una domanda...

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Pius Augustus
00sabato 7 aprile 2007 22:32
sto studiando l'anarchia da un po' di tempo,ne sono affascinato e il cago è ottima fonte [SM=x751525]
mi sorge una domanda dopo aver studiato un po':io mi sono definito anarchico,ma la mia idea di anarchia è abbastanza diversa da quella che credo aver capito sia quella di staib,kijo o in generale del cago (il nome stesso collettivo lo prova...io considero la mia forma di anarchia (molto vicina a quella di stirner) un evoluzione del mio precedente pensiero liberale:la libertà individuale è portata all'estrema conseguenza dell'individualismo assoluto.
Al contrario la tradizionale idea di anarchia collettiva,che non conosco ancora bene,mi ricorda un po'troppo il comunismo...
se staib,kijo,anche cointreau o qualcun altro mi possono spiegare ne sarei molto lieto...
io non sono anarchico?
lo siamo tutti ma in modo diverso?
boh...
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00lunedì 16 aprile 2007 21:45
Al contrario tu sei anarchico gli altri no.
Gli anarcosocialisti non hanno ragione di essere....chiedi a qualche catalano anarchico cosa ne pensa del comunismo e del socialismo!
Caio Logero
00martedì 17 aprile 2007 20:55
forse sei è un liberista estremo [SM=x751533]
Staib
00mercoledì 2 maggio 2007 17:01
Re:

Scritto da: Pius Augustus 07/04/2007 22.32
mi sorge una domanda dopo aver studiato un po':io mi sono definito anarchico,ma la mia idea di anarchia è abbastanza diversa da quella che credo aver capito sia quella di staib,kijo o in generale del cago (il nome stesso collettivo lo prova...io considero la mia forma di anarchia (molto vicina a quella di stirner) un evoluzione del mio precedente pensiero liberale:la libertà individuale è portata all'estrema conseguenza dell'individualismo assoluto.



Posso consigliarti allora l'anarco-capitalismo, se si tratta di evoluzione dal pensiero liberale.


Scritto da: Pius Augustus 07/04/2007 22.32
Al contrario la tradizionale idea di anarchia collettiva,che non conosco ancora bene,mi ricorda un po'troppo il comunismo...
se staib,kijo,anche cointreau o qualcun altro mi possono spiegare ne sarei molto lieto...



Innanzitutto il nome fu deciso con poca serietà quando questo forum era appena nato e questa sezione non contava certo di andare avanti, la parola serviva solo per la lettera C dell'acronimo. Collettivo poi qui è inteso come insieme di persone appartenenti a un gruppo, un’associazione, un organismo politico o culturale non come tendenza collettivistica. A sua volta il collettivismo è diverso dal comunismo che a sua volta, in chiave libertaria, è diverso dal comunismo autoritario statalista (e come potrebbe essere altrimenti).



io non sono anarchico?
lo siamo tutti ma in modo diverso?
boh...



Beh, non lo so, di certo per ora sei ancora poco informato per averne un'idea, però posso dirti che è un mondo molto vario quindi in teoria si può essere anarchici in modo diverso.

La base è il rifiuto del potere e del controllo. Poi si parte verso infinite direzioni.
Pius Augustus
00giovedì 3 maggio 2007 17:17
Grazie della risposta e del link...
una cosa credo che sia da chiarire:tu mi dici che il rifiuto del controllo e del potere è l'anarchia.Stirner (che è uno dei fondatori dell'anarchismo mi pare) dice che questo è vero,ma è valido solo per l'inidividuo.Cioè io voglio liberare me stesso dal controllo e dal potere altrui,e non mi interessa che anche gli altri siano liberi,anzi per ottenere questo risultato sono disposto ad accumulare io stesso potere.Mi ricordo di un film di pasolini dove si diceva che i fascisti sono gli unici veri anarchici perchè mirano al potere.Adesso senza arrivare a questi estremi mi chiedo:non è che l'anarchia più facilmente realizzabile (e per me la più attraente) è quell che rinuncia all'universalità (liberi tutti) per concentrarsi sull'individuo (libero solo io)? a questo punto i tiranni assoluti sarebbero i più grandi anarchici della storia.
Staib
00venerdì 4 maggio 2007 20:30
Per l'appunto la base è il rifiuto al potere gerarchico e alla sottomissione, poi si approda a diverse conclusioni. Per qualcuno la libertà deve essere qualcosa di assoluto non solo nella società ma anche nel rispetto di tutti gli altri esseri viventi, legando il pensiero anarchico ad animalismo ed ambientalismo. Altri si concentrano sull'individuo, tuttavia non sono indifferenti totalmente a quello che li circonda, ma cercare di definirne il pensiero è difficile.

Credi veramente che sia più facile liberare sé stessi piuttosto che tutti?
Bene, prova ad essere un uomo totalmente libero nello stato italiano.

E credi veramente che i più grandi tiranni siano state le persone più libere?
Rifletti un po' su come doveva essere la loro giornata tipo e pensare se erano veramente liberi.
Pius Augustus
00sabato 5 maggio 2007 14:10
beh,direi che è più che altro una teoria puramente astratta.Personalmente credo che questo tipo di anarchia individualista sia più che altro un modus vivendi e non un ideologia per formare un determinato tipo di sistemi (per questo anche le varie dottrine economiche le considero abbastanza secondarie).
Per esempio io non credo che un anarchia capitalista possa funzionare,perchè le leggi della produzione portano comunque alla sopraffazione di chi produce di meno e per tenersi a galla bisgnerà comunque sfruttare qualcun altro.
Perciò per me il migliore sistema economico rimane una specie di moderato intervento dello stato.
La questione è diversa,si tratta di un particolare modo di concepire vita e morale,non tanto le applicazioni pratiche.
Fulcherio
00lunedì 7 maggio 2007 01:53
forse il problema si pone in termini prèpolitici, una maniera di concepire il "sistema" non come fatto politico ma esistenziale, una maniera di "vedere le cose" in modo il più possibile libero da condizionamenti legati a visioni politiche prècostituite, quando cominci a credere di poter comprendere o anche intuire le stupidaggini giornalistiche o le veline di una censura che tende a portare l'individuo ad autocensurarsi più che a censurare (come avveniva coi rozzi mezzi di comunicazione di massa del passato), allora forse sei nel giusto, ma è anche un gioco di equilibrismo nel saper discernere ciò che nel tuo pensiero può diventare intolleranza o errore e avere poi il coraggio intellettuale(orribile parola) di saperlo riconoscere, insomma anarchico è colui che preferisce la via stretta del pensiero umanista a quella larga e facile della scolastica.
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