Napoli: “Candide” di Leonard Bernstein

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vanni-merlin
00domenica 14 gennaio 2007 16:49
Il Teatro di San Carlo mette in scena “Candide” di Leonard Bernstein con la direzione d’Orchestra di Jeffrey Tate e la voce narrante di Adriana Asti. Interpreti: Brandon Jovanovitch, Laura Aikin, Stuart Kale. Un’opera per nulla nota in Italia che conterà anche sulle scene ispirate alle opere del pittore Larry Rivers. Nell’anno che precedette il trionfale successo di West Side Story , Leonard Bernstein e la scrittrice Lillian Hellman si lanciarono nell’azzardo di tradurre in musica per il teatro un capolavoro della letteratura illuministica come il Candide di Voltaire (1759) che debuttò a Boston nel 1956. Fu, nelle parole del regista del primo regista Tyrone Guthrie, «come un rifacimento del Crepuscolo degli dèi curato da Rossini e Cole Porter». Bernstein riprese il “Candide” fino all’ultimo, con varie modifiche e aggiunte. La partitura del Candide appartiene alla serie di capolavori che non sono classificabili entro alcun genere, come Il viaggio a Reims di Rossini o Les Contes d’Hoffmann di Offenbach. Candide accoglie in sé una moltitudine di stili e caratteri che si reggono tra loro come in un castello di carte, in bilico tra l’allegria spensierata dell’operetta, il turbinìo spettacolare del musical e il profondo lirismo del teatro musicale classico. Lillian Hellmann e i molti scrittori che negli anni contribuirono alla versificazione del libretto hanno sostanzialmente mantenuto intatto lo schema della vicenda, così come il succedersi dei personaggi del romanzo di Voltaire, che qui diventa il narratore degli eventi. La storia, a sfondo ironico, di un giovane che nonostante le mille traversie non perde mai il suo ottimismo. Ma per Bernstein e la Hellman la storia di Candide divenne un motivo di critica verso le censure del maccartismo e alle “liste nere” degli Anni Cinquanta negli Usa. Al vorticoso succedersi degli avvenimenti di Candide corrisponde un tour de force compositivo che solo un ingegno di pirotecnico virtuosismo quale Bernstein poteva portare a buon fine. Nei ventisette numeri musicali in cui è articolato, Candide rimane, sotto l’apparente leggerezza dell’ironia, uno dei più amari commenti all’ipocrisia con cui la cattiva coscienza del mondo si rappresenta, cercando di nascondere l’autentica natura delle azioni dell’uomo. Sotto il profilo musicale, è da segnalare la brillante e felicissima ouverture, entrata ormai stabilmente anche nel repertorio sinfonico delle grandi orchestre.

Il 20 gennaio
www.teatrosancarlo.it

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