Sondrio ha il suo clochard

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bentoribeiro
00sabato 30 agosto 2008 09:43
da ilGiorno
Mario, il pugliese che dorme sulle panchine
«Sondrio, adottami»

— SONDRIO —

ORMAI, si è “fatto” la sua panchina. Ci sta seduto tutto il giorno: in viale Milano, di fronte alla vetrina di Divani&Divani. La notte si sdraia, tira fuori le coperte: perché viene dal sud, e al gelo proprio non si è mai abituato. Barba folta, cappellino in testa, scarpe sfondate. Si chiama Mario Pizzi, ha 48 anni, ed è il primo clochard di Sondrio. Una piccola novità, accolta con interesse da molti residenti. I passanti si voltano, lo guardano con curiosità: lui sorride. E' qui da soli 10 giorni, ma il posto gli piace. Forse resterà. «Sono un nordista, io», scherza, sistemandosi il berretto. E Sondrio? «È bella, molto "antimafia"». Cioè, nel suo gergo: ordinata, pulita, discreta. Il posto ideale per deporre i bagagli. «Sono barbone da 8 anni – racconta Mario -. Sono nato a Roseto, in Puglia. Ma non stavo bene, avevo molti nemici. E poi, mia madre era malata, Insomma, sono dovuto scappare». Un racconto confuso, tormentato, e continuamente infarcito di espressioni dialettali ed improvvise esclamazioni. «Quindi, sono partito - continua -. Prima con l’Ape, poi a piedi. Volevo andare verso il nord, perché mi piace la gente industriosa. Io stesso sono un costruttore: conosco cinque diversi mestieri, ed è con quelli che tiro a campare».

IL VIAGGIO, PERÒ, si è rivelato più complicato del previsto. Quasi una piccola Odissea: un lungo e disordinato girovagare, attraverso miserie e bizzarrie della provincia italiana. Prima Pistoia, dove un lavoro alla fine si trova: manovale, in un cantiere edile. Ma è dura. «A un certo punto, il mio capo dice: "Mario, devi passare muratore". Io ero debole, perché già dormivo per strada. Non ce l’avrei mai fatta: ho preso, e sono ripartito». Pian piano, il motore riprende a ronzare. Finché, alle porte di Livorno, inaspettatamente, l’Ape si guasta. I soldi per ripararla non ci sono: bisogna rinunciare. «Da allora, mi affido ai mezzi di fortuna - assicura scuotendo la testa -. Il treno, quando riesco, o l’autostop. Mal che vada, poi, restano sempre le gambe». E così via: dai colli toscani, fino all’ombra delle Alpi. Un percorso che, finalmente, sembra aver raggiunto il proprio capolinea: Sondrio. Almeno, finché nessuno avrà da ridire. «Sono buono, non bevo e non fumo - assicura l’originale ospite -. Tutti i miei averi stanno racchiusi in due cartoni. Ma, ecco, mi piacerebbe avere un carrello: perché trascinarsi dietro le cose a mano, dopo un po’, comincia a diventare poco divertente». Qualche utensile, un po’ di pace, e, magari, anche un pizzico di amicizia: Mario, in fondo, non chiede altro. «Mi piacerebbe anche lavorare - aggiunge -. So costruire muri, so fare l’artigiano. Potrei rendermi utile. E, chissà, forse un giorno mi comprerò una casa, avrò una famiglia: quello che ho sempre sognato».
Per ora, deve accontentarsi dei gatti: gli unici che, di tanto in tanto, passano a trovarlo. A tutti i sondriesi, invece, un semplice appello: «Sono solo. Per favore: adottatemi!».
=Nikko=
00lunedì 1 settembre 2008 11:11
OOOHHH...

Finalmente anche sondrio hai il suo clochard... Adesso si che è una città!
[SM=x100114]

Se vuole lavorare si cerchi un lavoro e una sistemazione e sarà il benvenuto, di gente che vive per strada non credo ci sia bisogno.
-Jekka-
00lunedì 1 settembre 2008 14:27
Re:
=Nikko=, 01/09/2008 11.11:

OOOHHH...

Finalmente anche sondrio hai il suo clochard... Adesso si che è una città!
[SM=x100114]

Se vuole lavorare si cerchi un lavoro e una sistemazione e sarà il benvenuto, di gente che vive per strada non credo ci sia bisogno.


Ma che cattiveria!
Non fa la carità e nn ha chiesto nulla a nessuno, se ha scelto di vivere per strada è perchè lo vuole probabilmente...

Secondo me nn dà fastidio

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