Le piramidi

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Raiden
00martedì 11 novembre 2003 20:07
Riporto volentieri un lungo articolo (che spezzetterò in più post) riguardo alle piramidi egiziane. Purtroppo non ho modo di risalire all'autore, dato che ho ricevuto solo un semplice fiel di testo. Inoltre dovremo rinunciare alle immagini esplicative finché non trovo il link, se Elwood non mi da il permesso ;)
Raiden


Come "Sovrane del tempo", le piramidi si ergono da migliaia di anni in un luogo dal fascino indiscusso e misterioso, imponendo la loro maestosità ed ingegnosa architettura fino ai nostri giorni.
Fin da bambini la storia, quella che ci insegnano dalla scuola dell'obbligo all'Università, le riporta nei libri scolastici come tombe dei faraoni, costruite per mezzo di migliaia di schiavi.
La costruzione della Grande Piramide, intestata a Cheope, si dice abbia richiesto un arco di tempo approssimativo di vent'anni con l'utilizzo di diecimila schiavi per tre mesi l'anno.
Ma quale tecnica così rigorosamente precisa ed avanzata, in un tempo dove il metallo più duro era il rame, fu utilizzata? Sono stati veramente gli antichi egizi per mezzo degli schiavi?
Erano veramente delle tombe? Ed il periodo storico in cui furono innalzate? Penso sia lecito farsi queste domande quando si ha davanti agli occhi il complesso megalitico più imponente sulla faccia della Terra che, non a caso, è l'unica delle Sette Meraviglie del mondo ancora in piedi.
Il problema nasce quando andiamo ad analizzare attentamente le tre piramidi senza tralasciare nulla di scontato.

Attenti studi e ricerche ci riportano che per la Grande Piramide il lavoro architettonico e di muratura è stato di gran lunga superiore a quello richiesto per la costruzione di tutte le cattedrali, le chiese ed innumerevoli cappelle medievali d'Europa.
Il suo volume è trenta volte superiore a quello dell'Empire State Building di New York. Al suo interno può contenere tranquillamente l'immensa Cattedrale di S. Pietro in Roma ed
altre chiese. La sua altezza è stata stimata intorno ai 145 mt e 75 cm, ma originariamente raggiungeva i 150.
Il giornalista inglese Graham Hancock, che l' ha scalata e misurata, ci ha riportato queste misure:

LATO NORD mt 230 e 25,05 cm
LATO SUD mt 230 e 45,35 cm
LATO EST mt 230 e 39,05 cm
LATO OVEST mt 230 e 35,65 cm

E con zelante maniacalità i suo angoli misurano:
NORD EST: 90 gradi, 3 primi e 2 secondi.
SUD-EST : 89 gradi, 56 primi e 27 secondi.
NORD OVEST: 89 gradi, 59 primi e 58 secondi.
SUD OVEST: 90 gradi e 33 secondi.

Ogni misura differisce dall'altra con un margine d'errore dello 0,1 per cento, un risultato da far invidia ad un edificio di piccole dimensioni dei nostri giorni.
Il suo peso consta in 6 milioni e mezzo di tonnellate di blocchi di granito del peso di circa 20 tonnellate ciascuno; in alcuni casi i blocchi superano le 100 tonnellate.
Tutto ciò è incredibilmente sorpendente ed impressionante. La moderna architettura, con l'utilizzo dei mezzi di costruzione contemporanei, non sarebbe in grado di riprodurre qualcosa di simile.
Molte sono le ipotesi portate avanti finora, ma analizzandole una per una crollerebbero come un castello di carte.
Raiden
00martedì 11 novembre 2003 20:10
Teoria delle rampe

Certo che sollevare blocchi dal peso di oltre venti tonnellate non dev'esser stato uno scherzo... e poi perché mettere i blocchi di granito più pesanti a centocinquanta metri d'altezza?

Tra le varie teorie che si contrappongono su COME sono state costruite le piramidi, vi è quella classica delle rampe verticali. Si ipotizza che gli antichi egizi costruirono una rampa inclinata sul quale facevano scivolare i blocchi di granito sfruttando il limo viscido del Nilo.
Soltanto che un "piccolo" problema viene a sorgere: dal momento che la pendenza era molta, la rampa doveva svilupparsi in lunghezza man mano che la piramide cresceva in altezza.
Questo perché sotto il peso della gravità, a quella pendenza, anche le più forti braccia umane non avrebbero potuto spostare massi del peso di oltre 100 tonnellate... e se, come ipotizzano, veniva sfruttato il limo viscido del Nilo sulla rampa, a quella pendenza i blocchi avrebbero preso velocità verso il basso per effetto della Forza di Gravità.
Inoltre la rampa avrebbe dovuto raggiungere una lunghezza di oltre un miglio, con un un volume tre volte superiore a quello della piramide, poiché per sopportare il peso di simili blocchi la sua struttura doveva essere completamente piena. Un simile lavoro avrebbe richiesto uno sforzo ed un tempo 10 volte superiore di quello impiegato per la costruzione di tutte tre le piramidi di Giza. Soltanto ad immaginarlo mi vien da ridere.

L'altra teoria che sfrutta questo principio è quella della rampa a spirale. In questo caso la rampa doveva aggirare la piramide man mano che si procedeva verso la cima. Calcolando una leggera pendenza, intorno al 10%, gli egittologi sostengono che gli schiavi avrebbero potuto farcela. L'unico grande problema della rampa a gomito è che curvando eccessivamente nel salire,
avrebbe causato uno scivolamento dei blocchi sugli schiavi, schiacciandoli. Mi sembra di dover scartare la teoria delle rampe.
Raiden
00martedì 11 novembre 2003 20:14
Gli operai

Tra le altre teorie sulla costruzione delle piramidi, s'è parlato ultimamente anche di operai altamente qualificati. I sostenitori di questa teoria suppongono che i lavori di costruzione non furono effettuati da schiavi (Ebrei secondo chi sostiene questa tesi) ma da operai egizi (ovviamente) con la conoscenza di grandi tecniche avanzate.
Ok, posso pure starci che conoscevano tecniche molto avanzate, ma secondo me è stato tralasciato uno dei problemi più grandi: quello del fisico umano.
Immaginatevi una miriade di persone, di uomini, a spostar massi con un peso medio di 20 tonnellate (i più pesanti superavano le 100) fino a 150 metri d'altezza sotto una temperatura che toccava i 40°... il tutto con una gran coordinazione e uniti dallo spirito di gruppo.
Tutto ciò per cosa?
Per innalzare la tomba più grande di tutti i secoli, destinata a contenere il cadavere (che poi non è stato mai trovato) di un uomo? Considerando anche il fatto che il Faraone era come Dio in Terra, non credo che nessuno non si sia mai ribellato a tutto ciò.
Se veramente vi erano operai "iniziati" alla conoscenza di tecniche avanzate, quindi esseri dotati di un'intelligenza molto sviluppata, non credo che avrebbero costruito una piramide di 150 mt sotto il sole in una terra dove non esisteva la minima ombra di pioggia, felici e contenti di farlo, per farci riposare il Faraone da defunto.
E' proprio l'idea di una tomba piramidale di 150 mt che non riesco a vederla nella testa di uomini così geniali.

Un grande enigma viene poi a sorgere; i massi provenivano da Assuan, una regione a mille km a sud di Giza... come avrebbero potuto trasportare oltre 6 milioni di tonnellate di blocchi di granito per mille km? Con le barchette? Ma dai...
Inoltre i blocchi erano perfettamente levigati...in un'era dove il metallo più duro era il rame, non credo neanche all'idea di un lavoro così utopico come quello della levigazione di 6 milioni di tonnellate di blocchi di granito, con legnetti ed oggetti in rame.

Non lasciando nulla di scontato ed incerto, passiamo ad un particolare importantissimo: la stanza del Re situata nella Grande Piramide. Questa stanza è un parallelepipedo perfetto con un rapporto di 2:1 contenente soltanto un sarcofago. Niente scritte, niente affreschi e geroglifici, niente corpo del faraone ed oggetti funerari... niente.
Beh, mi sembrano un po' pochine le prove per intestare la Grande Piramide di Giza a Cheope. Questo perché se andiamo ad analizzare le tombe della V e VI dinastia di Saqqara, ci accorgiamo di un enorme contrasto: dal vuoto più desolante delle tre piramidi della IV Dinastia ai testi, geroglifici ed affreschi delle piramidi (che oltretutto non hanno niente a che vedere con quelle della piana di Giza) della V e VI dinastia. Non credo minimamente a questo distacco.
L' idea che le tre Piramidi fossero Tombe non la trovo esatta a questo punto. Perché tombe così grandi per un cadavere? Perché Faraoni così megalomani non fecero neanche affrescare l'interno della loro sala?



Conclusioni

Vorrei ora prendere in considerazione le teorie portate avanti per moltissimi anni dal giornalista inglese Graham Hancock, l'ingegnere belga Robert Bauval, John Antony West, e vorrei
ringraziare i nostri concittadini Roberto Giacobbo e Riccardo Luna, autori del best-seller "Chi ha veramente costruito le piramidi e la Sfinge", per il loro contributo a favore.
Quello che ha spinto una popolazione così lontana nei tempi, a costruire quegli enormi "santuari" nessuno sa dirlo con certezza.
S'accavallano teorie di ogni tipo, dagli Egizi ai Navigatori di Atlantide, agli Extraterrestri.

Non credo fermamente ad ogni particolare riportato in ogni singola di queste teorie. Essendo però quelle di Robert Bauval, Graham Hancock e John Antony West secondo me più reali ed affascinanti, preparatevi ad entrare in un mondo mistico ai confini con il tempo e le stelle che vi aprirà nuovi orizzonti, e vi porterà a conoscenza di informazioni diverse, ma più credibili di quelle che la storia tradizionale, gli egittologi e gli storici, finora ci hanno raccontato.

"Se incontri un Dio, uccidilo. Se incontri un tuo antenato, uccidilo. Non avere mai legami, vivi solo per te stesso" - Raiden il Redentore (Signore delle Tempeste di Talos)

[Modificato da raiden il redentore 11/11/2003 20.17]

Raiden
00venerdì 14 novembre 2003 16:13
Disegni celesti e geografia del cosmo
In un lontano passato, quando i cieli erano figli di un Universo più giovane, l'altopiano di Giza era il punto di unione tra Terra e Stelle. Facilitati sicuramente da un'atmosfera più limpida di quella odierna, gli "astronomi" di quel periodo si dedicarono con molta attenzione e rigorosa dottrina, allo studio delle Costellazioni. Ciò avvenne con una precisione Divina se pensiamo che in quei tempi remoti, quando l'Uomo si trovava nell'Età del Rame, non esistevano strumenti di misurazione astronomica.
Queste attente osservazioni possiamo ritrovarle a centocinquanta km a sud di Karnak nel tempio tolemaico di Dendera, dedicato a Hathor, la dea della saggezza e dell'amore, che associavano ai cieli notturni. L'intero edificio è coperto di rilievi che raffigurano una serie di figure astronomiche guidate dai dodici segni dello Zodiaco.

Con maggior precisione però, i riferimenti ad un culto delle Stelle e ad un interesse in particolar modo per i cieli, li troviamo con grande stupore nella piana di Giza. Sappiamo con gran precisione che la Grande Piramide è collocata perfettamente
ad un terzo della distanza tra l'Equatore ed il Polo nord.

Figura 1

Inoltre le tre piramidi sono allineate perfettamente con i punti cardinali, e con maggior precisione questo possiamo riscontrarlo nella Grande Piramide poiché il suo asse meridiano è scostato rispetto al vero Nord-Sud di soli 3/60 di grado.
Non si sta parlando delle direzioni della bussola che si orientano in base al Polo Nord magnetico, ma dei poli geografici del pianeta: Nord e Sud... questo è a dir poco sconcertante.

"Se incontri un Dio, uccidilo. Se incontri un tuo antenato, uccidilo. Non avere mai legami, vivi solo per te stesso" - Raiden il Redentore (Signore delle Tempeste di Talos)

[Modificato da raiden il redentore 14/11/2003 16.14]

Raiden
00venerdì 14 novembre 2003 16:17
Correlazioni stellari
Nel 1984 l'ingegnere Robert Bauval propose una nuova teoria: guardando attentamente dall'alto la piana di Giza, s'accorse che la posizione delle tre piramidi rispetto al Nilo, e lo schema creato dalla diagonale che le unisce, è l'immagine riflessa delle tre stelle della cintura di Orione. Questa prova è sconcertante soprattutto per un fatto: l'allineamento delle tre stelle(Fig. 2) segue una diagonale che s'inclina con la stella
più piccola, DELTA ORIONIS.

Figura 2

Lo stesso allineamento lo ritroviamo a Giza, e la diagonale che unisce le tre piramidi, s'inclina proprio con l'ultima, la più piccola, quella di MICERINO.
Questa correlazione fra Piramidi e Stelle ha messo in luce un enigma impressionante: cielo e terra combaciavano in questo modo soltanto nell'anno 10.500 a.C.
Questo perché la posizione delle stelle cambia lentamente nel tempo a causa del fenomeno noto come Precessione degli Equinozi, causato da un lento movimento oscillatorio dell'asse terrestre in un lungo periodo: 25.920 anni. Com'è possibile questo se le piramidi sono state datate come tombe dei faraoni della IV Dinastia, e cioè intorno al 2.500 a.C.?
Tutto ciò è a dir poco impressionante, ma seguitemi in questo viaggio perché quello che leggerete ora vi lascerà senza fiato.
Raiden
00venerdì 14 novembre 2003 16:20
Camere all'interno della grande piramide
La Grande Piramide presenta al suo interno due sale note con i nomi di "sala del Re" e "sala della Regina". Al contrario delle altre tombe dello stesso periodo, in queste sale non è stato trovato né il cadavere del defunto, né testi, geroglifici, oggetti funerari... soltanto un sarcofago vuoto. Niente di più enigmatico... non capisco come gli egittologi diano così per scontata la loro funzione da camere funebri.

Le pareti presentano in entrambe due condotti (fig. 3) quadrati con il lato di 20 cm che, diretti uno a Nord e l'altro a Sud, ascendono l'interno roccioso della Grande Piramide.

Figura 3

All'inizio si pensava fossero dei condotti di ventilazione, ma poiché quelli della sala della Regina erano chiusi alle estremità, non potendo supportare questa funzione la teoria fu considerata infondata. Tuttavia gli storici sostengono ancora, nonostante non abbiano prove in merito, che la loro funzione era quella di aerazione della "camera funebre"... niente di più inutile per un cadavere.
Raiden
00venerdì 14 novembre 2003 16:23
Ascensori cosmici
Nel 1963 una formidabile scoperta scosse la maggior parte degli studiosi. Un gruppo di ricerca si accorse che i condotti erano orientati rispetto alle stelle con la precisione di un mirino laser.
Quelli diretti a Nord puntavano verso le stelle della costellazione del Drago, mentre quelli diretti a Sud contemplavano le tre stelle della costellazione di Orione(Osiride) e nello stesso tempo la luminosa Sirio (Iside).
Nelle piramidi della V e VI dinastia sono stati ritrovati al loro interno dei testi noti col nome di Testi delle piramidi. Questi scritti, di età posteriore alle tre "Signore di Giza", ci spiegano come il faraone veniva considerato l'incarnazione del Sole e che dopo la sua morte, la sua anima chiamata Ba viaggiava nei cieli e diventava una stella immortale nel magico mondo del Duat.
Il Duat era il regno di Osiride, che veniva identificato con la costellazione di Orione. Secondo questi antichi testi la civiltà in Egitto era stata creata da Osiride in un'antica età dell'oro nota col nome di Zep Tepi (primo periodo).
Orus, suo unico figlio, nato dalla dea Iside, identificata con la stella Sirio, era personificato con il Sole. Durante la loro vita i faraoni erano ritenuti la reincarnazione di Orus.
Alla loro morte venivano sostituiti da un successivo, e la loro anima si tramutava in una stella che raggiungeva Osiride nel magico universo del Duat.
Questo ci indica con chiarezza che le piramidi erano considerate come un "ascensore" da cui le anime dei morti potevano raggiungere con facilità la via per la costellazione di Orione nel Duat.

Figura 4
Raiden
00venerdì 14 novembre 2003 16:26
La Sfinge
Non esiste al mondo monumento più enigmatico ed antico della Sfinge leonina. Come possiamo non emozionarci alla vista di questa enorme statua lunga 73 metri ed alta circa 20 situata, insieme alle tre piramidi, nella piana di Giza?
Da secoli è oggetto di studio di storici, egittologi, archeologi; ma non solo: geologi ed astronomi sono altrettanto coinvolti nel decifrarne il messaggio che vuole mandarci. Dev'essere veramente antica.
Alta più di un edificio di sei piani e lunga come un quartiere di palazzi a schiera, ha i fianchi lisci e scavati dalle erosioni; il collo è puntellato con un collare di cemento al fine di mantenere eretta la testa. Le zampe, ricoperte da un moderno rivestimento di mattoni, appaiono rovinate. Anche il volto, non ben decifrabile, è rovinato e fissa da secoli l'Est, come se stesse custodendo un segreto... come se stesse aspettando qualcosa.

Figura 5

La geologia non è in grado di fornirci una datazione ben precisa, ma si parla ormai da tempo della possibilità che questo gigante di pietra possa avere oltre 10.500 anni. Alcuni pensano possa risalire addirittura all'ultimo Periodo Glaciale, quando non esistevano civiltà in grado di concepire un'opera di questo tipo.
Raiden
00venerdì 14 novembre 2003 16:33
Erosioni, acqua piovana, tempi remoti
Erosioni
Alla fine degli anni settanta John Antony West, un ricercatore americano, era impegnato con lo studio di misteriosi ed oscuri scritti del matematico francese R.A. Schwaller de Lubicz. Nel suo testo Sacred Sciencevi si trovavano commenti inerenti alle inondazioni che colpirono la terra Egizia più di 12.000 anni or sono: "Una grande civiltà deve aver preceduto i vasti movimenti di acque che sommersero l'Egitto, il che ci fa credere che la Sfinge esistesse già, scolpita nella roccia della scogliera occidentale di Giza: quella Sfinge, il cui corpo leonino, eccettuata la testa, mostra segni inequivocabili di erosione provocata dall'acqua"
Il problema sta nel fatto che la Sfinge appare corrosa fino al collo, e questo implica un'inondazione di almeno 20 metri minimo sull'intera Valle del Nilo. E' difficile credere a ciò perchè se la teoria fosse corretta, i blocchi interni del nucleo di pietra
calcarea del cosidetto Tempio Mortuario sarebbero corrosi a loro volta, e ciò significa che l'acqua avrebbe corroso anche la base delle piramidi per almeno 25-30 metri.
Dal momento che ciò non è riscontrabile, cos'è che ha corroso la Sfinge?

Acqua piovana
Nel 1989 John West incontrò un geologo molto stimato dell'Università di Boston: Robert Schoch. Schoch, esperto paleontologo e stratigrafo stentò inizialmente nel credere che la Sfinge fosse più antica di 4.500 anni. Tuttavia cambiò idea nel 1990 quando visitò Giza. Benché gli fu vietato di entrare nel recinto, Schoch osservò con gran minuziosità e rigorosa
professionalità la Sfinge da pochi metri più in là.
Il suo responso fu incredibile: la Sfinge era sì, erosa dall' acqua, ma non furono inondazioni, bensì numerose "precipitazioni atmosferiche". Schoch notò che le erosioni sul corpo e sui fianchi erano formate da canali verticali inconfondibili come quelli che provoca l'acqua piovana nel corso degli anni.
Zahi Hawass, direttore degli scavi di Giza, respinse senza pensarci due volte la teoria dell'erosione da acqua piovana: "E' stato il vento a corroderla per anni".
Ma quale vento... le erosioni del vento hanno un'impronta molto diversa... non formano stretti canali verticali. Fatto sta che l'accesso alla Sfinge era privilegio soltanto di pochi egittologi dal 1978 in poi.
Perché fu vietato a Schoch di visitare la Sfinge da vicino? Perché soltanto pochi egittologi hanno il permesso d'accesso?
Con l'aiuto del rettore della Boston University Schoch ottenne, dopo numerosi tentativi andati a vuoto, ed insistenti proposte, l'autorizzazione per eseguire un vero e proprio studio geologico sulle erosioni della Sfinge.

Tempi remoti
Tornato a Boston, Schoch dopo qualche mese di esami in laboratorio ebbe i risultati definitivi dei suoi studi. Il suo responso, con l'appoggio totale dei paleoclimatologi, si basa sul fatto che piogge insistenti come quelle che avevano eroso la Sfinge cessarono di cadere in Egitto migliaia di anni prima
del 2.500 a.C. Tuttavia non s'allargò molto, ma le prove geologiche elargivano un'ipotesi molto cauta che faceva risalire la Sfinge in un periodo collocabile tra il 7000 e 5000 a.C.
Tutto ciò apparve ridicolo alle orecchie degli egittologi più fedeli. "In quel periodo l'Egitto era popolato da primitivi del Neolitico, abili cacciatori, ma le loro capacità si limitavano esclusivamente all'affilazione di pezzi di pietra e ciocchetti di legno."
John West, entusiasto dei risultati da laboratorio di Schoch, non si fece intimorire dagli egittologi, e si spinse più avanti con la convinzione che la Sfinge doveva esser stata concepita nell'ultimo periodo dell'Era della Glaciazione, in un tempo dove arcani e misteriosi paesaggi dimoravano sulla crosta terrestre: il 15000 a.C.
Tutto ciò sembrerebbe il frutto di molte fantasie se non considerassimo una scoperta tra le più importanti ed incredibili che sia stata mai fatta.
Raiden
00venerdì 14 novembre 2003 16:37
All'alba delle stelle
Una scienza molto importante, l'archeoastronomia, si occupò di datare la Sfinge. Dopo le "teorie" di West e Schoch, si mise in moto un certo interesse con vedute più ampie di quelle che gli egittologi hanno da sempre avuto. Dopo uno studio archeoastronomico, si notò nella Sfinge un importante particolare: che si trova esattamente lungo l'asse orientale - occidentale della necropoli di Giza con il suo serafico ed eterno sguardo perfettamente rivolto ad Est.
E' dunque un indicatore equinoziale di enorme importanza: il suo sguardo fissa il punto preciso dell'alba all'equinozio di primavera. Tutto ciò è veramente impressionante, ma per fondare ancor di più le "teorie" che questo enorme Essere di Pietra risalga a tempi remotissimi, c'è bisogno di qualcosa di più preciso.


La precessione
Nella nostra Era il Sole sorge all'equinozio di primavera nel cielo che ha come sfondo la Costellazione dei Pesci. Tornando indietro sequendo il processo dell'orologio precessionale, ci accorgiamo che nell'equinozio primaverile del 2.500 a.C., Era in cui gli storici e gli egittologi suppongono sia stata costruita la Sfinge, il Sole aveva come sfondo il cielo della costellazione del Toro.
Seguendo una logica nel nostro discorso, ci si aspetterebbe di trovare a Giza un monumento con l'aspetto di un Toro, risalente all'età del Toro. La Sfinge ha invece un aspetto inequivocabilmente felino. Che significato ha tutto ciò?
Sembrano pezzi sconnessi di un puzzle.
Per dare un senso alle prove che abbiamo, l'unico passo da fare è tornare in un periodo molto remoto: il 10500 a.C. Con l'utilizzo di avanzati programmi per computer, inserendo tutti i dati relativi alla posizione della Sfinge rispetto al Sole in quel periodo avremmo una risposta impressionante: immagnando d' esser seduti nel mezzo delle gambe della Sfinge, nel 10500 a.C., guardando verso l'Est vero, vedremmo, nel momento in cui il Sole sta per sorgere, la costellazione del Leone. Non è incredibile?
Le prove sono inconfutabili... un arcano mistero potrebbe essere svelato. Soltanto il tempo potrà indicarci la verità.

Figura 6
Raiden
00venerdì 14 novembre 2003 16:44
In conclusione
Tutto quello che ho scritto è documentato da prove, degne di esser prese in considerazione da tutti noi e soprattutto da persone competenti nel ramo, al fine di poterci guidare verso la via che potrebbe svelarci l'arcano mistero custodito per secoli nella Valle di Giza. Perché gli egittologi e gli storici ritengono eresie la maggior parte di queste teorie, sostenendo le loro, basate su incertezze, casualità, e nulla di fondato?
Come si può dar così per scontato trasportare blocchi di quaranta e più tonnellate da una regione distante mille miglia da Giza e portarli fino a 150 metri d'altezza innalzando i monumenti più imponenti del mondo?
E per scontato, o addirittura per coincidenze, il fatto di riprodurre in terra la mappa stellare del cielo com'era nel 10.500 a.C., gli allineamenti perfetti con i quattro punti cardinali, l'incredibile prova che la Sfinge guardava il sorgere del sole, all'EST vero, soltanto nel 10.500 a.C. quando
iniziava l'"Era del Leone".
E vorrei inoltre citare alcune prove che gli egittologi rifiutano come tali, scartandole a priori con frasi come "fantasie,falsità, storielle per ingenui".

Il sacerdote egiziano Maneto affermò che la civiltà egizia esisteva già 36.525 anni prima della fine della XXX dinastia e nella sua Storia dell'Egitto vi sono documenti e prove. L'opera si perse intorno al IX secolo d.C. ma è giunta, in compendio, fino a noi tramite gli scritti di
Eusebio di Cesarea (IV sec.)
Sesto Giulio Africano (II-III sec.)
Giorgio Sincello (IX sec.).
L'antico Papiro di Torino (XIII sec. a.C.) presenta dati molto più sconvolgenti, e sembra che una gran parte dei dati di Maneto sia contenuta nelle dimensioni della Grande Piramide.
Un'iscrizione attribuita a Cheope, sulla Stele dell'Inventario della XXI dinastia (custodita nel Museo del Cairo) dice che la Grande Piramide e la Sfinge esistevano da molto prima che egli salisse al trono.
Il celebre medium e chiaroveggente americano Edcar Cayce (1877-1945) sosteneva che la Grande Piramide fu costruita dagli Atlantidei nell'arco di tempo di 100 anni tra il 10490 e il 10390 a.C.
Gli stessi riferimenti ci provengono dagli scritti di Platone. Tra le altre prove che testimoniano che le piramidi non erano tombe dei Faraoni:
in nessuna delle piramidi è mai stato trovato il cadavere di un faraone.
i sacerdoti egizi dissero apertamente allo storico greco Erodoto che Cheope (o Khufu) non era mai stato seppellito nella Grande Piramide
quando nel 1954 fu aperta per la prima volta la piramide di Sekhemkhet a Saqqara furono ritrovati molti vasi, gioielli, ma nella "camera del Re" fu trovato un sarcofago in alabastro ancora intatto e inviolato, con i resti di una ghirlanda di fiori. Alla sua apertura, una sorpresa inaspettata: era completamente vuoto.

Una netta differenza distingue i tre colossi di Giza, dalle successive piccole piramidi: queste ultime non hanno il minimo canone di precisione riscontrato nelle precedenti... sono molto piccole ed imprecise. Le prove ci testimoniano, senza incertezze e casualità, che le Piramidi di Giza non erano tombe. Gli egittologi tuttavia s'impuntano sostenendo il contrario non avendo la minima prova in favore. Stiamo parlando di un lavoro colossale, padre di una precisione irraggiungibile ai nostri giorni con tutti gli strumenti necessari e tecnologie all'avanguardia.
Un lavoro ancor oggi non databile, non attribuibile a nessuno con certezza... Giza custodisce un enigma che forse è lì dai primordi della nascita della civiltà umana.

Spero di aver suscitato in voi un interesse che potrà darvi l'input per continuare da soli uno studio ed una ricerca più approfondita sull' argomento.


Qui finisce il lungo articolo, del quale mi riservo per correttezza di pubblicare il nome dell'autore quanto prima. Nessuno ha la pretesa di divulgare la Verità Assoluta, ma seplicemente di fornire un'altra versione ed un altro punto di vista di un enigma che da sempre ci appassiona. Fatemi sapere le vostre impressioni, Raiden.
Arjuna
00mercoledì 26 novembre 2003 14:32
Le piramidi sono affascinanti, le ho viste, sono impressionanti, delle montagne create dall'uomo.
Vero che è riduttivo definirle semplici tombe, eppure non mi sento di condividere le congetture che parlano di interventi extraterrestri o simili, perchè non sono supportate da uno straccio di prova.
Riguardo alla precisione io vi faccio rilevare che gli acquedotti romani mantenevano un'inclinazione costante per chilometri seguendo percorsi molto tortuosi, un capolavoro d'ingegneria che ha sfidato i secoli, realizzato con mezzi molto semplici.
Riguardo alla grandiosità pensate al Colosseo, alla Grande Muraglia Cinese e alla basilica di San Pietro a Roma.
E non è affatto vero che la moderna architettura, con l'utilizzo dei mezzi di costruzione contemporanei, non sarebbe in grado di riprodurre qualcosa di simile, questa è la classica sparata per fare impressione.
Io le considero un'espressione della capacità dell'uomo di realizzare, il giorno che ci saranno PROVE, non congetture, che sono qualcos'altro allora cambierò idea.

Raiden
00giovedì 27 novembre 2003 11:44
Ovviamente non ho la pretesa di considerare quest'articolo come La Verità, Arj... è semplicemente un contributo più o meno credibile alle tante ipotesi elaborate sulle piramidi.

Piuttosto, posso riportare una mia impressione personale: lo scorso anno sono stato in Egitto, ed ho potuto visitare il tempio del Karnak, Luxor in generale, Memnon e la Valle dei Re.
Io vi giuro su quello che volete che i geroglifici dipinti e/o scolpiti sulle pareti dei vari templi non hanno nulla da invidiare ad una stampa per computer. Migliaia di caratteri riprodotti nello stesso identico modo, senza errori né sbavature. Ecco, questo a me ha fatto impressione: perché non ritengo possibile, per quanta bravura potesse avere uno scriba, un decoratore o chi per loro, che non si vedano mai sbavature, abrasioni, scolpiture errate nella roccia. Tutto è uguale, perfetto, troppo preciso per apparire normale.
Arjuna
00giovedì 27 novembre 2003 13:33
Ti chiedo scusa Raiden se sono sembrato polemico, non era mia intenzione.

Effettivamente Karnak e Luxor sono per certi versi perfino più impressionanti delle piramidi, quel colonnato è impressionante.
Riguardo ai geroglifici una cosa, avevo sentito un'ipotesi secondo cui i famosi blocchi non sarebbero blocchi scolpiti di pietra, ma, in realtà blocchi di cemento che una volta solidificato diventa in tutto e per tutto simile alla roccia, una cosa provata da esperimenti chimici realizzati con materiali a disposizione degli antichi egizi.
Quindi, se supponiamo che gli egizi costruissero un'intelaiatura di legno e poi la riempissero un po' per volta perchè non pensare che l'intelaiatura funzionasse come una specie di stampo in modo che poi risultassero i geroglifici?
O forse il composto si induriva gradualmente e c'era un momento in cui era mordibo era possibile ricavare i geroglifici ed eventualmente correggere gli errori.

Raiden
00giovedì 27 novembre 2003 15:49
Macché polemica Arj, si fa per parlare... che senso ha un forum se tutti al suo interno si danno ragione? 8)
Comunque anche io non escludo la possibilità di stampi e cose del genere. Quello che voglio dire è che vista coi propri occhi la cosa fa veramente impressione.

"Se incontri un Dio, uccidilo. Se incontri un tuo antenato, uccidilo. Non avere mai legami, vivi solo per te stesso" - Raiden il Redentore (Signore delle Tempeste di Talos)

[Modificato da raiden il redentore 27/11/2003 21.56]

Rincewind
00mercoledì 17 dicembre 2003 15:28
In effetti la piramide di Cheope non è una tomba, e tutte le camere ritrovate sono vuote.
Al suo interno esiste una struttura di monoliti di pietra del peso di 50 tonnellate l'uno, molto più grossi e pesanti dei piccoli blocchi da 3 tonnellate che costituiscono l'esterno.
La teoria migliore che ho visto è quella di un ingegnere italiano (Mario Pincherle) secondo il quale questi monoliti venivano spinti verso l'alto su una rampa tramite dei blocchi di legno che una volta bagnati si espandevano, spingendo verso l'alto i monoliti.
Esiste una struttura all'interno della piramide di Cheope che questo ingegnere chiama "gun" (cioè cannone) che ha lo scopo di sospingere i monoliti verso l'alto.
La struttura interna, formata da diverse camere sovrapposte che formano una torre che prende il nome di Zed (un simbolo religioso egizio).
Il resto delle pietre funge solo da copertura per lo Zed.
Esiste un suo libro che si intitola "La grande piramide e lo Zed" che spiega chiaramente il procedimento e la struttura e che (da ingegnere) mi sembra assolutamente chiaro e realistico.
Pincherle è partito da uno scritto di Erodoto che parla dei "legni corti" come mezo usato dagli egizi per sollevare i monoliti.
Questo sito vi mostra la piramide e lo zed (spostate la barretta per rendere la piramide trasparente).

www-vrl.umich.edu/project/pyramid/vrml/texkhufu.wrl

Per sapere di più sullo Zed potete cercare su internet ci sono un sacco di siti esoterici che ne parlano.

Consiglio a tutti il libro di Pincherle!!

Ciao!
pagolo81
00lunedì 1 marzo 2004 11:13
Riguardo alle misure io credo sia possibile trovare degli agganci in tutte le opere costruite ed è qindi possibile, se se ne ha volgia, trovare il pi greco in tutte le zone della nostra casa.

Per quanto riguarda la costruzione, io credo che un tempo alcune tecniche fossero più avanzate delle nostre, ma non dovute ad una civiltà superiore, bensi a una necessità di vita.
Se per secoli una civiltà lavora il legno, allora è chiaro che su di esso avrà un esperienza da far invidia ai nostri ingegneri.

Inoltre bisogna ricordare che, benchè la vita media del passato fosse inferiore a quella attuale, intere generazione dedicavano la loro intera esistenza d un mestiere mentre non è cosi per i nostri tempi.
13 anni discuola fino alle superiori.
5 di università.
Arrivati a questo punto abbiamo 23-24 anni e non abbiamo un solo anno di esperienze in un lavoro manuale quale, ad esempio, la lavorazione de legno o della pietra.
Diverso è uno che sceglie l'indirizzo professionale ed ha più anni per fare pratica.
Ad ogni modo un tempo a 20 anni avevano gia 13 anni (o giu di li)di pratica ininterrotta.


Sul fatto che poi adesso sia irrealizzabile, questo è tutto da vedere. Il problema è che la società è mediamente intelligente da chiedersi: "ma perchè sto lavorando a questo progetto?" e se non trova una motivazione più che sufficiente (soldi o altro) non si applica. Da qui la volontà di avere dei finanziamenti che, per realizzare una piramide, sarebbero introvabili.

Ma se per spostare macchinari si preferiscono costruire intere strade che portano fino al punto di arrivo piuttosto che smontare la macchina e portarla pezzo a pezzo, non credo ci siano problemi, attualmente, per costruire una piramide.

altri discorsi sono quelli di cui non si conosce ancora la tecnica utilizzata, ma per la piramide è necessario un solo grande sforzo.
Fabiuzzz
00martedì 2 marzo 2004 19:01
Un'altra teoria simpatica per lo spostamento manuale dei blocchi di grosse dimensioni riguarda la possibilità di infilarli in un cilindro di legno.
Immaginate un cilindro fatto di assi, lungo circa due metri e di diametro ugualmente intorno ai due metri.
Con un "buco" a forma di parallelepipedo nel centro, per tutta la lunghezza, ma di sezione max 1m x 1m, ci sta un pietrone che poi si fa comodamente rotolare con una mano (l'attrito volvente è solo una frazione di quello di strisciamento)

Il solito simpatico ingegnere italiano di cui non ricordo il nome ne ha costruito uno di legno e corde intrecciate, ci ha infilato un pietrone da 5 o 6 tonnellate, e l'ha spinto senza fatica da solo facendolo rotolare. Tutto davanti alle telecamere di Stargate tanto tempo fa.
I curatori del museo egizio gli hanno fatto i complimenti per l'idea...
e non c'erano astronavi nei paraggi, lo giuro!:D
pagolo81
00mercoledì 3 marzo 2004 09:17
questa non la sapevo!

avevo però visto uno scienziato (o un ingegnere) che aveva spiegato come fosse possibile, con un paletto e una corda, tracciare angoli di 90 gradi perfetti.

E' lo stesso discorso del ponte sul fiume (Reno mi pare) fatto fare da Cesare per "stupire" i barbari.
Erano una fracca di uomini certo, ma ci hanno impiegato veramente pochissimo tempo.

Lo stesso esperimento è stato compiuto da un equipe di scienziati e ingegneri su un fiume decisamente più piccolo ma che, in proprorzione al numero di uomini impiegati, avrebbe dovuto comportare un impresa se non uguale, di poco inferiore a quella fatta dai romani.
Ebbene, pur avendo chiesto l'aiuto ad un gruppo di guastatori (esercito) e aver tagliato gli alberi con motosege e averli spostati con gru (cosa che all'epoca non avevano) non ce l'hanno fatta.

Questo però non implica un aiuto esterno, semplicemente i romani sapevano come costruire battipali ed erano maestri nell'uso del legno. Tutto qui.


Per Fabiuzzz
Magari non c'era nessuna astronave, ma chi ti dice che l'ingegnere italiano non fosse in realtà un alieno?
Paura...:?:

[Modificato da pagolo81 03/03/2004 9.18]

Fabiuzzz
00mercoledì 3 marzo 2004 17:57
si, questa l'ho vista anch'io, hanno fatto le debite proporzioni per il lavoro su un fiume più piccolo, e l'hanno fatto vedere a quark, ma non ce l'hanno fatta solo perchè a un certo punto i soldati erano stanchi morti e si sono fermati (c'erano dei medici a monitorare le loro condizioni di salute).
Tuttavia erano quasi alla fine del lavoro e non si deve escludere che la disciplina dell'esercito romano non consentisse al comandante di "frustare" i suoi uomini fino allo sfinimento.
Inoltre erano sicuramente più abituati alla fatica fisica secoli fa: dopotutto si attraversava a piedi l'Europa in marcia con abiti leggeri (e molti chili di ferro addosso, ovviamente).

per il discorso degli angoli retti, basta una corda sufficientemente lunga con alcuni nodi a dividerla in 12 parti uguali e 3 paletti: è il classico teorema di pitagora, che gli egizi conoscevano bene.
Quindi non mi stupisce la precisione della piramide;
ecco un semplice esempio numerico (con teorema di Carnot, per chi vuole verificare):
corda di 120 metri ,errore max sulla lunghezza dei segmenti 1 cm (facile da valutare a occhio piegando la corda)--> risulta un errore massimo di soli 15 primi sull'angolo retto (meno di 0,25°) compatibile con l'errore riscontrato dagli archeologi sulla Grande piramide.

Una volta tracciato il quadrato di base rimanevano i blocchi di pietra....:?:
Fabiuzzz
00mercoledì 3 marzo 2004 18:08
volendo essere pignoli , degli altri ingegneri (questa volta americani) hanno stimato le capacità lavorative di un operaio antico egizio medio (non schiavo), considerando l'alimentazione dell'epoca e la politica di reclutamento dei lavori pubblici del faraone.
Risultato: 10.000 operai , su dieci anni di lavoro, sarebbero stati sufficienti a erigere la montagna di pietra, escluso il lavoro dei decoratori e dei capicantiere.
Bisogna comunque specificare che la popolazione egiziana dell'epoca, intorno alle 100.000 unità, era compatibile con tale operazione, poichè durante le piene del Nilo tutti i contadini interrompevano i lavori nei campi e si dedicavano a quelli pubblici, "regolarmente" assunti dal Faraone e pagati per questo, non certo schiavi. Un modo come un altro per portare a casa la pagnotta. Quindi , se volete una motivazione, non è così difficile da trovare. Che poi i lavori pubblici fossero il rifacimento degli argini e dei canali, la pulitura delle strade dal fango dell'inondazione, o l'erezione di un tempio, non fa differenza. E in ogni caso molti schiavi ( soprattutto dalle regioni interne dell'Africa) erano davvero impiegati in ogni lavoro "inferiore" a integrare la quota di occupazione dello stato.
Nulla di fantascientifico in questo.
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