Re: Re:
Carlo Maria, 07/10/2020 23:03:
La banda di cattivacci
SPOILER
è meno definita di un banco di nebbia e meno sfaccettata di una figura piana semplice.
Fa eccezione Larry, che per cattiveria spicca ed è discretamente costruito.
Secondo me fa eccezione anche Montoya, non perché sia chissà chi, ma solo per i cani. Ricorda Lizard de
“I setti assassini”, un cattivone che aveva anche lui i due molossi a cui faceva sbranare la gente.
Chissà che non si tratti di un “omaggio” fatto da Ruju ai personaggi del Sommo Curatore...
A me l’approccio iniziale di Ruju su Tex aveva dato fastidio, sin da
“La prova del fuoco” per i motivi che avevo sottolineato nella relativa scheda su uBC e nelle recensioni/schede delle storie successive.
Ruju aveva poi man mano preso le misure e, premesso che non è mai stato in grado di scrivere una storia come si deve col quartetto, le sue avventure erano risultate gradevoli e impreziosite da ottimi e freschi dialoghi tra i due Satanassi.
Col tempo, tuttavia, la sua cifra stilistica si è resa più evidente: raccontare la drammatica storia di un personaggio “grigio”, più o meno tormentato e complessato, all’interno di una storia di Tex.
Qui il dramma risale alle origini, ossia ai due orfani gemelli adottati, che si rivelano uno un angelo e l’altro un diavolo. Per fortuna, o piuttosto grazie alla brevità della storia, ci viene raccontato il minimo sindacale riguardo alla vicenda tormentata dei due genitori e assistiamo all’immediato rivelarsi dei caratteri diametralmente opposti dei due fratelli.
L’elemento centrale della storia è
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lo scambio di persona tra i due fratelli, avvenuto mentre Tex e Carson sono già in città e decidono di fermarsi in paese proprio con l’obiettivo di “tenere d’occhio” per un po’ l’emporio di Scott, anche se poi vengono attirati fuori Goldfield a causa dell’inserimento dell’ex socio di Larry Granger, il maniaco coi molossi.
Mah sì, alla fine si tratta di una storiella che non dice granché e concordo con quanto rilevato da Carlo Maria a proposito della difesa della città organizzata da Tex e Carson:
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se hai a disposizione solo quattro “cittadini pacifici” per presidiare i due ingressi della città, non lasci due di loro da soli da una parte e ti metti a presidiare l’altra insieme a Carson, per di più a cavallo invece che da una posizione rialzata e/o protetta. Tra l’altro, non so se è stato Font a sbagliare la prospettiva, ma quando i cattivi sbucano fuori, a pag. 98, sembrano a poche decine di metri da Tex e Carson. Non avrebbero avuto nemmeno il tempo per mettere al galoppo i cavalli e fare quella specie di carica.
Ho trovato poi abbastanza avvilente la figura di quel cuor di leone dello sceriffo Nevil, tutto timoroso e dubbioso, e che salta fuori giusto a pag. 103. E questo qui si permette di dare del tu a Tex e chiamarlo per nome?
Vendiamo ai disegni.
Font mi ricorda Galep e Letteri a fine carriera e preferisco non aggiungere altro.
A parte Dylan e Groucho finiti non si sa perché in una storia di Tex, i personaggi raffigurati peggio a mio modo di vedere sono Lisa e quel bozzolo infagottato e urlante di Skip: forse era la sceneggiatura che prevedeva Lisa come una donna scialba, ma quei capelli lisci come spaghetti che lasciano sempre intravedere le orecchie, la mancanza di un accenno di pettinatura, di un fronzolo sul vestito che sembra invece una camicia da notte anche di giorno, tutto ciò a me fa tristezza.
Che poi è, più o meno, quello che mi rimane dopo aver letto una storia di Ruju, ed è sempre qualcosa che riguarda il/i personaggio/i di cui si racconta la vicenda.
Ragion per cui, alla fine, non riesco a gioire per quanto fatto da Tex e Carson e non rileggo più le storie in questione.