La legislazione delle piante officinali

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ti61no
00domenica 4 gennaio 2009 19:33
Da decenni ormai il mondo delle piante officinali aspetta l’evolversi di una situazione ferma da troppo tempo: l’ultimo decreto legge riguardante il settore risale al 1981 e siamo tutti fermamente convinti che occorrerebbe invece accrescere la ricerca e sviluppare l’utilizzo delle piante medicinali sia per la realizzazione di farmaci tradizionali, sia per l’integrazione alimentare.

Dopo decenni di assenza di regolamentazione, oggi a livello europeo si assiste alla ricerca di una razionalizzazione effettuata in primo luogo con la direttiva sui medicinali tradizionali ed ora con la proposta di legge sui “claims”, ovvero sulle etichette dei prodotti alimentari, per finire poi con la recente legislazione europea sugli integratori alimentari.

Attualmente in Italia il consumo di erbe per la salute e il benessere è di circa 750 milioni di euro, contro quello della Germania, che ad esempio è 4 volte tanto. Di un prodotto come il Ginkgo biloba è stato fatto notare che si conosce solo il 30% delle potenzialità reali della sua applicazione. E infine un altro aspetto importante è la conoscenza da parte del consumatore: la metà della gente che usa piante officinali lo fa senza alcun controllo, ma anche senza effetti collaterali notevoli, mentre il 15% dei ricoveri ospedalieri sono dovuti a un consumo sbagliato di farmaci.

ti61no
00domenica 4 gennaio 2009 19:47
Orchidea e ginseng a rischio d'estinzione
Circa 20.000 diverse specie di piante officinali vengono utilizzate in tutto il globo terrestre per vari scopi medicinali, ma quasi la metà di queste rischiano l’ estinzione, a causa di raccolte massicce o di cambiamenti troppo drastici del loro habitat naturale. La denuncia è stata effettuata dall’IUCN (Unione Internazionale della Conservazione Naturale).

In particolar modo la Cina, che è uno tra i maggiori Paesi fornitori di piante medicinali, presenta dei rischi notevoli. Alcune specie, come il ginseng selvatico, utilizzato ormai da oltre 2000 anni, sono state inserite nel “Libro Rosso” delle piante in serio pericolo.

Ma anche l’Europa non è da meno: tra tutte le nazioni europee la Germania è la più prolifera per quanto riguarda il commercio delle piante e, in questo caso, le specie più minacciate sono l’orchidea selvatica e la calendula.

Un discorso a parte va fatto invece per l’Himalaya, la quale subisce sempre più pressioni da parte delle industrie farmaceutiche, non solo per prodotti naturali che siano in grado di guarire i mali del XXI secolo, come il cancro o l’AIDS,ma anche per la richiesta delle cosiddette piante tradizionali.

Per tutti questi motivi si sono richieste all’Unione Europea delle misure urgenti per lo sfruttamento sostenibile delle piante medicinali ed aromatiche nel sud-est europeo.
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