Jaume Cabré

Ho letto Le voci del fiume.
È il primo romanzo che affronto di quest'autore, ma non sarà l'ultimo.
Con sapienza, mescola generi differenti: mistero, sentimenti, romanzo storico e dramma.
Come fosse il fiume del titolo, l'opera segue più linee temporali e la narrazione si suddivide quindi in rivoli, che dopo qualche pagina tornano a ricongiungersi al corso principale.
Nel 1943-'44, Oriol diviene nuovo maestro del paesino di Torena, nella Spagna Franchista, e deve vivere tra le tensioni crescenti e mai sopite delle due fazioni in lotta, impersonate dal sindaco Varga e dal comdantante Marcò;
negli anni Settanta Elisenda è costretta a correre spesso dietro a suo figlio Marcel, nel tentativo di forgiarne lo spirito e renderlo idoneo a farle da erede.
nel 2001-2002, Tina scopre dei quaderni di sessant'anni prima in una nicchia retrostante la lavagna di una scuola che sta per esser demolita e inizia un'opera di ricostruzione storica. Nel mentre fa fronte alle sue difficoltà familiari col marito Jordi ed il figlio Arnau.
Validi dialoghi, un'attenta e ricca costruzione dei personaggi e l'abile ricostruzione storica rendono questo romanzo affascinante e suggestivo. Il lettore fa inizialmente fatica a raccapezzarsi, perché effettivamente l'autore cambia linea temporale di punto in bianco, senza scindere in due capitoli distinti la narrazione, tuttavia dopo un poco i meccanismi del gioco si fanno manifesti e ci si ritrova avvolti dalle descrizioni delle psicologie, al punto che il finale non è il picco di un crescendo, ma la semplice conclusione di un percorso arricchente.
Approvato!