eppure le battute non gli uscivano naturali.
Forse era la stanchezza, o forse erano gli occhi da gatta di Hermione che sembravano più scuri del solito.
La guardò per la prima volta e notò che non era come l’aveva sempre creduta. Aveva un viso davvero dolce, con gli occhi leggermente truccati e le sopracciglia sottili. I capelli erano tenuti indietro da una fascia e, sorpresa delle sorprese, era magra e alta e aveva due gambe da paura.
Involontariamente un sorriso gli deformò le labbra mentre le guardava ed Hermione se ne accorse e incrociò le braccia al petto.
“Cosa stai guardando di così interessante, signor Malferrett?”
Lui non riuscì ad essere stato così idiota da perdersi nelle gambe della Granger e tornò a guardarla.
“Le tue gambe, Granger” rispose beffardo “Non mi ero mai accorto che fossi dotata di gambe!”
“No infatti non le avevo. Fino ad ieri camminavo con le braccia!” disse lei, senza mutare l’espressione.
“Ah ah ah, molto simpatica. Granger, stasera non è serata nemmeno per me, quindi..”
“Guarda che sei tu che hai iniziato, viscida serpe!”
“Va bene allora spostati e finiamola qui, sporca Mezzosangue!”
“Accetto volentieri, Malfoy. Anche perché involontariamente stai facendo un favore a Ron..”
“Giammai!” disse subito lui, strappando a lei un sorrisino.
“Più mi sfogo con te, meno male faccio a lui!” gli disse, scuotendo la lunga chioma.
“Si bè…un po’ vale lo stesso per me. Ma io mi riferisco a una persona a cui non voglio fare male!”
Hermione rise
“Perché secondo te io a Ron voglio fare male?”
“Io lo vorrei” le disse lui con un ghigno.
“Infatti non ho chiesto il tuo parere, Malfoy! Sei davvero impossibile! Oltre ad essere uno sporco serpeverde, pieno di pregiudizi come solo i puronsague come te possono essere e …”
Draco si tenne la testa “Granger, per favore smettila…” disse, mentre le parole di lei gli rimbombavano.
Non aveva voglia di sentire così tanto rumore. Non ora.
“Come te possono essere e inoltre sei anche così terribilmente viziato e assolutamente sicuro di essere il migliore che pensi di poter…”
“Granger!”
“..fare tutto quello che vuoi. Oltre a questo sei anche più odioso di qualsiasi normale Serpeverde e…”
“Granger!” disse, mettendo mano alla bacchetta
“ e se pensi di farmi paura con quella ti sbagli di grosso che se voglio ti stendo senza nemmeno usare la bacchetta ma tu non puoi accettarlo perché secondo te..”
“Ti avverto!” disse lui
“secondo te tutto il mondo..uhm!”
L’aveva fatta stare zitta. L’aveva davvero fatta stare zitta.
Con un bacio.
Lo spinse via da se e si mise una mano davanti alla bocca, stupita e spaventata.
“I tuoi scherzi mi fanno pena, Malferret!”
“Non era uno scherzo..” disse lui, con un tono che lei non le aveva mai sentito.
Si avvicinò lentamente, dandole il tempo di fermarlo.
Ma lei non lo fece e si lasciò catturare nel più dolce e profondo dei baci che avesse mai dato.
Lui le appoggiò una mano sul fianco e le piegò leggermente la testa all’indietro.
Era dolcissimo. Era un grandissimo baciatore.
“Che cosa sto facendo?” le chiese dopo un po’, a pochi centimetri dalla sua bocca.
“Non lo so..” rispose lei in un sussurro.
“Non mi piace la tua voce!”sentenziò lui con un ghigno e tornò a baciarla.
“Dove cavolo stai andando?” chiese Blaise al compagno, che era uscito sparato dal bagno del dormitorio.
“Devo vedere una persona…”
“Una persona?”
“Una persona.”
“Alle dieci di sera? Qua gatta ci cova…” disse Blaise, mellifluo e malizioso.
“Perché?”
“Non avevi detto basta alle storie di sesso?”
“Ah si? E quando?”
Blaise stortò le sopracciglia e Draco sospirò.
“ Dabbene te lo confesso: siamo figli di due famiglie reali e non possiamo incontrarci alla luce del giorno, nemmeno per parlare. E per parlare io sto andando la..”
La bocca di Blaise si piegò in una smorfia.
“Be, se non vuoi crederci fai a meno!”
“Penso che è quello che farò, si” disse l’altro e si alzò dal letto e prese la giacca.
“Dove vai?”
“Ti accompagno per un pezzo…anche io vedo una persona”
“Daphne?”
“macchè Daphne!” disse Blaise, aprendo la porta e facendo uscire Draco.
“ bè…visto che è l’unica disposta a sposarti, è anche l’unica con cui puoi avere qualcosa diverso da storielle di sesso”
“Non sto andando a fare sesso. Voglio vedere la Weasley”
“Per fare?” chiese stupito Draco
“Niente. Voglio solo vederla..guardarla un po’. Che c’è?!” chiese poi, vedendo Draco guardarlo a occhi sgranati.
“Guardarla????????” chiese il biondo.
“Si perché?”
“GUARDARLAAAA?” gridò ancora Draco, facendo girare gran parte della sala comune.
Blaise scrollò le spalle.
“mi basta anche solo guardarla per sentirmi completo. Quando capirai cosa voglio dire fammi un fischio che ti porto da uno psicologo..” aggiunse con un ghigno, svoltando sulla destra con un cenno di saluto.
Draco continuò per la sua strada fino alla vecchia aula del seminterrato.
“Ciao” disse entrando.
“Ciao” rispose lei, che stava sfogliando un libro “Hai una strana espressione..”
“Inizio a pensare che Blaise abbia qualche rotella seriamente fuori posto” le disse raggiungendola e dandole un bacio a fior di labbra.
“Zabini? Bè, sai che novità” commentò lei, chiudendo il libro e alzandosi in piedi.
“Che facciamo fino a domani mattina?” gli chiese.
“Io un’idea ce l’avrei…” rispose lui, baciandola con trasporto e dolcezza;
una dolcezza che non aveva mai dedicato a nessuna e che non sapeva di possedere.
E così giunse la mezzanotte.
Draco stava sdraiato sul divano, Hermione appoggiata al suo petto e gli carezzava i capelli castani.
Lei aveva gli occhi chiusi e il suo respiro era così regolare che era probabile che si era addormentata.
Draco la guardò.
La curva delle spalle, bianche come il latte, la canottiera di pizzo viola, la pancia magra e pallida e poi la gonna stropicciata che ancora indossava. Le sue gambe nude, lunghe e chiare, sistese tra le lenzuale stropicciate.
Il viso dai lineamenti dolci, coi lunghi capelli sudati e quelle labbra grosse, piegate in un sorriso dolce.
Rimase a studiare la curva del suo mento e il profilo dei suoi occhi e del suo corpo tutta la notte, finchè dalla finestrella non filtrò un po’ di luce ed Hermione si mosse, alzandosi seduta.
Si voltò a guardarlo con quell’espressione così dolce e così matura e gli regalò un sorriso.
“Ciao” gli disse con voce assonnata e dolce.
“Ti ricordi ieri sera quando ti ho detto che Blaise aveva delle rotelle seriamente fuori posto?”
Hermione aggrottò le sopracciglia scure.
“E questo che c’entra?”
“Bè, mi sbagliavo” disse lui, chiudendo gli occhi per la prima volta in quella notte.
“Ciao” disse Draco, sedendosi nel banco a fianco di Blaise, che rispose con uno sbadiglio.
“Vedo che anche tu hai dormito molto..” commentò sarcastico il biondo.
“ La Weasley ha passato tutta la notte a leggere un libro in riva al lago..” spiegò Blaise
“E’ la ragazza che ti piace..perchè non la chiami per nome?”
“Perché lei è la Weasley e basta. Tu chiami per nome quelle che ti piacciono?”
“Sì, io e il resto del mondo” disse Draco, voltandosi per seguire l’ingresso della McGranitt in aula.
Dopo qualche minuto, la donna chiamò alla lavagna Hermione, che si alzò commentando non troppo a bassa voce la sua gioia per non dover stare più vicino a Ron.
“Sembra che Hermione e Lenticchia non vadano molto d’accordo…” commentò Draco, per nulla dispiaciuto della cosa.
Blaise si voltò a guardarlo a occhi sgranati, ma Draco non se ne accorse.
Solo al termine della lezione, vide l’amico in quella posa assurda.
“Che hai?”
“Come hai chiamato la Granger, scusa?”
Draco impallidì.
“E che ne so?” rispose alzandosi e iniziando a insultare Ron, tanto per distratte l’amico.
Funzionò.
“Ciao” disse Hermione, entrando nell’aula.
“Ciao” rispose Draco “Sei bellissima”
“Usciamo da un mese e da un mese mi dici la stessa cosa ogni volta che mi vedi”
“Si vede che è vero” rispose sorridendole.
Lei andò a sedersi al suo fianco.
“Cosa mi racconti?” gli chiese
“Niente. E tu?”
“Hai detto a qualcuno di noi?”
“E a chi potrei dirlo?”
“Hai ragione”
“Tu l’hai detto a Potty Potter o alla tua amichetta Weasley?”
“A nessuno. Nessuno capirebbe. Forse Ginny…ma da un po’ è strana forte!”
“Ah si?” chiese Draco, che con tutte le sue forze desiderava cambiare argomento. Vivido in lui era ancora il ricordo delle poche notti di fuoco passate con la rossa.
“Sì. È strana da più di un mese ma nell’ultima settimana non ha fatto che stare fuori tutte le notti tutta la notte. E non con Harry…” aggiunse abbassando la voce.
Come prevedibile, Draco fece un gigantesco sorriso che diminuì solo per amore della ragazza.
Poi, un fulmine lo colpì.
“Da quanto hai detto, scusa?”
“è strana da un mese!”
“no, da quanto dorme fuori?”
“Da venerdì…” disse lei, guardandolo senza capire.
Lui scese dal banco e andò alla porta
“Scusa! Torno subito, ok?”
“D’accordo…” disse lei, confusa, mentre la porta si chiudeva. “Anche perché dobbiamo parlare…” aggiunse al vuoto.
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