Scritto da: Staib 02/08/2005 16.22
Su magico vento non posso che darti ragione. Però se hai letto Nathan Never puoi avere idea di una diversità e forse di un cambiamento nella staticità del formato bonelliano. La storia di Nathan Never si evolve più come se fosse un fumetto americano, ovvero con personaggi che cambiano di continuo, alcuni addirittura muoiono, altri dispersi, altri se ne vanno, cambia l'ambiente, cambia il mondo cambia il carattere dei personaggi. Forse nella Bonelli è quello che evolve e cambia più di tutti. Poi c'è Brandon che anche ha segnato una novità nell'ambiente anche se purtroppo ho seguito solo i primi quindici numeri (bella ambientazione) e di Dampyr mi hanno detto che ha qualcosa di buono ma non saprei, mai letto.
Se interessa, di Nathan Never ho TUTTO originale dal n.1 al 120, con speciali, Giganti (ma il secondo non lo venderei mai), almanacchi, agenzie alfa e team-up con Martin Mystere...il prezzo è buono...
a parte scherzi...non so, io ero un super-fan della testata, i primi numeri fino al 50 erano meidamente molto buoni (e i disegni del primo Mari non si dimenticano facilmnete), ma poi...stanchezza, delusione, tristezza...per l'incoerenza che prendevano alcune storie (sempre più spesso), per i sempre più sbandierati "cambi di universo" che in realtà cambiavano poco e niente del mondo neveriano se non la "superficie" di una serie che probabilmente i tre autori non avevano più la passione per portare avanti - piccola parentesi: ho goduto come un matto per il fallimento di quella ciofeca di Gregory Hunter voluto da Serra - e che stava morendo nella noia e nel "guardarsi l'ombelico" (come DD per fare un esempio)...le guerre con i tecnodroidi che sono andate avanti in sottotraccia per n-mila numeri, l' "immortale" Skotos uscito di scena come un mentecatto, Darver che non si sa se è Reiser che forse è Darver, e poi...LE SORELLE ARMONY, MELODY, ecc e tutti i "cambiamenti" avvenuti con la saga in cui è uscito di scena Reiser: come ti passo una mano di fanta-giallo-rosa (la cioccolata) su un genere nato cyberpunk (la senape).
no, è stata dura staccarsi da NN, ma alla fine non l'ho rimpianto - e poi odio Piani, che sembra quello destinato a prendere in mano le redini della testata. Cmq, tornando OT, mi sembra che i cambiamenti di NN siano molto gattopardeschi, del tipo "tutto cambi perchè nulla cambi". Forse una serie molto più coraggiosa da questo punto di vista è Lazarus Ledd di Ade Capone, dove ogni tot numeri il mondo del protagonista viene regolarmente stravolto: muoiono amici, spariscono nemici, cambia totalmente ambientazione e scopo del protagonista; purtroppo ne leggo le storie quando capita, per cui non posso dirti di più...
Brandon è una testata che personalmente avrei chiuso dopo 10 numeri: è bellissima l'ambientazione e l'atmosfera di sospensione del principio di realtà, ma le storie...mioddio...senza capo ne' coda. Non si può sperperare un "capitale" immenso come l' "atmosfera" della serie a quel modo. Io avrei messo l'autore in prigione per principio.
Dampyr personalmente posso solo consigliartelo: la serie era partita sicuramente male, con storie un po' ripetitive...a volte è eccessivamente pieno di riferimenti "alti" - dalla musica jazz all'opera alla letteratura mitteleuropea - e le storie risultano un po' freddine...e la cosa può dar fastidio perchè Boselli e Colombo sembrano quasi pavoneggiarsi... ma adesso inizia a macinare davvero, e alcune sotrie sono veramente intriganti. La serie, dato il tema trattato - i vampiri, immortali - ha inoltre la fortuna di poter spaziare in epoche diverse o di poter creare storie che corrono su piani temporali parelleli (e forse le storie migliori appartengono proprio a questo "filone"); un altro punto di forza è che riesce a spaziare - a volte forzatamente, a dir la verità - in un sacco di generi non strettamente "vampirici": l'ultimo numero, molto molto carino, per certi versi era quasi intimistico e rosa, sebbene trattasse della vendetta di un demone che incita al cannibalismo!
Ma al di là di giudizi personali più o meno buoni, nessuno di questi fumetti regge il confronto con - ripeto - Ken Parker. Nel fumetto italiano, c'è stato un prima e c'è stato un dopo, e lo spartiacque è stato proprio KP, nato in casa Bonelli e riuscito a stravolgere quella che tu chaimi la "staticità" dell'impostazione bonelliana: dal punto di vista grafico senza stravolgere la purtoppo immortale "gabbia" bonelliana; dal punto di vista della "filosofia della serie" con un personaggio che cambia pelle numero dopo numero - non come il musone NN - imparando dai propri errori e con una continuity della serie da non sottovalutare per l'epoca (se non sbaglio erano gli anni 70). E il montaggio...non è nemmeno più solo fumetto, è già anche cinema...qualcosa che non vedo nemmeno sui fumetti italiani in circolazione oggi. E le storie: Ada, Sciopero!, Lilly e il vagabondo, Diritto e rovescio....mi vengono i lucciconi solo a pensarci. Te lo consiglio vivamente; se riesci a recuperarlo c'era un volume dei Classici del fumetto di Repubblica, altrimenti mensilmente esce il Ken Parker Collection - 2 storie per albo - che purtroppo è già avanti con le "saga". Il prezzo (4 eurozzi e mezzo) è più alto dei fumetti bonelli, ma lo vale tutto.