A trastullarmi con i videogiochi iniziai all'età di 18 anni circa col vetusto Spectrum 16 k per giungere ad oggi in compagnia del pc e della psx 2. Ora mi interessano solo i giochi gestionali, tutti quegli ammazzamenti non mi attirano più. Posso dire con certezza che a me non hanno mai ispirato atteggiamenti aggressivi, ma magari sono una mosca bianca. Cadute le religioni, venute meno l'educazione civica, il valore della famiglia ecc., molti teenager tendono ad identificarsi con l'eroe di turno del videogames.
Che nelle nuove generazioni ci sia qualcosa che non va è risaputo. Circa un anno fa un mio amico che abita difronte ad una scuola elementare, mi raccontò che poco tempo prima questi bambiricchi avevano catturato un gatto piccolo, lo avevano ucciso in qualche maniera e la sua testa l'avevano infilata sopra un bastone...
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Ma recentemente anche gli insegnanti sono assurti alle cronache per i loro comportamenti violenti, segno che la colpa non è da ricercarsi solo nei videogames.
Comunque ho letto l'articolo ed il proposito degli sviluppatori dei vari games (più che altro di chi nasconde dietro a costoro) è tutto fuorchè educazionale. Tra qualche anno con l'arrivo di processori e schede video sempre più potenti sarà quasi impossibile distinguere questa realtà da quella virtuale, ma visto il comportamento di alcune persone per le quali la vita altrui conta meno che niente, mi sembra che ci siamo già.