L' equazione impossibile. Come un genio della matematica...

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francescoweb
00sabato 10 settembre 2005 12:16

Mario Livio guida il lettore nel territorio dell'algebra e delle formule per risolvere le equazioni. È una storia che parte dagli egizi e dai babilonesi, risolutori delle equazioni di primo e di secondo grado, e prosegue nel Rinascimento italiano, in cui Niccolò Tartaglia, Gerolamo Cardano e Ludovico Ferrari arrivarono a risolvere quelle di terzo e quarto grado. Ma i veri protagonisti del libro di Livio sono due geni, vissuti all'inizio dell'Ottocento e morti giovanissimi, il norvegese Abel e il francese Galois. Entrambi dimostrarono che non poteva esistere una formula per risolvere le equazioni di quinto grado o superiori. E proprio da qui è nata una nuova branca dell'algebra, la teoria dei gruppi.
francescoweb
00sabato 10 settembre 2005 12:16
Una nuova avventura di Mario Livio, astrofisico e direttore della Divisione Scientifica dell’Istituto “Hubble Space Telescope” a Baltimora, alla scoperta dei segreti dell’equazione di quinto grado, quella impossibile, quella “equation that couldn’t be solved”. Dopo i successi di La sezione aurea e La bellezza imperfetta del cosmo, lo scienziato rumeno che coordina il programma del telescopio spaziale Hubble, racconta di come il giovane matematico francese Evariste Galois nel 1832 sia riuscito a fondare la teoria algebrica dei gruppi nel tentativo di risolvere i misteri delle equazioni lineari. La narrazione delle rivoluzionarie idee del “matematico romantico” Galois e del suo collega norvegese Niels Hendrik Abel (1802-1829), il “matematico povero” che soli tre anni prima era giunto alle stesse dimostrazioni, si snoda attraverso gli affascinanti territori della simmetria, percorrendo le strade della matematica sì, ma pure della percezione, della psicologia e della fisica contemporanea. Gli esempi del libro, dal tono vivace e assai stimolante, spaziano dai gusti sessuali delle persone ai giochi-rompicapo (come il celebre cubo di Rubik). Galois e Abel, due vite geniali interrotte rispettivamente a ventuno e a ventisei anni, dimostrarono alla fine che non esistono formule per risolvere le equazioni di quinto grado o di grado superiore: quel che bisogna fare invece è esaminare le “permutazioni delle soluzioni ritenute tali pur senza esserlo veramente”. Ne risulta un volume agile e scorrevole, nel complesso divulgativo e abbordabile anche dai profani delle scienze matematiche, ricco di note, di immagini e di piccole fotografie. Molto positive anche le trenta pagine finali della bibliografia, ricchissima e utilissima.
francescoweb
00sabato 10 settembre 2005 12:16
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00sabato 10 settembre 2005 12:19
Re:

Scritto da: francescoweb 10/09/2005 12.16

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