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Cocktail, acqua e caffè: tutto rincara durante l'ora dell'aperitivo
«L'happy hour fa raddoppiare i prezzi»
In due anni il costo delle bevande cresciuto del 30 per cento.
I gestori dei locali: è come cenare, offriamo anche da mangiare
In giro, assetati nella Milano a 36 gradi, prima di sedersi in un bar — anche vuoto — per bere una San Pellegrino da mezzo litro conviene guardare bene l'orologio: con l'happy hour scatta, infatti, l'ora dei rincari. Il prezzo di una bottiglietta d'acqua da 2 euro e 50 si moltiplica fino ad arrivare a 6. Dicono due turiste al Fashion Cafè di via San Marco alle 18 e un minuto: «Ma a noi interessa solo l'acqua, non il buffet». Risposta della cameriera: «Mi dispiace, ma adesso è il momento dell'aperitivo: qualunque consumazione costa 6 euro e la caffetteria è chiusa». Nuovi scherzi della città d'Italia in cui è nato l'happy hour, che negli Anni Novanta, ricorda Wikipedia, dava l'opportunità di mangiare praticamente gratis e di bere a metà prezzo in quasi tutti i bar di Milano. Acqua passata. Oggi, forse, non vale più quello che Ligabue cantava nell'album Nome e cognome: «Sei già dentro l'happy hour, vivere vivere costa la metà», diceva solo l'anno scorso il cantautore.
Adesso l'aperitivo segna uno spartiacque per il rialzo dei prezzi. Lo dimostra un tour tra locali scelti a campione in uno dei quartieri più alla moda per i cocktail prima di cena (o al suo posto). Da Radetzky Café in Largo La Foppa a salire è il costo della caffetteria: da 1 a 2 euro il caffè, da 1.30 a 3 il cappuccino, da 1 a 2.50 l'acqua, da 4 a 5 la birra. «Ma non c'è, come altrove, la consumazione obbligata a sei/otto euro», spiegano al banco. Una gentilezza quasi inusuale per i locali di Milano: «Nato per attirare clienti in orari morti dell'attività dei bar con prezzi scontati, ora l'aperitivo si è evoluto nella direzione opposta: gli avventori casuali non sono graditi, si punta tutto sulle consumazioni di cocktail e stuzzichini — sottolinea Marina Verderajme, presidente dell'Associazione per la cultura e il tempo Libero (Actl), autrice della guida Happy Hour e Notte a Milano, con il patrocinio del Comune e la collaborazione della Camera di Commercio di Milano, dell'Istituto nazionale ricerche turistiche e dell'Associazione esercizi pubblici —. Del resto, ormai è diventato sempre più un sostituto del pasto serale».
Stessa storia per Princi, in piazza XXV Aprile, anche se il listino lievita solo dopo le 21 (con un nuovo ritocco all'insù allo scoccare di mezzanotte). Il caffè passa da 80 centesimi a un euro fino a 1 e cinquanta, il cappuccino da 1.20 a 2, la birra in bottiglia da 3.80 a quattro. «Ma è possibile avere un bicchiere d'acqua a prezzo normale? Tra le 18 e le 21 una consumazione costa 6 euro, ma per chi sta lontano dal buffet chiudiamo un occhio...». E non è solo questione di prezzi in crescita con il momento dell'aperitivo time. Nel giro di due anni anche il costo medio di mojito, negroni, martini Co. è aumentato da 5 a 8 euro in media (più 60%). Lo conferma l'Associazione per la cultura e il tempo Libero, alle prese con la riedizione della guida Happy Hour e Notte a Milano, in programma per Natale. «È impossibile negare un rialzo dei prezzi — dice Verderajme —. Anche se l'offerta migliora di giorno in giorno, tanto che ormai ha conquistato anche gli adulti». In ogni caso, più che a Ligabue, la Milano dell'Ora Felice adesso fa pensare alla richiesta del «Fiorino» nel film con Roberto Benigni e Massimo Troisi: «Non ci resta che piangere».
Simona Ravizza
23 luglio 2007
C'è del vero in chi dice che ormai sia "come cenare": infatti tanta gente cena con gli stuzzichini degli aperitivi, soprattutto scapoli che vivono da soli e che cosí evitano di cucinare. Non è affatto salutare, però.