PANSA HA SCRITTO

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INES TABUSSO
00venerdì 18 agosto 2006 19:18




L'ESPRESSO
18 agosto 2006
BESTIARIO
I Ds figli di Fassino o di Beriatravaglio?
di Giampaolo Pansa
Governare con una maggioranza zoppa obbliga alla Quaresima. Ma meglio del Carnevale dell'opposizione


Un'accusa che i lettori rivolgono spesso ai giornalisti è di occuparsi troppo di se stessi. Anche la vicenda che riassumerò si presta al rimprovero, perché può sembrare una lite di bottega redazionale. Ma a mio parere non è così. È una storia politica, molto insolita e molto aspra. Insolita perché non accade quasi mai che la firma importante di un giornale ne prenda a ceffoni un'altra sulle pagine della testata che li ospita entrambi. E aspra per le figure dei duellanti e la posta in gioco.

Il giornale in questione è 'l'Unità'. Chi ha preso gli schiaffi è Marco Travaglio. Chi li ha dati è Sergio Staino. Il primo è un giornalista non cresciuto nel Pci, ma diventato la firma più popolare dell''Unità' di oggi. Definirlo non è semplice. Un destro che scrive su un foglio di sinistra? Un giustizialista arroventato? Un fondamentalista, non islamico per fortuna? Qualunque etichetta sarebbe imprecisa. Travaglio è Travaglio. È stato, ed è, un nemico astioso di Berlusconi & C. E oggi che il Cavaliere si dà ai bagordi in Costa Smeralda, ha preso di mira il centro-sinistra al potere. La sua rubrica quasi quotidiana ha per testata 'Uliwood party'. Che immagino voglia significare: adesso facciamo la festa a quelli dell'Ulivo e dintorni, sempre con la stessa cattiveria.

L'altro duellante è Sergio Staino, lui sì cresciuto nel Pci, un grande disegnatore satirico, padre del personaggio di Bobo. Il suo Bobo è il militante paziente e generoso, il mulo indispensabile a ogni esercito, un padre di famiglia ormai cresciuto, ma che ha conservato l'altruismo e l'ingenuità dell'età verde. Perché Bobo si è scatenato contro Travaglio? I motivi possono essere più di uno. Forse la questione dell'indulto, che ha visto Travaglio contrario in modo ferreo. Forse l'amicizia di Staino con Adriano Sofri che ha definito Travaglio 'uno squadrista'. Forse il fastidio per un alieno che si è preso il cuore di tanti lettori del giornale rosso.


Sta di fatto che il 30 luglio e il 6 agosto, Staino ha pubblicato sull''Unità' due pagine di vignette al vetriolo su Travaglio. Dipinto come un corvaccio chiamato 'Il Beriatravaglio', dove Beria sta per Lavrentij Pavlovic Berija, il commissario sovietico agli affari interni, l'organizzatore dei gulag, l'anima nera di Stalin.

È il Beriatravaglio che induce Bobo a pensieri nefandi: Cofferati è un traditore, Fassino un citrullo, D'Alema il demonio della sinistra, Sofri un assassino e via nequiziando sui Cacciatori di Inciuci e sulla Brigata 'MicroMega'. Due paginate che hanno i diviso i lettori dell''Unità'. Dando il via a una guerra interna al giornale, con una grande maggioranza di lettere e di interventi a favore di Travaglio.

Di questo scontro m'importa poco. M'interessa assai di più la posta in gioco. Provo a spiegarmi dicendo che, per quel che ho capito, i tifosi di Beriatravaglio hanno un tratto in comune: l'acidità estremista che li rende intolleranti verso chi non la pensa come loro. E, per citare Bobo, "non sorridono più, guardano il mondo con sospetto e ovunque vedono del marcio". Sono tutti così, i militanti dei Ds? Credo proprio di no. Ma in politica, spesso, sono le minoranze a pesare di più, perché danno il tono all'orchestra. Per il Pci e per i suoi eredi non è una novità. Anche il Partitone Rosso e i partiti che ne sono nati hanno sempre avuto leader più aperti, più moderati, più riformisti di gran parte della base.

Quando intervistai Enrico Berlinguer sulla Nato, era il 1976, lui mi disse che si sentiva più sicuro stando di qua che di là, sotto l'ombrello del Patto di Varsavia. Ma per prudenza non volle che le sue risposte apparissero sull''Unità'. E se nel 1989 Achille Occhetto avesse sottoposto a un referendum tra gli iscritti il suo strappo che segnò la fine del Pci e la nascita dei Democratici di Sinistra, ne sarebbe uscito con le ossa rotte. Oggi si sente suonare la stessa musica per l'indulto. Neppure a me piace che l'abbiano esteso a certi furboni. E comprendo i timori per la sicurezza. Però che poteva fare il centro-sinistra, se è vero (e sottolineo se) che le carceri stavano per esplodere?

Governare un paese come l'Italia, soprattutto con una maggioranza zoppa, obbliga a una Quaresima ininterrotta. Ma era meglio il Carnevale dell'opposizione? Il governo costringe tutti a un esercizio faticoso: di responsabilità, di mediazione, di buon senso moderato, di rifiuto dell'irrealismo. Trovare la strada per una giusta legge finanziaria, o tentar di arginare la guerra esplosa in Medio Oriente, non è come scrivere lettere di fuoco a un giornale per spingerlo a essere sempre più di sinistra, sempre più incazzato, sempre più manicheo. Insomma, è meglio essere figli di Fassino che di Beriatravaglio. I lettori dell''Unità' che ce l'hanno con il povero Bobo sono in grado di comprenderlo? Mi piacerebbe pensare di sì. Ma mi resta il dubbio che molti non vogliano capirlo. E che preferiscano succhiare il chiodo del loro inutile livore.



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