Per questo capitolo dovete ringraziare Niky (Nykyo) che mi ha obbligato a scriverlo dopo aver letto i cinque terribili capitoli successivi, convincendomi che non potevo negare a Severus un intenso momento di gioia e di piacere con tutta la crudeltà che avevo già in serbo per lui.
Pensieri imbarazzanti a briglia sciolta, mentre ancora una volta il desiderio è negato.
Tensioni, litigi, piccole cattiverie e nuove provocazioni, orgoglio ferito ad implorare l’amore.
Difficili confidenze e racconti di sogni, poi solo un bacio a narrare l’amore e il tormento.
Infine un lungo ed erotico massaggio, mentre la nera e seria casacca scivola a terra: gli abiti svaniscono progressivamente e labbra di fuoco sostituiscono le mani…
Vi auguro una piacevole lettura.
Personaggi - Severus e Crystal
Genere - Introspettivo, Romantico, Erotico, Lemon
Rating - R
Prossimo aggiornamento: 28/29 Ottobre 2006.
17. Erotico massaggio
Se per Severus non era stato facile addormentarsi con Crystal fra le braccia, svegliarsi fu una prova ancora più difficile da sostenere, il desiderio di nuovo a torturare il suo corpo ormai sovreccitato. Ma se la sua donna voleva dormire tra le sue braccia, lui non glielo avrebbe più rifiutato, anche se controllarsi e negarsi quel piacere si faceva ogni momento più arduo e doloroso.
Eppure sapeva che non avrebbe ceduto: era importante che Crystal vincesse del tutto le sue paure ed ammettesse esplicitamente d’essere innamorata e di sapere anche lei amare. Nessuno meglio di lui sapeva quanto quell’accettazione era importante per la loro futura felicità.
Fare l’amore con Crystal sarebbe stato in ogni caso meraviglioso, ne era certo, ma per lei sarebbe stato completamente diverso se, al culmine del piacere, avesse potuto abbandonarsi senza più alcuna remora e gridare finalmente il suo amore.
Sospirò piano, chiedendosi quanto tempo ancora ci sarebbe voluto, e se ce l’avrebbe veramente fatta a resistere.
Certo, avrebbe anche potuto concedersi l’effimero sollievo di un solitario piacere, oppure rispolverare quella pozione che qualche volta aveva usato quando le normali esigenze fisiologiche di un giovane uomo si erano fatte troppo impellenti, nei primi anni dopo la caduta di Voldemort. Ma non voleva cedere: in fin dei conti era da tanti anni che era riuscito ad imporsi un ferreo autocontrollo, che con la mente era riuscito a dominare ogni suo più normale istinto, anche quello sessuale.
Quella pozione, poi, avrebbe ucciso il suo desiderio che, invece, per quanto doloroso fosse ormai diventato, lo faceva sentire vivo e normale. Era una sensazione così bella ed intensa, che da troppi anni non provava, per rinunciarci e sedarla con un filtro.
Cercare una solitaria soddisfazione, invece, gli sembrava così squallido in confronto all’amore che provava per Crystal che, no, non voleva proprio ridursi ad usare quel meschino ripiego.
Del resto, la notte il suo corpo trovava spesso un’autonoma liberazione e la sua salute non ne avrebbe certo risentito.
Certo, ora che Crystal dormiva tra le sue braccia, la questione poteva diventare un po’ imbarazzante, ma nessuna pozione al mondo avrebbe mai potuto impedirgli di fare in sogno ciò che si negava da sveglio. Tutto il resto, poi, era solo un’ovvia conseguenza fisiologica, del tutto inevitabile nelle condizioni in cui si trovava. Perché, se solo ci fosse stato un modo per evitarla, lui lo avrebbe già scoperto. Ma, almeno nel sonno, il suo corpo riusciva a prendersi la rivincita sul rigido controllo mentale che si era imposto da innumerevoli anni.
Sì, resistere ancora sarebbe stato molto difficile, ma ce l’avrebbe fatta.
Il pensiero che maggiormente lo sosteneva era la certezza che Crystal lo amava: doveva solo attendere che riuscisse a vincere quella paura di lasciarsi andare all’amore che era così forte in lei.
Certo, nessuno più di lui poteva comprendere quella paura, però non riusciva assolutamente a capire da cosa fosse motivata.
Crystal si mosse: era vicina al momento del risveglio.
Il mago scivolò silenzioso fuori dal letto, il solito sorrisetto ironico sul viso: chissà, magari una bella doccia di primo mattino avrebbe avuto effetto almeno fino all’ora di colazione!
Lo sapeva, quella era una vera e propria fuga: ma dopo la sera precedente, se Crystal ora l’avesse anche solo sfiorato, era certo che sarebbe accaduto l’irreparabile.
E non era il caso, no, non lo era proprio.
*
Erano passate troppe notti da quando Crystal aveva cominciato a dormire nel suo letto e la situazione era ormai diventata insostenibile.
Lui non voleva cedere ma Crystal si dimostrava altrettanto testarda nel non voler affrontare le reali motivazioni che erano alla radice delle sue paure.
Non sapeva più cosa fare per convincerla ad aprirsi completamente con lui, permettendole di aiutarla a venire a capo del suo problema. Però non voleva forzarla e nemmeno violare i suoi pensieri.
I giorni passavano e non riusciva a cavare un ragno dal buco, mentre la voglia di fare all’amore con Crystal, continuamente frustrata, lo stava facendo letteralmente impazzire.
Era evidente che era al limite ed i suoi nervi erano troppo tesi, così quel mattino era stato più sgradevole del solito con i suoi studenti, ma tutto era rimasto sotto controllo fino a quando non si era trovato davanti quelli del terzo anno.
E Crystal.
Già solo vederla entrare in classe gli aveva rimescolato lo stomaco e questo lo aveva immensamente seccato. Rendersi conto che non riusciva a fare lezione come avrebbe dovuto, perché i suoi occhi continuavano a volgersi verso di lei, contribuì ad incrementare la sua irritazione.
La situazione stava diventando insopportabile.
Finì per scaricare i nervi su un paio di studenti particolarmente incapaci e questo fece scattare Crystal che, a quanto pare, era nervosa almeno quanto lui. L’aveva redarguita in malo modo e lei gli aveva risposto con la solita sfacciataggine, così si era ritrovato, assurdamente, a punirla ancora una volta.
Crystal, la sua donna, in punizione!
Doveva proprio essere del tutto impazzito per perdere il controllo fino a quel punto.
Quando tornò nel suo studio, subito dopo la veloce cena, Crystal già lo attendeva. Non sembrava arrabbiata, come lui si aspettava. Anzi, sembrava inaspettatamente compiaciuta e, sì, anche eccitata.
In un attimo se la ritrovò fra le braccia, le labbra golose a cercare le sue per perdersi in un lungo bacio appassionato, il corpo che aderiva voglioso ed ardente al suo.
Non si aspettava quell’accoglienza focosa, ma non seppe sottrarsi e la strinse forte a sé, le mani che, sfuggite per un attimo al suo ferreo controllo, scivolarono sui fianchi della maga e poi sul fondo della schiena per premerla contro di sé, a fare esplodere la sua eccitazione.
Ancora lo stava baciando quando le sue piccole mani corsero a slacciargli con foga i bottoni della casacca dopo avergli sfilato il mantello dalle spalle.
Per Merlino, cosa stava facendo, cosa stava succedendo?
- Cosa diavolo vuoi fare? – esclamò, fermandole le mani con decisione.
La maga si bloccò solo un attimo, stupita:
- Mi hai punita, hai detto davanti a tutti di venire nel tuo studio immediatamente dopo cena… e mi guardavi con quegli occhi di fuoco! – esclamò, mentre con la mano scendeva rapida sul suo ventre fino a raggiungere, sfacciatamente, il rigonfiamento del suo desiderio. – Credevo tu volessi… finalmente… -
Il mago le bloccò la mano con severità e sibilò:
- Nulla è cambiato, per me, se non lo è per te. Tu sei qui per scontare la tua punizione. –
Crystal lo squadrò incredula:
- Stai scherzando? –
- Certo che no! – rispose il mago.
- Ma cosa diavolo ti è preso? –
- Potrei chiederti la stessa cosa! – ribatté il mago, con calma furibonda.
- Ma… Severus… io credevo… avevo capito… -
- Credevi male e hai capito peggio! –
- Insomma basta! – urlò infine Crystal. – Non ne posso più di questa storia insensata. Abbiamo entrambi una voglia pazza di fare l’amore e questo, evidentemente, ci fa sragionare. – cercò di calmarsi e di sorridergli – E’ vero, è colpa mia, ho il terrore di lasciarmi andare e di… dirti che ti amo. Ma ti voglio Severus, ti voglio… per favore… - lo implorò.
Il mago rimaneva immobile e la guardava senza parlare, con un’espressione indecifrabile sul viso pallido e la vecchia freddezza negli occhi neri che riflettevano, come uno specchio impenetrabile, la luce delle torce.
Crystal capì d’aver completamente frainteso il suo comportamento durante la lezione e di essersi cullata in un’illusione sbagliata per tutto il pomeriggio, ma questo la fece solo arrabbiare ulteriormente, impedendole d’accettare il rifiuto che lui, ancora una volta, fermamente opponeva all’offerta del suo corpo.
La Crystal d’un tempo si risvegliò in lei, cattiva e indomabile, e volle solo ferirlo, come lei si era sentita umiliata per il suo imprevisto rifiuto.
- Sai una cosa, Severus? Comincio ad avere l’impressione che i miei supposti problemi siano solo una scusa che ti permette di sfuggirmi e di rinviare la questione solo perché hai una gran paura di fare una pessima figura a letto con me! – esclamò con tono lievemente isterico.
Il volto del mago, incorniciato dai lunghi capelli neri, era molto serio e la scrutava in silenzio, le labbra sottili rigidamente serrate.
- A dir la verità, non hai certo l’aria di uno che ha avuto molte esperienze con le donne. – rincarò, con voce sempre più incerta.
Severus rimaneva sempre zitto, immobile, e la stava guardando con intensità crescente.
Si sentì strettamente avvolta da quello sguardo di fuoco, come in un passionale abbraccio, e si rese conto che era troppo tardi, che non sarebbe mai più riuscita a sottrarsi all’amore di quell’uomo.
Che non
voleva sottrarsi.
Eppure ebbe paura ed arretrò di un passo.
Il mago sorrise appena a quel suo indietreggiare e sussurrò:
- Non serve far l’amore con decine di donne per essere un buon amante, Crystal: basta anche una sola donna, se fai l’amore con amore. –
La maga era intensamente turbata, ma allo stesso tempo ancora irritata.
- Sei tu, invece, che pur avendo avuto molti uomini nel tuo letto, non hai mai imparato ad amare. – sussurrò infine Severus.
Quelle parole l’avevano colpita nel profondo: sapeva che il mago aveva perfettamente ragione.
- Ti amo Crystal e saprò insegnarti ad amare: non sai quanto desidero farlo… quando finalmente ti deciderai a lasciarmelo fare. – sussurrò con dolce intensità – Ma, fino a quel momento, pur se bramo il tuo corpo come neppure puoi lontanamente immaginare,
non voglio averlo. – esclamò con sofferta decisione. – Non ti permetterò di confondermi, nei tuoi ricordi, con un altro uomo qualsiasi. Non intendo diventare solo uno dei tanti esemplari della tua ben guarnita collezione. –
La mano di Crystal scattò veloce in un sonoro schiaffo.
Severus se l’era cercato, l’aveva deliberatamente provocata, ma aveva anche dannatamente ragione.
Lasciò cadere la mano lungo il fianco: avrebbe voluto chiedergli scusa, dirgli che lo amava e che mai lui sarebbe stato solo il ricordo di una notte da collezionare, che lei non era proprio quel tipo di donna, che si stava completamente sbagliando.
Ma sapeva anche che il suo stupido orgoglio glielo avrebbe impedito.
Eppure, in quel momento aveva capito che anche Severus, proprio come lei, aveva paura di amare, di essere deluso, usato e poi abbandonato. Ma che aveva avuto il coraggio di lasciarsi andare, che l’amore che provava per lei era riuscito a vincere la sua paura.
Il mago la stava guardando, di nuovo in silenzio: quello schiaffo irato, in risposta alla sua maligna provocazione, gli confermava che non aveva mai sbagliato a giudicarla. Così ora c’era un lieve sorriso appoggiato appena sulle sue labbra sottili.
E la maga rispose a quel sorriso con il suo, piccolo, fragile e indifeso, ma innegabilmente pieno d’amore.
Fu solo un attimo, nel volgere d’un battito di ciglia Severus l’aveva avvolta tra le sue braccia rispettose e lei stava disperatamente piangendo, il volto premuto sui bottoni della sua casacca, mentre le mani del mago le accarezzavano delicatamente i capelli e la sua voce dolce e profonda sussurrava:
- Lasciati amare Crystal, ti prego! Ho bisogno di amarti e di insegnarti ad amarmi. Ho disperatamente bisogno del tuo amore! –
La maga sollevò il viso solcato dalle lacrime:
- Ti prego, lasciami il tempo… -
- Tutto il tempo che vuoi, amore mio. Ma anche tu devi comprendere le mie paure. Anche per me non è facile, per tanti motivi, lasciarmi andare all’amore. Ma ti amo, immensamente, - sussurrò con passione - perché hai saputo, e
voluto capire, che dietro l’odiosa maschera del Professor Piton batteva un cuore. Non ti sei fermata alle apparenze, come tutti gli altri, sei andata oltre, a risvegliare quel cuore, a convincerlo che poteva ancora sperare nell’amore, a farlo sognare dopo che tutti i miei sogni si erano miseramente infranti, dopo che io,
solo io, li avevo uccisi. – esclamò in un sofferto sospiro – E hai risvegliato anche il mio corpo, che ora ti desidera più di quanto io vorrei e continuamente sfugge al mio controllo. –
- Oh Severus, anche io ti voglio! Perdonami per prima, ma avevo completamente frainteso: evidentemente il desiderio per te mi annebbia il cervello! –
Al mago sfuggì una risatina.
- Ma come diavolo fai a controllarti così? – sbottò la maga.
- E’ solo perché ti amo immensamente, - sospirò Severus - altrimenti t’assicuro che… non potrei resistere neppure per pochi minuti alle tue eccitanti provocazioni. –
Crystal l’osservò di sottecchi, con un’espressione che si faceva sempre più maliziosa, quanto più una particolare idea si assestava nella sua mente. All’improvviso ebbe la consapevolezza che il mago avesse perfettamente capito il suo pensiero: fu quando le sorrise facendo un cenno negativo con il capo. Crystal arrossì lievemente:
- Non negare: è evidente che lo fai! –
Non poteva che essere così: era certa che lui, quando la lasciava, cercava da solo la soddisfazione che si era negato con lei, liberando gli argini del proprio piacere.
- No, non voglio farlo, sarebbe così inappagante… rispetto ad avere te! – sussurrò Severus con amore.
- Ma come puoi resistere, allora? –
Il mago sorrise, lievemente imbarazzato, e la strinse ancora piano fra le braccia:
- Ti sogno amore mio, faccio dei meravigliosi sogni, la notte. Ed il mio desiderio esplode, liberamente, non più controllato e represso dalla mia volontà. –
Severus l’avvinse forte a sé e Crystal poté chiaramente constatare quanto vigorosa fosse l’eccitazione del mago. Sollevò il viso per accogliere l’appassionato bacio che lui voleva donarle. Un lungo bacio infuocato mentre la teneva strettamente premuta a sé, un intenso bacio d’amore che si stemperò lentamente in un lungo sfiorare di labbra ed in lievi carezze ai suoi capelli.
Crystal gemeva di piacere e desiderio abbandonata fra le sue braccia, gli occhi chiusi.
Come sono stanchi i tuoi begli occhi, povera amica!
Resta a lungo in questa posa languida
in cui il piacere t’ha sorpreso:
no, non riaprirli!
Lo zampillo che chiacchiera in cortile
e non tace notte e giorno,
alimenta dolcemente l’estasi
in cui questa sera m’ha immerso l’amore.
Come sboccia in mille fiori
lo zampillo
tra i colori lieti
della Luna!
E che pioggia di lacrime fitte
quando cade!
Pare la tua anima che incendiano
i lampi ardenti della voluttà,
mentre si slancia ardita e rapida
verso i vasti cieli incantati
e che s’effonde poi morendo
in un flutto di triste languore
scendendo da un pendio invisibile
nel fondo del mio cuore.
Come sboccia in mille fiori
lo zampillo
tra i colori lieti
della Luna!
E che pioggia di lacrime fitte
quando cade!
Come sei bella tu la notte!
E che dolce per me, chino sui tuoi seni,
udire il pianto eterno
che singhiozza nelle vasche!
Luna, acqua sonora, notte benedetta,
alberi che rabbrividite intorno,
siete voi lo specchio del mio amore,
voi con quella pura malinconia!
Come sboccia in mille fiori
lo zampillo
tra i colori lieti
della Luna!
E che pioggia di lacrime fitte
quando cade! (1)
Poi Severus sussurrò, quasi a fatica:
- Ti amo… -
Crystal riaprì gli occhi e lo vide, i denti ancora e sempre intenti a torturare le sue labbra sottili: sembrava sul punto di esplodere.
- Severus! Ma come diavolo fai a resistere? –
- Non lo so. Ma non intendo cedere. – sospirò dolorosamente – Voglio il tuo amore, prima del tuo corpo! – esclamò tornando a guardarla con qui suoi luminosi occhi di cristallo nero.
- Perché vuoi torturarti così? –
- Temo sia una mia dannatissima abitudine: è da così tanti anni che mi tormento con rimorsi e sensi di colpa! – sussurrò amaramente – Forse voglio solo ristabilire la parità: gli splendidi sogni in cui faccio l’amore con te hanno scacciato gli incubi che per tutti questi anni hanno angosciato ogni mia notte. – mormorò cercando invano di ripescare da qualche parte il suo ironico sorriso – Visto che non soffro più di notte, evidentemente cerco di recuperare con il tormento diurno! –
- Oh Severus! – esclamò lei scrollando il capo - Ma perché vuoi torturare anche me, allora? -
Crystal affondò il viso nel suo petto: sapeva che ora sarebbe diventata paonazza.
- Ti desidero così tanto Severus, i tuoi baci mi fanno venire una tale voglia che non resisto proprio. Così mi accarezzo e penso a te… sempre più spesso. Non sarà del tutto appagante ma… meglio che niente! –
Il mago le sollevò delicatamente il volto e sussurrò:
- Sei così bella, con questo rossore sul viso! –
- Mi vergogno da morire – mormorò a fatica – ero così sicura che anche tu… -
Severus rimase immobile per un istante, poi la strinse forte tra le braccia e le sfiorò dolcemente le labbra con le sue, sussurrando:
- Povero amore mio! Allora… temo che dovrò trovare una soluzione alternativa. -
Con decisione la sollevò tra le braccia e si diresse nel suo appartamento, tramite il passaggio segreto che usavano sempre affinché nessuno studente potesse avvedersi di loro.
La adagiò lentamente sul letto e rimase a guardarla, con disperata intensità:
- Sei bellissima Crystal, troppo bella per uno come me. –
- Come sei sciocco, Severus… - sussurrò sorridendogli teneramente.
Il mago rimase ancora immobile a rimirarla.
- Cosa vuoi fare? – mormorò la maga, quasi in imbarazzo sotto l’intenso sguardo di quelle iridi di fuoco nero.
- Massaggiarti: sei tutta rigida per la tensione. – rispose, come se fosse la cosa più naturale del mondo in quel momento. – Avanti, distenditi a pancia in giù e lascia che mi occupi della tua schiena. – aggiunse sorridendo mentre terminava di slacciarsi la casacca e la toglieva lasciandola scivolare lentamente a terra.
Crystal ubbidì, non prima di aver lasciato correre lo sguardo lascivo sul corpo magro di Severus: la morbida camicia bianca lasciava intravedere, dai legacci di seta allentati, la sua pelle, altrettanto bianca e delicata, ed i pantaloni gli fasciavano strettamente i fianchi rivelando in modo evidente la sua virile eccitazione.
Sospirò e chiuse gli occhi, attendendo solo le sue mani.
Il tocco leggero delle dita del mago le diede immediatamente i brividi: i suoi abiti scomparivano mano a mano che lui la sfiorava e, dal collo, la sua lieve carezza era ormai giunta alle caviglie; sapeva che il suo corpo, nudo, era completamente esposto al suo sguardo ardente.
E intanto si lascia lisciare
la pelle di seta dorata,
con gli oli e le essenze più rare.
Nel vaso un fior sembra mancare.(2)
Crystal strinse più forte gli occhi quando lo sentì salire sul letto ed inginocchiarsi di fianco.
Le mani di Severus si appoggiarono piano alle sue spalle per cominciare un lungo, languido massaggio, che le avvolgeva piano il collo portandola a rilassarsi completamente. Le dita corsero veloci sulla sua pelle, lungo la colonna vertebrale, fino all’ultimo disco. Poi risalirono lente, allargando la carezza ai suoi fianchi, tornado al collo ed alle spalle.
Un massaggio dolce ed energico al tempo stesso, ma anche carezze erotiche che nutrivano la sua pelle fremente, sensuali lusinghe che alimentavano il suo desiderio.
Crystal affondò il viso nel cuscino e strinse forte le lenzuola tra le mani, cominciando a gemere piano.
Un movimento leggero e Severus era in ginocchio a cavallo delle sue cosce, le mani delicate di nuovo ad accarezzarle le spalle e la schiena. Poi le sue labbra seguirono la scia tracciata dalle dita e Crystal si sentì morire mentre brividi di piacere si diffondevano in profondità per il suo corpo.
Le labbra di Severus sembravano fuoco sulla sua pelle che vibrava al tocco leggero della punta della sua lingua. La leccò piano, succhiò i suoi fianchi, morse i glutei sodi e solleticò la tenera pelle all’attaccatura delle cosce. Poi tornò a baciare il collo e la nuca, a morderle piano i capelli e poi le spalle, mentre le sue mani la carezzavano ancora, scendendo fino alle sue cosce, avvolgendole i fianchi fino ad insinuarsi sul suo ventre.
I gemiti di piacere di Crystal aumentarono d’intensità.
Conoscendo il mio cuore, la mia adorata era là, nuda,
con indosso soltanto i gioielli suoi sonori
………
Che estasi travolgente quel mondo splendente
di metalli e diamanti nella fremente danza
………
Era distesa là e si lasciava amare,
sorridendo di piacere dall’alto del divano
al mio amore profondo e dolce come il mare
che verso lei saliva come contro una scogliera.
Con gli occhi fissi su di me, come una domata tigre,
assumeva pose varie con aria vaga e sognante
e il suo candore unito alla lascivia
dava nuovo fascino alle sue metamorfosi:
braccia e gambe, cosce e reni,
lisce come olio, ondulanti come cigni,
mi passavano davanti agli occhi sereni e veggenti;
il ventre e quei grappoli di vigna dei suoi seni
come si protendevano, più leziosi di Angeli del male,
a turbare il quieto riposo della mia anima
e smuoverla dalla roccia di cristallo
dove s’era rifugiata calma e solitaria!
………
La lampada era già rassegnata alla sua morte
e solo il focolare dava luce alla stanza:
ogni suo sospiro che sprizzava fiammeggiante
inondava di sangue quella pelle d’ambra! (3)
Severus le concesse una breve tregua, ma solo per occuparsi delle sue gambe e dei piedi: un massaggio ancora misto a carezze e baci, con la lingua che scorreva umida sulla pelle, dalle caviglie fino in alto, all’interno delle cosce che le aveva fatto leggermente divaricare. Crystal tremava e gemeva.
Poi Severus fu di nuovo su di lei, seduto appena a cavalcioni all’attaccatura delle gambe nuovamente unite, piegato sulla sua schiena, ad accarezzarla con il suo petto nudo, la leggera camicia di seta svanita nel nulla.
Crystal sentì i capezzoli del mago, piccoli e rigidi, disegnare complicati arabeschi sulla propria pelle che vibrava al loro passaggio. Strinse più forte il lenzuolo tra le dita, quasi a volerlo strappare, mentre la mano del mago s’insinuava ancora sotto il suo ventre, scendendo piano verso l’inguine.
Inarcò la schiena sollevandosi sulle braccia e Severus fece scorrere in alto le mani, fino ad avvolgere i seni e a strofinarle piano i capezzoli, turgidi di desiderio come non mai, mentre con i suoi, dolorosamente rigidi, ancora le sfregava le spalle.
Crystal gemette più forte cercando di voltarsi, ma il mago la fece di nuovo appoggiare al cuscino cercando però le sue labbra per un bacio infuocato dalla passione che stava pervadendo entrambi.
Poi tornò a carezzarle la schiena ed a lambirgliela con le labbra, mentre con il bacino si muoveva sensualmente sui suoi glutei, senza più che i pantaloni si frapponessero quale sottile schermo fra loro.
Crystal si sentì mancare il fiato mentre i battiti del suo cuore accelerarono improvvisamente: Severus si sosteneva sulle braccia e le stava accarezzando la schiena con il suo membro, gonfio e pulsante.
La percorreva piano, disegnando eccitanti carezze con la punta calda e umida, segno di un desiderio fin troppo esacerbato, ma dolorosamente dominato. Lentamente scese verso il basso, fino a premerlo tra i glutei e a lasciarlo poi scivolare giù, piano, stretto tra le sue cosce, alla ricerca della sua eccitata e calda intimità.
Crystal fremette di desiderio mentre Severus la baciava sul collo ed insinuava di nuovo una mano sotto il suo ventre scendendo infine tra le sue gambe, ad accarezzarla là dove il suo desiderio bruciava più del fuoco.
Solo pochi istanti di quelle ardenti carezze e Severus le permise infine di girarsi per cominciare ad accarezzarle e baciarle il seno ed il ventre, per tornare poi a dedicarsi con infinita dolcezza al suo viso ed alle labbra che languidamente lo invocavano tra gemiti di piacere che salivano d’intensità.
- Severus… Severus… -
- Crystal… amore… -
Il mago si morse le labbra mentre si sollevava sulle ginocchia a rimirare la sua donna, la donna che desiderava da impazzire e che voleva amare con tutto se stesso.
Lei allungò le mani per accarezzare la sua eccitazione, che si ergeva imperiosa davanti ai suoi occhi offrendole lacrime preziose di desiderio, ma, con un sorriso malizioso sulle labbra, Severus glielo impedì sussurrando a fatica:
- Se solo mi sfiori con le tue mani… non sarò più capace di resistere… mentre ancora voglio giocare con te e farti godere, amore mio! –
Si chinò ancora su di lei, accarezzandola di nuovo con tutto il corpo, sfiorandole i capezzoli con i suoi ed il ventre con il membro umido, strofinandolo poi sul pube e lasciandolo di nuovo scivolare tra le cosce, a rintanarsi vicino alla sua pulsante intimità.
Con la mano ne diresse la punta ad accarezzare la parte più sensibile, sempre più intensamente, mentre lei gemeva e si contorceva sotto di lui ed il piacere di Crystal saliva improvviso e rompeva gli argini esplodendo tra le sue mani che, insieme al suo membro, la stimolavano così profondamente.
Ancora stava vibrando in quell’orgasmo, quando le dita di Severus si intrufolarono piano in lei e la sua bocca scese a suggere quel nettare di piacere, finché la lingua riprese ad accarezzare deliziosamente il suo prezioso fiore.
Crystal riprese a gemere forte sussurrando il suo nome:
- Severus… Severus… mi fai impazzire. Ti voglio Severus, ti voglio… -
Il mago si stava dedicando esclusivamente al piacere della sua donna, del tutto dimentico di sé, desiderando solo che Crystal godesse ancora, la lingua ad accarezzarla senza interruzione e le dita a penetrarla delicatamente ma con vigore. La maga gemeva forte e tremava.
Continuò a carezzarla con la mano, tornando a cercare le labbra per spegnerle i gemiti con un bacio appassionato, mentre il suo corpo urlava di desiderio ed il suo membro, dolorosamente gonfio e pulsante, di nuovo si adagiava in quella calda culla di piacere. Crystal sollevò appena il bacino per accoglierlo e lui, senza neppure volerlo, si trovò in lei, vibrante di passione.
Per un istante rimase immobile: chiuse gli occhi ed aprì la bocca in un lungo gemito, improvvisamente senza fiato, con il cuore che quasi s’era fermato, travolto da quella fortissima sensazione che sconvolgeva i suoi sensi, avvolto in quella calda intimità pulsante. Riaprì gli occhi, solo per vedere l’estasi sul volto di Crystal: cominciò a muoversi lentamente, sprofondando sempre più dolcemente nel suo corpo, il desiderio irrefrenabile che lo spingeva a cercare infine il proprio appagamento, a possederla fino in fondo, a sfogare la sua voglia. Accelerò il ritmo dei movimenti, sentendola ansimare e fremere sotto di sé, ogni spinta profonda accolta da un mugolio di godimento.
Sentiva il piacere crescere in lei, come un’onda che poco per volta sommergeva ogni razionale percezione, lasciando che l’istinto diventasse l’unico padrone del corpo di Crystal ed annullasse ogni paura.
- Dimmi che mi ami Crystal… dimmelo ora… ti prego… - implorò.
Per un istante la maga riuscì ad aprire gli occhi, colmi di piacere, poi li richiuse e, mentre raggiungeva il culmine dell’estasi, gridò il suo amore:
- Severus… ti amo Severus… -
Il mago sorrise, infinitamente felice:
- Ti amo Crystal, ti amo! - e continuò a muoversi in lei, esaltando il suo godimento e rinnovandolo ancora ad ogni sua spinta, lenta e profonda. Poi scese sulle sue labbra, a raccogliere gli ultimi rivoli di piacere che con immenso amore aveva donato alla sua donna.
Infine uscì da lei, dolorosamente ansimante, e la strinse forte a sé, ancora una volta reprimendo e negando il proprio piacere.
Crystal improvvisamente capì e lo guardò sbalordita esclamando:
- No, non è giusto, non voglio che te lo neghi ancora! –
Severus sorrise a fatica, mordendosi le labbra, e mormorò appena:
- E’ solo per amore che rinuncio completamente al mio piacere. Per offrirlo a te, per farti capire quanto grande è il mio amore, quanto sono disposto a rinunciare ed a soffrire per te, per amor tuo! –
Crystal rimase ad osservarlo, assolutamente incredula.
Severus stava letteralmente impazzendo dal desiderio: già prima di cominciare a fare l’amore con lei era pericolosamente vicino a lasciar traboccare il suo seme e, invece, ancora riusciva ad imporsi quel tremendo controllo, che doveva essere ormai terribilmente doloroso, oltre ogni accettabile limite.
Lo stava facendo solo per lei, per amore, per dimostrarle che lui era diverso da ogni altro uomo e che il suo era vero ed infinito amore.
Solo per aiutarla ad abbandonarsi all’amore e per insegnarle ad amare.
E ci era completamente riuscito, anche se ancora non lo sapeva.
No, non poteva permettergli di soffrire ancora, continuando a negarsi il piacere che le aveva invece generosamente donato quella sera.
- No Severus, non voglio. Ti prego… continuiamo a fare l’amore - lo implorò.
Il mago chiuse gli occhi e sospirò dolorosamente.
- Ti amo Severus! – sussurrò infine Crystal con passione.
Severus spalancò gli occhi: il cristallo nero degli occhi del mago sfolgorava vicino all’azzurro infinito dei suoi, mentre le sorrideva e sussurrava:
- Ti amo Crystal, ti amo, ti amo! –
Poi si girò verso di lei e con ardore la baciò, completamente sopraffatto dalla passione.
La maga scivolò sotto di lui offrendogli di nuovo il suo corpo, con voluttà.
Severus si sollevò sulle braccia e piano, dolcemente, con trattenuto impeto, di nuovo penetrò in lei sussurrando:
- Crystal… amore! –
Ricominciò a muoversi, dapprima lentamente e profondamente, poi sempre con maggior fervore e travolgente passione, di nuovo portandola al culmine del piacere e, finalmente, si permise di godere con la sua donna, inondandola di sé in un’esplosione di lancinante piacere, mentre ancora sussurrava con infinito sentimento:
- Crystal… ti amo, ti amo! – cui facevano eco i dolci sussurri di Crystal:
- Severus… amore! -
(1) Baudelaire, Les Fleurs du Mal, tratto da « Galanterie »: VIII – Lo zampillo.
(2) Baudelaire, Les Fleurs du Mal, poesie aggiunte alla terza edizione: VIII – Assai lontano da qui.
(3) Baudelaire, Les Fleurs du Mal, tratto da Poesie condannate: VI – I gioielli.
[Modificato da Ida59 29/10/2006 18.01]