Yes, chioso: ingenuità a posteriori, perché la conquista della luna è poi diventata un fatto reale (oh well, diamolo per buono
) e dunque ne conosciamo i minimi dettagli e possiamo giocare a "qui ci ha preso, qui ci è andato vicino, qui proprio no".
(HEAVY SPOILERs da qui, Charlie Moon)
Quando Heinlein ne scriveva mancavano all'allunaggio ancora 29 anni nel caso di Requiem e 19 nel caso di L'uomo che vendette la luna. RAH aveva un approccio documentato e realistico e molto di quel che scrive mostra una sorpendente plausibilità tecnica, sia dove inventa basandosi su dati e tecnologie reali sia dove interpola maggiormente con l'immaginazione. Anche il lato imprenditoriale/aynrandiano, nel 1950, è assolutamente sul pezzo. E anticipa clamorosamente l'approccio
corporate allo spazio: DD Harriman è Elon Musk, Richard Branson e Jeff Bezos con settant'anni d'anticipo (e una tempra morale ben diversa, nonostante il capitalismo rampante).
Quel che "fa ingenuo" nel quadro d'insieme sono alcuni dettagli pratici, tipo che dal primo tentativo dai costi gigantesci si passi nel giro di qualche decennio a viaggi frequentissimi gestibili anche da... due persone, un pilota e un meccanico un po' sgarrupato (me lo immaginavo con la chiave inglese e sporco di grasso à la Scotty).
Sembra ingenuo perché sappiamo che nella realtà non è andata così, e questo influisce, ma in questo caso anche perché sembra (a me) un salto troppo forte rispetto alle premesse tecniche ed economiche poste: certo, RAH aveva in mente l'analogia con il volo aereo, che ebbe uno sviluppo incredibilmente rapido, e si aspettava altrettanto per lo spazio vicino.
Oppure, fa sorridere vedere capitani d'industria che stanno per realizzare un'impresa storica preoccuparsi di organizzare anche una mezza truffa con una valigia di francobolli
(qui invece Heinlein aveva colto perfettamante il lato pubblicitario/propagandistico, i club dei piccoli astronauti che mandano il dollaro, eccetera, tutte cose che ci sono state davvero). Fa sorridere ma come scena è assolutamente godibile, sia chiaro.
O ancora, non c'è nessuna quarantena e l'astronauta pioniere appena sbarcato viene assalito dai reporter, che però sembrano volergli rompere le scatole solo sui diamanti che trovano ficcanasando all'interno della navicella (altro tentativo di truffa
ma funzionale al discorso, questo sì assolutamente realistico, su quali conseguenze economiche avrebbe una luna ricca di giacimenti preziosi).
Cose così, sparse, che non diminuiscono il valore dell'opera e il piacere della lettura.
Sash