RIUSCIRA' SILVIO A CONVINCERE PAOLO?

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INES TABUSSO
00venerdì 23 dicembre 2005 19:56

FRATELLO PAOLO:
"Ma non è vero, anzi è ridicolo, insisto: ri-di-co-lo, che esista un presunto conflitto di interessi per il presidente del consiglio perchè suo fratello ha una quota di partecipazione in una società che commercializza elettronica di consumo".


FRATELLO SILVIO:
"Si tratta di una cosa risibile di cui non avevo alcuna notizia. Mio fratello dismetterà immediatamente l'attività sui decoder. Non ero a conoscenza di questo fatto, per così dire, familiare".





Decoder, Berlusconi: accusa inconsistente
venerdì, 23 dicembre 2005 3.14

ROMA (Reuters) - Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi definisce "assolutamente inconsistente" l'accusa del centrosinistra di un suo conflitto di interessi nelle norme che incentivano l'acquisto dei decoder, e si dice sicuro che l'indagine aperta dall'Antitrust gli darà ragione.

"Mi sembra che sia una cosa che dimostri la malafede di chi avanza questa accusa. Sono grato all'Antitrust di avere aperto una inchiesta e sono certo che si concluderà dimostrando l'assoluta inconsistenza dell'accusa", ha detto Berlusconi nella conferenza stampa di fine anno.

Ieri l'Antitrust ha annunciato di avere avviato nei confronti del premier una indagine per presunto conflitto di interessi su segnalazione di alcuni parlamentari secondo i quali gli stanziamenti stabiliti dalla legge Finanziaria a favore dell'acquisto di decoder per ricezione del segnale tv digitale terrestre andrebbero a vantaggio, fra gli altri, della famiglia Berlusconi.

Paolo Berlusconi, fratello del premier, è infatti titolare di una società di decoder.

Mediaset, principale network privato televisivo italiano, è controllato dalla famiglia Berlusconi attraverso la finanziaria Fininvest.

"Si tratta di una cosa risibile di cui non avevo alcuna notizia. Mio fratello dismetterà immediatamente l'attività sui decoder [1]. Non ero a conoscenza di questo fatto, per così dire, familiare. Comunque sono rimasto di sale nel vedere che qualcuno potesse pensare che la Finanziaria sia andata in un certo modo per una cosa tanto risibile, perché c'è qualcuno che distribuisce il 2% di quote di mercato dei decoder", ha aggiunto il premier riferendosi alla qouta di mercato della società del fratello.

Berlusconi ha poi definito "una vergogna" il fatto che i principali giornali italiani oggi abbiano aperto con la notizia dell'indagine a suo carico, e si è detto "sicuro che l'Antitrust mi darà ragione".

Lo scorso 14 dicembre il capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante, aveva chiesto al governo di chiarire se Berlusconi si fosse allontanato dalla sala del Consiglio dei ministri nel momento in cui veniva autorizzata la fiducia sulla Finanziaria nella riunione del 29 settembre, in linea con quanto prevede la legge sul conflitto di interessi.

"La legge sul conflitto di interessi prevede che i membri del governo non debbano prendere decisioni che riguardino familiari fino al secondo grado di parentela", aveva detto Violante durante la discussione in aula sulla Finanziaria 2006. Alla domanda di Violante, il ministro per il Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi aveva risposto: "Non ricordo".
© Reuters 2005. Tutti i diritti assegna a Reuters.
today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2005-12-23T141438Z_01_L23119592_RTRIDST_0_OITTP-TV-BERLUSCONI-CONFLITTO-INTER...



[1]
LA STAMPA
23 DICEMBRE 2005
«IO SONO BERLUSCONIANO, SONO SICURO CHE SI TRATTI DI UNA STRUMENTALIZZAZIONE. DAI DECODER HO RICAVATO SOLO SEI MILIONI»
Paolo Berlusconi: questa è malafede
di Armando Zeni


MILANO. «Una strumentalizzazione ridicola, fatta in malafede». Lo ripete tre volte, «stru-men-ta-liz-za-zio-ne», scandendo la parola con quella cadenza che un po’ richiama il fratello, Paolo Berlusconi, azionista della Solari, la società che commercializza, dice, «500 prodotti di elettronica di largo consumo», vende vari articoli con il marchio Amstrad, produzione cinese, tra i quali i famosi decoder per la tv digitale che hanno dato il là al procedimento dell’Antitrust per un possibile conflitto di interessi del presidente del consiglio.

Scusi, signor Paolo Berlusconi, i presidenti dei gruppi parlamentari dell’Unione alla Camera hanno segnalato all’Antitrust che nella legge finanziaria l’onorevole Berlusconi, assumendosi - le cito - «la responsabilità di atti governativi a favore anche del fratello», è incorso in un conflitto di interessi.

«Alt, per quanto riguarda la questione di sostanza sarà il governo a rispondere. Sono certo che dimostrerà in modo inequivocabile l’inconsistenza delle accuse».

L’ha detto anche il portavoce di suo fratello, Paolo Bonaiuti, usando proprio lo stesso termine: dimostreremo, ha detto, l’inconsistenza dell’addebito.

«Ecco, vede, io questo non lo sapevo ma immaginavo che avrebbe reagito così. E’ talmente ovvio».

Ovvio cosa, scusi?

«Che si tratta di un ridicolo tentativo di strumentalizzazione da parte dell’opposizione. Ma ci ricordiamo, o no, delle rottamazioni? Quelle sì che hanno favorito gruppi più importanti con numeri molto ma molto più elevati».

Resta il fatto che una sua società commercializzi decoder tv e abbia usufruito di una parte degli incentivi stanziati dalla finanziaria del 2004 e rifinanziati, in parte, anche in quella appena varata. O non è vero?

«E’ vero che io sono azionista della Solari, è vero che la Solari commercializza, tra l’altro, decoder con il marchio Amstrad. Ma non è vero, anzi è ridicolo, insisto: ri-di-co-lo, che esista un presunto conflitto di interessi per il presidente del consiglio perchè suo fratello ha una quota di partecipazione in una società che commercializza elettronica di consumo. Hanno persino detto che la Solari avrebbe raddoppiato il suo fatturato grazie ai contributi dello Stato».

E non è così?

«No, a riprova della malafede di chi fa queste insinuazioni».

Qual è allora la verità?

«La verità è che nel 2004 la Solari fatturava 146 milioni di euro mentre quest’anno chiuderà il bilancio a quota 200 milioni: non c’è stato alcun raddoppio».

Un buon 30% di incremento, comunque.

«Sì, ma non per merito esclusivo dei decoder perchè in tutto il 2005 dalla vendita di questi benedetti decoder la Solari ha ricavato 6 milioni di euro: 6 su 200 milioni, il 3% se non sbaglio, 6 milioni che, vado a memoria, sono sì e no il 2% del totale del mercato italiano dei decoder di cui noi, le do un altro dato, ne abbiamo venduti 68mila in tutto il 2005».

Sta dicendo che l’interesse della sua azienda per i decoder è minimale?

«Minimo, noi commercializziamo più di 500 prodotti e cerchiamo di coprire tutto il mercato. Potremmo anche smettere di venderli domani i decoder e magari lo faremo pure ma non certo per il conflitto d’interesse».

In sintesi: tutta una montatura dell’opposizione?

«Senta, io sono berlusconiano, non so se l’ha capito, sono sicurissimo che si tratti di una strumentalizzazione che sarà smontata».
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