Il raggio della morte: verità o menzogna?

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Porvius rex
00venerdì 20 luglio 2007 21:07
Guglielmo marconi aveva veramente inventato e sperimentato il raggio della morte? [SM=x751529]
Pius Augustus
00venerdì 20 luglio 2007 21:32
è mia modesta opinione che la seconda opzione sia la più veritiera...
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 09:25
L’inizio del nuovo millennio sembra far rinascere un antico progetto militare, molto in voga negli anni ’30, vale a dire la realizzazione di un’arma dalla quale possa scaturire un raggio capace di bloccare a distanza i motori e di annientare le truppe nemiche. E’ il famoso “Raggio della Morte”.

Con le dovute modifiche, prodotte da necessità contingenti alla nostra epoca, si è letto nei quotidiani nazionali nello scorso novembre che in Italia sarebbe allo studio la realizzazione di uno speciale laser che spara onde elettromagnetiche, capaci di bloccare i motori. L’arma, chiamata “raggio verde” sarebbe in corso di attuazione presso il Centro Interforze di Pisa, nata dallo studio di una perizia su un elicottero caduto in prossimità di un campo percorso dall’ Alta Tensione.

E’ inoltre recente la notizia che esperti del Pentagono avrebbero deciso di stanziare quaranta milioni di dollari per il perfezionamento di uno progetto militare su un’arma a raggi d’energia elettromagnetica ad alta frequenza, capace di provocare un’intensa sensazione di calore e dolore, neutralizzando, in maniera innocua, la persona verso la quale sarebbe stata rivolta l’arma.

Il primo progetto, quello italiano, sarebbe nato dalla necessità di tamponare l’immigrazione clandestina dall’Albania attraverso i famosi “scafisti”, mentre quello americano sarebbe scaturito dal bisogno di contenere i fenomeni di violenza cittadina.

Le due notizie lasciano un po’ perplessi poiché la realizzazione di armi così avveniristiche avrebbe francamente richiesto un livello di segretezza più consistente e delle finalità applicative militari certamente diverse da quelle, seppur gravose, di semplice contenimento dell’immigrazione o dell’ordine pubblico.

La realtà, invece, sembra destinata a far rivivere un copione già conosciuto nel secolo scorso e mirante alla mitizzazione del famoso “Raggio della Morte”.

Cerchiamo allora, tornando indietro nel tempo, di focalizzare meglio il problema.

Alla vigilia della seconda Guerra Mondiale in Italia è sempre più consistente la voce che Guglielmo Marconi fosse riuscito ad elaborare e costruire una nuova arma a dir poco micidiale, capace non solo di bloccare a distanza ogni sorta di mezzo meccanico motorizzato, ma anche di procurarne la distruzione.

Immaginiamo quale valenza politica e militare poteva avere all’epoca una notizia del genere. Settimo Albalustro, fedele collaboratore dello scienziato scriveva nel 1974 nel suo libro che ”la notizia non si smentiva sui giornali, probabilmente perché procurava uno stato d’animo più tranquillo ed un senso di sicurezza in tante famiglie che avevano i loro figli sotto le armi”.

Cosa realmente celassero queste notizie non c’è dato sapere. Si era, secondo alcuni, concretamente lavorato su un’arma micidiale e poi non ceduta al Regime per volontà dello stesso Marconi, il quale ha sempre fermamente dichiarato: ” le mie invenzioni sono per salvare l’umanità non per distruggerla” o forse l’invenzione stessa non è stata portata a termine per la prematura scomparsa dello scienziato? Oppure, come sostengono in molti, si trattava di semplici, per così dire, esperimenti d'emissioni di raggi a microonde finalizzati per la localizzazione d'oggetti in movimento?

Sicuramente negli ultimi anni Marconi sperimentò delle particolari onde, dimostrando come queste avessero degli effetti su componenti elettrici, tali da causare il blocco di generatori, di motori a scoppio, mentre i motori diesel, non utilizzando la combustione elettrica, ne rimanevano esenti. E’ molto strano, però, che tali studi e ricerche non si siano mai ritrovati, neanche dopo la guerra.

Rachele Mussolini, in una sua autobiografia, riferisce che un pomeriggio del giugno del 1936 stava recandosi in macchina col suo autista presso una piccola proprietà agricola di Ostia. Benito, informato a pranzo dello stesso giorno, aveva consigliato alla moglie di percorrere quel tratto autostradale fra le 15 e le 15,30 poiché a quell’ora avrebbe visto qualcosa di sorprendente!

Alle 15,10, infatti, a circa metà del percorso, improvvisamente la loro auto e tutte le altre nella zona si fermarono senza alcun motivo per più di 25 minuti. Erano stati coinvolti una trentina di automezzi in un tratto di strada di circa 200 metri, interessando entrambe le corsie. Alcuni autisti cercavano di controllare sia la quantità di benzina nei serbatoi sia la prestazione delle candele, ma non c’era nulla d'evidente che giustificasse quella sosta forzata, sennonché alle 3,35 tutti i motori ripresero a funzionare come d’incanto.

Rachele, la sera stessa, appena ritornò a Villa Torlonia, venne a sapere dal marito di essersi trovata nel bel mezzo di un esperimento segretissimo, frutto di un’invenzione di Marconi, ma ancora in fase sperimentale. Mussolini aggiunse anche che se lo scienziato italiano “completerà” la sua opera ed erano già in molti a chiamarla “raggio della morte” l’Italia avrebbe avuto, in caso di guerra, un’arma invincibile.

Dopo alcune settimane dall’esperimento sull’autostrada per Ostia, Marconi avrebbe condotto una prova ancora più importante dal punto di vista militare nel cielo di Orbetello, dove sarebbero stati bloccati in volo due aerei radiocomandati.

Queste notizie riportate nel libro “Mussolini Sans Masque - Fayard - Parigi - 1973” ci hanno indotto a telefonare alla giornalista e scrittrice Anita Pensotti, alla quale Rachele Mussolini, deceduta nel 1979, concesse moltissimo tempo per una vasta raccolta autobiografica. Ma la giornalista non ricorda di aver ascoltato tali episodi.

Questo, però, non dissipa il dubbio che Marconi non si sia interessato al cosiddetto raggio della morte. Il progetto più importante che lo scienziato approfondì negli anni ’30 fu la ricerca sulle microonde per via della loro spiccata direzionalità e quindi idonee alla riservatezza delle comunicazioni.

Durante il ’34-’35 gli esperimenti continuarono in tutta segretezza in previsione d'eventuali sviluppi di tipo militare, e fu a questo punto che nacquero le prime voci sul raggio della morte.

Altro particolare curioso fu che durante gli esperimenti si accorsero che se un oggetto attraversava il fascio d’onda, questo subiva un ritorno e poteva essere captato da un apparecchio ricevente posto vicino a quello trasmittente. Marconi era sulla strada dell’apparecchio Radar.

Alcune prove si svolsero all’aperto dove osservatori e giornalisti notarono come certi emettitori erano direzionati verso automezzi militari in movimento che a tratti si fermavano, probabilmente per manovre preordinate, ma tale comportamento determinò l’amplificarsi delle voci sul famoso raggio che bloccava i motori.

Di ufficiale c’è solo la smentita dello stesso Marconi sul New York Herald, edito a Parigi, del 25 giugno 1935, mentre si dimostrò molto più possibilista nel gennaio del 1937 quando fu intervistato da Stephan Lorant per l’Illustrazione Italiana.

Marconi non dedicò molto tempo a questo progetto, i suoi impegni di rappresentanza erano sempre più fitti e gravosi ed inoltre la sua salute peggiorò.

A questo punto viene spontanea una domanda: potrebbe essere stato questo il periodo in cui, sperimentando con le microonde e cercando di capire l’essenza del fenomeno del “disturbo di ritorno”, fosse venuto casualmente a conoscenza del raggio della morte, probabilmente aumentando la potenza ed agendo su altri parametri delle emissioni elettromagnetiche?

Lo scrittore Mario La Stella riteneva che Marconi, nonostante le smentite, continuasse in gran segreto i suoi esperimenti a Sestri Levante, dove era ormeggiato il suo yacht abitazione “Elettra”.

Dopo la sua morte circolarono notizie secondo le quali egli avrebbe affidato “misteriosi segreti” ad una sua collaboratrice.

Nel libro di R. De Felice “Mussolini il Duce” è considerata reale la possibilità che Marconi fosse arrivato alla costruzione di un'arma del genere e dopo essersi consigliato con il Santo Padre non consegnò al Duce la sua invenzione. Mussolini nel ’37 stava per convincere Marconi a cambiare decisione, ma improvvisamente lo scienziato morì portando la sua scoperta nella tomba.

Il dubbio che si trattasse realmente di una “arma a raggi” non si è ancora risolto.

Peter Kolosimo, in un articolo sul Giornale dei Misteri del dicembre 72, scrive che Marconi avrebbe potuto sperimentare su certi tipi di onde elettromagnetiche ad altissima potenza, disturbando le normali funzioni del cervello umano, provocando una specie di pazzia temporanea agente sia sui piloti sia su altri combattenti. A dimostrazione di ciò basta ricordare come gli stormi di uccelli rimangono disorientati quando attraversano da vicino le traiettorie dei radar. Ma tali apparecchi, commenta Kolosimo, non sono tuttavia pensabili e non sono mai stati prodotti. Diverso è il discorso sugli apparecchi che producono il blocco dei motori, esperimenti del genere furono effettuati all’epoca anche in Germania ed in Gran Bretagna, rilevandosi assolutamente non proponibili, in quanto grosse e pesanti attrezzature non superavano la gittata di 25-30 metri.

Le voci sull’ipotetico strumento che produce il “Raggio della Morte” sono però antecedenti di almeno una diecina di anni, poiché la novità di quest’invenzione spetterebbe ad un eccentrico personaggio che porta il nome di Harry Grindell Matthews, nato in Inghilterra nel 1880 e educato a Bristol nel College Merchant Ventures.

A 19 anni partecipò come volontario alla guerra Anglo-Boera dove fu ferito per ben due volte.

Tornato in patria poté dedicarsi a tempo pieno ai suoi interessi nel campo scientifico con studi sull’elettricità, sulla trasmissione della luce, sulla radiotelefonia e sulla sonorizzazione di pellicole cinematografiche.

Inventò fra l’altro una specie di “drone marino” teleguidato per mezzo di raggi luminosi, sfruttando le proprietà fotosensibili del selenio e guidando la barca robot da una distanza di cinque miglia.

Il governo inglese aveva già messo gli occhi sull’operato di questo personaggio e non tardò a stanziare anche delle discrete somme per lo studio di "Torpedini aeree” che avrebbero dovuto dare la risposta britannica agli Zeppelin.

La vera svolta si ebbe nel 1924 quando Grindell Matthews divulgò la notizia al mondo di avere inventato un singolare raggio che riusciva a bloccare i motori in movimento. Si trattava di un congegno elettrico, sicuramente nato da precedenti studi fatti da Nikola Tesla e finalmente realizzati e portati a termine dall’esuberante inventore inglese.

Lo stesso Tesla, aveva dedicato molti studi su come teletrasportare l’energia elettrica basandosi, come lui affermava, su un principio di fisica completamente nuovo. Un simile apparato sarebbe stato anche in grado di produrre elevati effetti nocivi. Lo scienziato croato, verso la fine dei suoi anni, diceva ripetutamente d'essere pronto a divulgare la sua scoperta, ma di tutto ciò n'è rimasta solo la promessa.

Diversamente la scoperta di Matthews era stata mostrata pubblicamente, produceva un raggio invisibile, in modo sconosciuto, che, oltre alla proprietà di arrestare i motori a scoppio, poteva far esplodere a distanza delle miscele detonanti, far saltare in aria le cartucce, far arrossare il filamento di una lampadina elettrica senza che in questa circolasse altra corrente, infine uccidere insetti e piccoli roditori che rimanevano stecchiti dopo soli pochi secondi d’esposizione.

L’inventore chiedeva ad uno spettatore di mettere in moto una motocicletta posta a diversi metri, puntava successivamente il suo congegno ed immediatamente si arrestava il motore. Inoltre se la moto stava sul cavalletto, allontanando la direzione dei raggi, questa riprendeva regolarmente a funzionare.

Anche la dimostrazione con la miscela detonante otteneva una notevole spettacolarità, perché oltre ad incendiarsi produceva addirittura un insieme di raggi scintillanti simile ad uno spettacolo pirotecnico.

Ma senz’altro l’effetto che maggiormente riusciva a sconvolgere la mente umana, e direi anche quella dei militari dell’epoca, era l’azione letale sui roditori.

L’arresto dei motori, le esplosioni e la morte fece giustamente coniare il termine di "Raggio Malefico o Raggio Mortale". Con armi di questo tipo si sarebbero dovute rivedere completamente le tattiche di guerra, anzi sicuramente non ce ne sarebbero più state, poiché la nazione che avesse avuto un simile armamento le avrebbe vinte sul nascere.

La notizia, all'epoca, suscitò grande scalpore e in Italia ne parlò la stampa specializzata come la rivista quindicinale di radioelettricità "Radiofonia". Furono intervistati illustri personaggi del mondo scientifico come il fisico Orso Mario Corbino, allora senatore, il quale si dichiarò alquanto scettico sulla possibilità di trasmettere energia coi raggi e non intravedeva alcuna conseguenza nel settore bellico. Così anche ampie riserve furono fatte dal Senatore Guglielmo Mengarini, ingegnere elettrotecnico, mentre un suo collega, il Senatore Luigi Luiggi, ingegnere del genio civile, esaltò la genialità del Matthews e padre Gianfranceschi, che fu il primo direttore di Radio Vaticana, ammise che un fondo di realtà ci sarebbe dovuta essere.

La sorte volle che Grindell Matthews e la sua macchina diabolica non avessero successo, in Gran Bretagna c’era stato l’interessamento dell’allora Ministero dell’Aviazione, ma la sua invenzione non decollò perché non convinse più di tanto e fu quindi bocciata.

Secondo alcuni il motivo sarebbe da ricercare non nel fatto che la macchina non funzionasse, ma solo nella non praticità del mezzo perché di portata assai limitata, diciotto metri per arrestare i motori, far detonare gli esplosivi e per l’azione letale sui piccoli roditori. E’ troppo poco per un utilizzo in campo bellico dove sarebbero state necessarie delle portate notevolmente superiori.

Secondo altri e tra questi il fisico francese Langevin, allora membro dell’Accademia delle Scienze, si prospettò l’ipotesi di una frode totale. Il Matthews avrebbe semplicemente usato un raggio luminoso su delle cellule fotoelettriche stimolando degli elettromagneti e innescando ingegnosi giochi scientifici abilmente preparati. Tale ipotesi rimane semplicemente una congettura, anche se non dobbiamo dimenticare come lo stesso Matthews in precedenza fece degli esperimenti telecomandando a distanza dei “droni marini” con l’utilizzo di alcune fotocellule.

Il dubbio della mistificazione non è stato mai risolto ed all’epoca l’opinione pubblica già immaginava fantasmagorici scenari di difesa, potendosi finalmente abbattere aerei e dirigibili in volo nel breve istante dell’accensione del raggio e quindi creare una fitta rete difensiva sulle grandi metropoli, nelle quali nessun aereo nemico avrebbe potuto sganciare il loro carico esplosivo.

Dalla storia sappiamo, invece, che tutto ciò non avvenne, forse sarebbero serviti dei forti finanziamenti che non ci furono, forse quel congegno era solo un piccolo giocattolo dimostrativo che non sarebbe mai potuto crescere.

L’unica cosa concreta che la macchina diabolica aveva causato al suo scopritore fu una grave lesione che si procurò ad un occhio ed a nulla valse il suo viaggio presso una famosa clinica oculistica di New York nel luglio del 1924. La risposta fu che i potenti raggi misteriosi avevano compromesso seriamente la funzionalità del suo occhio sinistro.

Nel marzo 1925 ritornò in Inghilterra e riferì di aver venduto il suo brevetto agli Stati Uniti e che stava per trasferirsi in quel paese.

Da allora non si sentì parlare molto di Grindell Matthews fatta eccezione per alcune piccole invenzioni, come ad esempio le proiezioni di luci pubblicitarie dirette sulle nuvole.

Solo nel 1935 si venne a sapere che stava lavorando per il Governo britannico in un bunker sotterraneo armato e difeso fino ai denti per la realizzazione della difesa della città di Londra da eventuali attacchi aerei nemici. Due anni più tardi ampliò le sue ricerche per il rilevamento di sommergibili ad una distanza di 30 miglia.

Morì nel Settembre 1941 a Clydach – Inghilterra.

In seguito le bombe tedesche avrebbero ripetutamente attaccato Londra senza che alcun raggio mortale o altre invenzioni avessero impedito la furia devastante delle esplosioni nemiche.



Comunque nn si può dire che i suoi esperimenti nn avessero avuto un qualche successo!




Giovinezza, primavera di bellezza [SM=x751640] [SM=x751528]
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 11:53
ritengo quindi che l'Italia fascista aveese la possibilità di avere un arma superiore a qualsiasi altra su questa terra, quasi più della bomba atomica, se non meglio [SM=x751547] [SM=x751640]
daetil
00sabato 21 luglio 2007 12:24
Permettimi di essere d'accordo con pius sono decisamente scettico.
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 13:38
Però bisogna riconosciere che degli esperimenti in Italia sono stati fatii e che sono anche abdati molto bene [SM=x751640] bisogna anche dire che l'italia fascista non aveva fondi sufficienti, ma
come è scritto nella parte lunga il nostro governo e quello americano la stanno perfezionando! [SM=x751640]
Lux-86
00sabato 21 luglio 2007 13:40
in assenza di altre testimonianza oltre a quella di donna rachele mi trovi piuttosto scettico.
se non sbaglio nel ventennio c'erano anche delle barzellette sul raggio della morte.
Pius Augustus
00sabato 21 luglio 2007 14:03
Fra l'altro dubito che una nazione che non aveva scarpe da dare ai suoi soldati padroneggiasse una tecnologia post-nucleare...
daetil
00sabato 21 luglio 2007 14:42
Ma soprattutto con la RSI vuoi che i tedeschi non avessero messo le mani? Si sa per certo che alcune ricerchè futuristiche sull'aviazione compiute dagli italiani vennero subito prese dai tedeschi. Si sarebbero lasciati sfuggiare l'Arma di "fine di mondo" ?
Continuo a essere scettico.
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 15:27
La nazione che non poteva fabbricarsi le scarpe era intano all'avanguardia nell'areonautica conseguendo tantissimi primati non ancora battuti oggi, e ricordiamo che anche in termini di cervelli l'Italia non aveva nulaa ad invidiare a qualsiasi altra nazione europa(es Fermi)
C'era la totale sicurezza che , almeno a livello di prototipo, abbiamo concepito quell'arma. [SM=x751640] [SM=x751547] [SM=x751546] [SM=x751586]
Pius Augustus
00sabato 21 luglio 2007 15:34
Re:

Scritto da: Porvius rex 21/07/2007 15.27
La nazione che non poteva fabbricarsi le scarpe era intano all'avanguardia nell'areonautica conseguendo tantissimi primati non ancora battuti oggi, e ricordiamo che anche in termini di cervelli l'Italia non aveva nulaa ad invidiare a qualsiasi altra nazione europa(es Fermi)
C'era la totale sicurezza che , almeno a livello di prototipo, abbiamo concepito quell'arma. [SM=x751640] [SM=x751547] [SM=x751546] [SM=x751586]



la nostra aeronautica avrà anche stabilito dei record,ma quando ci si elevava dal livello artigianale le magagne emergevano:in guerra gli aerei italiani non avevano altro metodo che andare ad occhio per sganciare le bombe,si gonfiavano quando erano in zone umide e si inceppavano in quelle desertiche,la produzione era tanto piccola da essere ridicola e i materiali scadenti.
Ma queste prove sicure ancora non le ho viste,fra l'altro anche fermi da solo senza i mezzi tecnologici americani non sarebbe potuto andare troppo in là.Il punto è che senza una tecnologia industriale dietro nessuna nazione può fare molto.
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 15:44
Itntanto ti vorrei ricordare che gli unici bombarbdieri strategici al livello delle forze alleate non erano tedeschi ma erano Italiani.
Sul fatto dello sganciamento bombe nn sono informato ma ti posso assicurare che, nel 1942 potevamo ancora cofrontarci con le forze alleate. [SM=x751560]
Pius Augustus
00sabato 21 luglio 2007 15:47
Re:

Scritto da: Porvius rex 21/07/2007 15.44
Itntanto ti vorrei ricordare che gli unici bombarbdieri strategici al livello delle forze alleate non erano tedeschi ma erano Italiani.
Sul fatto dello sganciamento bombe nn sono informato ma ti posso assicurare che, nel 1942 potevamo ancora cofrontarci con le forze alleate. [SM=x751560]



quali bombardieri? gli italiani non ebbero mai un bombardiere non dico al livello di quelli tedeschi o inglesi,ma nemmeno al livello di quelli francesi.
L'aviazione italiana creò un ultimo prototipo che poteva competere con quelli alleati nel 43,ma ormai era tardi e praticamente non combattè mai.
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 16:05
daetil
00sabato 21 luglio 2007 16:14
No Pius più di un dato conferma che a a livello di sperimentazione aureonautica eravamo davanti a tutti. il problema è che non avevamo poi la capacità di prudurre. Avevo letto su un articolo anni fa che quando si formo la RSI i tedeschi presero tutte le nostre sperimentazioni trovando cose incredibili tra cui un aereo di forma circolare e di nuovissima concezione. Pare (ma siamo nel campo delle posibilità) che in relatà gli studii sui caccia a reazione che diedero vita al Komet venissero dai nostri laboratori.
Questo però mi fa ancora più essere scettico sull'arma di fine di mondo come mai non se n'è mai avuta traccia? Porvius tu dici che alivello sperimentale è sicuramente stata fatta ma hai qualche elemento che lo dimostri?
Pius Augustus
00sabato 21 luglio 2007 16:14
non ne produssero nemmeno una ventina [SM=x751534] cosa ti ho detto? al livello di una manciata di buoni aerei ci si stava pure (e questi non è che fossero eccezionali,su uno ci morì pure il figlio di mussolini) ma non potevano produrne un numero accettabile,mentre il resto erano baracconi.
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 16:15
Vai a leggere l'articolo grosso!
Pius Augustus
00sabato 21 luglio 2007 16:16
Re:

Scritto da: daetil 21/07/2007 16.14
No Pius più di un dato conferma che a a livello di sperimentazione aureonautica eravamo davanti a tutti. il problema è che non avevamo poi la capacità di prudurre. Avevo letto su un articolo anni fa che quando si formo la RSI i tedeschi presero tutte le nostre sperimentazioni trovando cose incredibili tra cui un aereo di forma circolare e di nuovissima concezione. Pare (ma siamo nel campo delle posibilità) che in relatà gli studii sui caccia a reazione che diedero vita al Komet venissero dai nostri laboratori.
Questo però mi fa ancora più essere scettico sull'arma di fine di mondo come mai non se n'è mai avuta traccia? Porvius tu dici che alivello sperimentale è sicuramente stata fatta ma hai qualche elemento che lo dimostri?



ma si,sono daccordo su questo,ma una cosa sono i progetti una cosa la produzione.Nella battaglia di inghilterra gli aerei italiani cadevano quasi tutti in mare da quanto erano scadenti...
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 16:20
Però a livello di esperimenti eravamo quasi più avanzati dei Crucchi!
E ciò solo per confermare che, a livello di prototipo era possibile che Litalia del Duce avesse uno di questi strumenti elettromagnetici. [SM=x751640] [SM=x751547]
daetil
00sabato 21 luglio 2007 16:21
Re: Re:

Scritto da: Pius Augustus 21/07/2007 16.16


ma si,sono daccordo su questo,ma una cosa sono i progetti una cosa la produzione.Nella battaglia di inghilterra gli aerei italiani cadevano quasi tutti in mare da quanto erano scadenti...



Ah su quello nulla da dire i piloti tedeschi si chiedevano quanto coraggio avevano gli italiani per salire su quelle pericolosissime bagnarole ed affrontare caccia alleati che erano a livello di quelli tedeschi. A livello di produttività facevamo ridere.
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 16:25
A livello di produzione sì, ma nn stiamo andando [SM=x751606] ?

Ps.(gli idrovolanti S.M79 erano definiti dagli ignglesi gobbi maledetti perche avevano mandato a picco diversi spitfire e HURRICANS)
daetil
00sabato 21 luglio 2007 16:31
HAHAHAHA con me e Pius l'OFF TOPIC è standard !
Comunque come dicevo mentre del resto si è avuta notizia ...a me del fantomatico raggio della morte me ne hanno sempre parlato come leggenda. Poi se hai documentazione che prova il contrario sono il primo ad accettarla.
Porvius rex
00sabato 21 luglio 2007 17:03
Lo so però ho cercato uno degli articoli che ne parlano.
(nn ci dimentichimo dell' interesse papale all'oggetto) [SM=x751640]
daetil
00sabato 21 luglio 2007 17:30
Si ma rimaniamo nel campo dei miti. Io non so di nessun dato perciso. mentre dei Velivoli abbiamo tanto di documentazione dei piani di costruzione. Se non ricordo male erano uciti sulla rivista Storia Militare. Ma non te lo do per certo.
Lpoz
00sabato 21 luglio 2007 18:13
Diciamo che l'italia pre guerra, l'italia dei record mondiali, non aveva rivali...
le traversate oceaniche, i record di velocità.

poi, però gli altri ci raggiunsero dal 40 in poi...
Porvius rex
00domenica 22 luglio 2007 13:57
Non si può quindi nn dire che ha livello prigettistico nn eravamo pari,se nn superiori agli altri(i maiali,ecc.). [SM=x751640]
Pius Augustus
00domenica 22 luglio 2007 13:59
Per quanto riguarda i carri armati eravamo pesantemente inferiori,mentre eravamo indietro anche per quanto riguarda il radar e i concetti tattici.
Porvius rex
00domenica 22 luglio 2007 14:21
Sono d'accordo soltanto rguardo ai concetti tattici e ai carri armati pesanti, ma riguardo a quelli medi bisogna ricodare im grandissi modellim13 14 e 15 che davano da torcere a tutti i carri armati inglesi prima dell'arrivo degli americani e nn dimentichiamo i semoventi da 72/38(forse perche nn ricordo bene il nome) e quello da 105! [SM=x751640]
Pius Augustus
00domenica 22 luglio 2007 14:26
Re:

Scritto da: Porvius rex 22/07/2007 14.21
Sono d'accordo soltanto rguardo ai concetti tattici e ai carri armati pesanti, ma riguardo a quelli medi bisogna ricodare im grandissi modellim13 14 e 15 che davano da torcere a tutti i carri armati inglesi prima dell'arrivo degli americani e nn dimentichiamo i semoventi da 72/38(forse perche nn ricordo bene il nome) e quello da 105! [SM=x751640]


filo da torcere agli inglesi? come mai nel 1940 gli inglesi con 20.000 uomini catturarono 200.000 italiani? e di carri ne avevamo eccome eh...
il matilda era praticamente indistruttibile da parte dei nostri "carri medi",che poi erano carri leggeri,come lo erano anche quelli pesanti.La macchina bellica italiana era roba da pulcinella,faceva ridere il mondo,e infatti è crollata come cartapesta alla prima prova dei fatti.
Porvius rex
00domenica 22 luglio 2007 14:51
in fatti non ho detto gli m11/39
ma le serie successive ,con il cannone da 47mm che riusciva a perforare le corazze inglesi! [SM=x751640]
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