Liberate don Sandro De Pretis!

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vanni-merlin
00sabato 19 gennaio 2008 00:33
In carcere da oltre 2 mesi, senza nessuna denuncia a carico
18/01/2008


Liberate don Sandro De Pretis!

Sara Milanese


Dal 28 ottobre don Sandro è nella prigione di Gabode, a Gibuti, senza la prospettiva di un processo. Le accuse, che si basano su prove ambigue, sono cambiate più volte: da detenzione di materiale pedopornografico a pedofilia. In caso di una sua condanna, alcune tra le massime cariche di Gibuti sarebbero al sicuro dal coinvolgimento nell’omicidio del giudice francese Borrel, nel ‘95. (Foto di don Sandro: Gianni Zotta, Vita trentina).



Sta per ripartire dall’Italia il vescovo di Gibuti, monsignor Giorgio Bertin, che in questi giorni era a Roma ed ha incontrato il Papa in occasione della visita ad limina. Tema centrale del loro incontro è stato sicuramente don Sandro De pretis, il sacerdote diocesano che dal 28 ottobre è rinchiuso nella prigione di Gabode, a Gibuti, paese dove lavora da quasi 15 anni.
A sua carico non c’è alcuna denuncia, e le accuse con cui è stato messo agli arresti sono cambiate più volte in questi due mesi, in seguito ai vari interrogatori a cui è stato sottoposto. La magistratura gli contesta prima il reato di «pedofilia», poi quello di detenzione di materiale pedopornografico, a causa di alcune foto con i bambini della sua missione. Le stesse foto che proprio don Sandro aveva regalato all’archivio di Vita trentina, il settimanale diocesano di Trento che sta seguendo da vicino il suo calvario, e che lo ritrarrebbero in atteggiamenti normale e di vita quotidiana coi suoi ragazzi. Le autorità ecclesiastiche di Gibuti e quelle trentine rigettano tutte le accuse, e rilanciano: don Sandro è usato come pedina per diffamare la chiesa cattolica nel paese islamico. Inoltre, dietro questa vicenda ci sarebbero interessi legati alle cariche più importanti dello stato, a partire dal presidente Ismail Omar Guelleh.

I legami con il caso Borrel

All’inizio di ottobre l’unico giornale del paese ( di proprietà del governo) inizia una campagna mediatica contro la Francia, dopo la promessa del presidente Sarkozy alla vedova del giudice Borrel, ucciso a Gibuti nel 1995, di fare luce sulla vicenda.


Il giudice stava indagando circa un traffico d’armi e di uranio che legava cooperanti francesi alle massime autorità di Gibuti, sembra avesse anche trovato i mandanti dell’attentato del 1990 al Cafè Paris, un locale di Gibuti, dove morirono 14 francesi, tra cui un bambino. Il suo corpo è stato ritrovato carbonizzato in fondo ad una scarpata. Il caso viene chiuso immediatamente: secondo la magistratura di Gibuti si è trattato di suicidio, il giudice, un cattolico, sentiva forte rimorso perché era un pedofilo. Una seconda autopsia del cadavere, voluta dalla vedova del giudice, afferma però che si tratta inequivocabilmente di omicidio. Le indagini in Francia mettono sotto accusa alcune delle massime cariche di Gibuti, tra cui l’attuale presidente Guelleh. Un caso che sembrava ormai senza conclusione, prima che Sarkozy non provasse nuovamente a riaprire le indagini.
Intanto la campagna "anti-francese" nel paese africano miete una nuova vittima: il 28 ottobre don Sandro viene arrestato.

Nell'attesa del processo


Non c'è nessun processo in vista per don Sandro: potrebbe restare in carcere per mesi. Fortunatament, al momento si trova in buone condizioni fisiche e psicologiche, fanno sapere le suore e il vescovo di Gibuti che lo vanno a trovare tutti i giorni, e può contare su un certo trattamento di riguardo: non è infatti tra i delinquenti comuni, ma in cella da solo.

La Segreteria di Stato del Vaticano ha mobilitato la Farnesina, e si stanno attivando tutti i canali diplomatici possibili, passando anche dalla richiesta di sostegno della Francia. Difficilmente don Sandro potrà essere rilasciato senza accuse. In caso di condanna, l'unica speranza è quella della grazia, e poi dell’espulsione.


Con don Ivan Maffeis, direttore del settimanale diocesano Vita trentina, che per primo ha raccontato la storia di don Sandro in Italia, ripercorriamo tutte le tappe della vicenda, compresi i colelgamenti con il caso Borrel

Ascolta l'intervista


www.nimedia.it/argomentof.asp?idf=101

da: www.nigrizia.it/doc.asp?ID=10404&IDCategoria=108
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