Sesto rapporto sulle retribuzioni in Italia. In media i ragazzi tra 25 e 32 anni guadagnano 800 euro al mese. E nel tempo le retribuzioni crescono poco
Quando la paga non paga
per i giovani salari troppo bassi
di FEDERICO PACE
Trovano lavoro, sono pronti ad accettare più flessibilità ma si ritrovano con stipendi sempre più bassi. E per i laureati diventa sempre più difficile accedere in tempi ragionevoli a posizioni di rilievo.
Tornano a crescere gli stipendi degli italiani, ma quando si tratta delle tasche dei giovani le cose vanno peggio che mai. Quasi la metà di chi ha un'età compresa tra 25 e 32 anni, dati dell'ultima indagine Ires-Cigl, ha uno stipendio che oscilla tra 800 e mille euro. A questi vanno aggiunti un altro spicchio importante (il 22,3%) che si deve accontentare di meno di 800 euro. Solo un dieci per cento di loro si trova a fine mese una busta paga tra 1.200 euro e 1.500 euro.
Dati scoraggianti che vengono confermati anche dal 6° Rapporto sulle Retribuzioni in Italia, realizzato da OD&M Consulting, secondo cui nel 2005 i laureati si sono trovati a fare i conti con un'evoluzione retributiva peggiore di quella della media degli impiegati.
Lo stipendio medio di un laureato con cinque anni di esperienza lavorativa nel 2005 è addirittura diminuito di 73 euro passando a 25.063 euro rispetto ai 25.137 euro guadagnati nel 2004. Meno nera la situazione dei laureati che sono entrati in azienda da uno o due anni che hanno visto crescere lo stipendio da 22.301 euro a 23.054 euro. Performance queste tutte peggiori comunque di quella degli stipendi medi degli impiegati che nel 2005 sono arrivati a ricevere in busta paga 25.037 euro mentre nel 2004 avevano solo 23.780 euro (un tasso di crescita del 5,3 per cento).
Ma quel che più preoccupa è che non si tratta più solo della diminuzione dello stipendio d'entrata in azienda, a cui i giovani devono sottoporsi già da qualche tempo, ma anche di un inesorabile rallentamento della crescita retributiva lungo l'arco della carriera. Ovvero, il laureato fa sempre più difficoltà a veder crescere la propria retribuzione con l'andare del tempo. La laurea sembra avere smesso di essere strumento sufficiente a garantire una paga dignitosa per diventare la mera condizione necessaria per provare a garantirsi almeno l'opportunità di accedere a posizioni professionali adeguate