Re:
BertAdams, 07/10/2023 18:12:
Da anni con Boselli sono solo rimpatriate, stante la difficoltà di Aquila della Notte nel riuscire ad uccidere un qualsiasi avversario. Da mastino spietato a ranger pronto per il prepensionamento...
... e pronto a rimangiarsi proclami fatti in passato. Immagino che sarà così che succederà (ancora), visto che pare che Boselli stia scrivendo la storia che, secondo lui, avrebbe voluto scrivere Nizzi, ma che Nizzi non scrisse stante l'opposizione di Sergio Bonelli. Ne scrisse un'altra però, ossia l'
Artiglio della Tigre e in quella storia sono successe diverse cosette. A futura memoria riporto uno stralcio di dialogo tra Claudio Nizzi e l'intervistatore, Roberto Guarino, tratto da "Tex secondo Nizzi" (Allagalla, 2012):
Veniamo a l'Artiglio della Tigre (T 587-588), disegnato da Andrea Venturi, con cui chiudi la trilogia della Tigre Nera. Da un tuo precedente accenno, non mi sembra che fosse questo il finale che avevi previsto.
Avevo immaginato una di quelle storie di molti albi nella quale avrei riabilitato la Tigre e l'avrei fatto tornare nella sua terra natale, l'isola del Borneo, da dove i colonialisti bianchi lo avevano cacciato.
Lo avresti riabilitato?!
Proprio così. La Tigre ne ha combinate tante, però aveva le sue buone ragioni per avercela a morte con i bianchi. Come Sandokan. E non mi dispiaceva l'idea che nella storia conclusiva del ciclo della Tigre, Tex, dopo molte vicissitudini, giungesse a diventarne alleato, sia pure in maniera conflittuale, e lo aiutasse a rientrare in possesso del suo regno, combattendo al suo fianco nelle foreste del Borneo. E poiché gli sarebbe servita una nave, avevo pensato di far tornare in scena quel simpaticone di capitan Barbanera.
Una magnifica idea per un kolossal! Perché non l'hai realizzata?
Sergio la bocciò, dicendo che sarebbe stata ambientata troppo lontano dal West e avrebbe avuto un eccessivo sapore salgariano. Argomenti che non mi convinsero affatto, ma ebbi il torto di arrendermi senza combattere. Avrei dovuto forzargli la mano come feci con
Il ragazzo selvaggio, ma i tempi erano cambiati, non avevo più lo spirito combattivo di una volta.
Comunque nei due albi di L'artiglio della Tigre hai imbastito una storia avvincente con sequenze da manuale texiano, come lo sfondamento della porta nella casa da gioco e la mega rissa a Chinatown con l'esplosione dei fuochi artificiali. Invece mi ha lasciato perplesso il finale, dove non è Tex a uccidere la Tigre, ma il suo amico Tom Devlin. Un nemico così non avrebbe meritato di morire per mano di Tex?
Per questa storia manipolai un soggetto di Traversa che non era nato per la Tigre Nera. Quanto alla tua domanda, hai ragione. Ma ormai si era alla fine del secondo albo e volevo chiudere, presentendo che di lì a poco mi sarei congedato da Tex.
Perché lo presentivi?
Dopo tanti anni mi ero stancato e ormai avevo raschiato il fondo del barile. A questo puoi aggiungere che i miei rapporti con Sergio non erano più quelli di una volta. E poi tutto deve avere una fine, no?
Era proprio necessario far morire la Tigre? Se fosse rimasto vivo, avrebbe potuto essere ripreso da uno degli autori arrivati dopo di te.
Nessuno mi chiese di risparmiarlo. Se avessi saputo che il personaggio sarebbe andato avanti, forse non avrei scritto quella storia. Ma, nel dubbio, non volevo lasciarlo sospeso in un limbo indeterminato.
A futura memoria riporto anche la frase centrale del dialogo tra Tex e la Tigre a pag.91-94 del n. 588 (
Il castello nero), con la quale Tex chiarisce perché non vi può essere alleanza tra di loro:
Se in qualche momento della tua vita sei stato una vittima, da anni sei diventato soltanto uno spietato assassino e io ti condurrò in catene a San Francisco, dove subirai un processo che ti condannerà alla forca.
Quindi, ricapitolando:
- nessuno della SBE chiese a Nizzi di risparmiare la Tigre Nera per un eventuale ritorno. Nel capitolo finale della sua trilogia, la Tigre MUORE.
- Nizzi chiude la trilogia in modo che non ci siano equivoci sul rapporto tra Tex e Sumankan; sarà da vedere quali "vicissitudini" indurranno il Tex di Boselli a cambiare la sua valutazione sul suo nemico, che comunque è stato in grado di catturarlo in tutte le storie che compongono la trilogia, insieme a Carson (per precisione, nell'ultima storia viene catturato Carson, poi Tex). Per quanto mi riguarda, alla fine de
La vendetta di Diamond Jim (Tex 154-156) anche il rapporto tra Tex e Capitan Barbanera era chiarissimo, ma invece Nizzi, quando fece tornare Barbanera, lo fece a suo modo "ravvedere", tanto che a fine storia egli si trova a tavola a festeggiare con Tex, Carson e compagnia bella.
- La storia attualmente in edicola rischia di diventare la "summa" di Boselli (non di Nizzi, eh, ma di Boselli) sulla Tigre Nera, visto che ci sono tutti i comprimari delle storie precedenti (Mac Parland e l'agenzia Pinkerton; Nat Mac Kennet, sceriffo di New Orleans; Tom Devlin, capo della polizia di Frisco) oltre a qualcuno preso da altre storie (l'agente Chabrol di
Omicidio a Bourbon Street) oltre ai vari cattivi (cinesi, malesi, negri del Voodoo tra cui Lohana, Juffure e Omoro).
Ultimo appunto: nella commedia tra Tex e Lohana (pag. 35-40 del n. 756) Tex fa cenno all'oro trovato nel castello della Tigre, dicendo di volerlo fare avere a qualcuno che possa proseguire la lotta della Tigre nel Borneo (qualcuno che possa comprare armi e lottare contro i bianchi oppressori, pag. 37).
A parte il fastidio che provoca l'idea che Tex, seppure bleffando, parli di finanziare una rivolta, vorrei mettere in evidenza questa idea ricorrente (in Boselli, ma anche in Ruju) secondo la quale Tex potrebbe disporre a suo piacimento di danaro/oro derivante da rapimenti, furti, omicidi e truffe, cioè di denaro NON SUO, ma rubato ad altri.