IL GOVERNATORE E QUELLE TELEFONATE

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INES TABUSSO
00mercoledì 10 agosto 2005 01:19

"CONFIDENZIALITA' BONARIA E PAESANA" O POSSIBILE REATO?
IL PARERE DI PAOLO CIRINO POMICINO E QUELLO DEL PROFESSOR LUIGI FOFFANI,
ORDINARIO DI DIRITTO PENALE COMMERCIALE ALL'UNIVERSITA' DI MODENA.
INFINE UN'INTERVISTA A MARIA TERESA ARMOSINO, SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA
CON LA DELEGA SUI PROBLEMI DEL CREDITO:



9 AGOSTO 2005 -
"GIORNO/RESTO/NAZIONE"
POMICINO: "ORA FINIAMOLA COI SOLONI DA STRAPAZZO PENSINO A DE BENEDETTI"
Intervista a: PAOLO CIRINO POMICINO
di: NINO FEMIANI
www.difesa.it/files/rassegnastampa/050809/86LT8.pdf


31 LUGLIO 2005
"IL SOLE 24 ORE"
LA TELEFONATA NOTTURNA E I DUBBI SUL REATO
rassegna.governo.it/dettaglio.asp?d=6607258





09/08/2005
IL MATTINO
L?INTERVISTA


ANTONIO TROISE Roma. «Ora la Banca d?Italia deve correre sul terreno dell?autoriforma.
Altrimenti interverremo con un emendamento». A Maria Teresa Armosino, sottosegretario
all?economia con la delega sui problemi del credito, è toccata proprio la
patata bollente di Bankitalia. Nell?intervista spiega la strategia del governo
per fare fronte alla bufera che ha investito la banca centrale. Critica la
richiesta di dimissioni del governatore arrivata dall?opposizione. E annuncia
che il Comitato per il credito e il risparmio, dedicato all?esame delle vicende
di via Nazionale, si svolgerà la prossima settimana, probabilmente il 20
agosto. Che cosa succederà? «Il Cicr è il luogo in cui Fazio potrà finalmente
fornire informazioni ed elementi ufficiali sulle scalate alle banche e le
decisioni di Via Nazionale. Non credo, naturalmente, che la riunione risolverà
tutti i problemi sul tappeto. Ma la prudenza è d?obbligo. In questi ultimi
giorni si è discusso come se il governo avesse il potere di destituire il
governatore della Banca d'Italia. Non lo può fare. Al di là del problema
per così dire istituzionale e giuridico, la cautela si impone ancora di più
di fronte al processo mediatico che è andato in scena sulle pagine dei quotidiani.
Una situazione aberrante». Si riferisce alle intercettazioni? «Mi riferisco
alla pubblicazione di queste conversazioni private. Che, inevitabilmente,
mettono alla gogna soggetti e persone. Mi rendo conto, ovviamente, del fatto
che queste critiche devono essere contemperate con la libertà di stampa.
Ma credo che si possa dire con franchezza che qui a qualcuno è sfuggita qualche
informazione che non doveva e poteva essere data». L'opposizione chiede le
dimissioni di Fazio. Che cosa ne pensa? «Non è questa la soluzione. Significherebbe
ripetere l'errore fatto in passato quando si è ridotta tutta la discussione
sui poteri di Bankitalia ad una lite Tremonti-Fazio. Il problema che ci troviamo
di fronte è molto più ampio: bisogna riscrivere le regole dell'istituzione».
E a chi tocca farlo? «In primo luogo alla Banca d'Italia, che deve accelerare
i tempi per l'autoriforma. Alcuni colleghi della maggioranza sostengono che
il governatore si muoverà solo dopo l'intervento del governo. Mi pare che
anche questa sia una sorta di piccola schermaglia, come quei bambini che
litigano per vedere chi per prima deve muovere un soldatino». Ma se non dovesse
arrivare l?autoriforma, che cosa farà il governo? «In primo luogo c?è la
legge sul risparmio. È questo lo strumento a disposizione dell?esecutivo
e sarà attivato a settembre». Si è parlato anche di un decreto... «Confermo,
c'è anche questa ipotesi. Anche se al momento la strada maestra dovrebbe
essere quella di un intervento al disegno di legge sul risparmio». Quali
saranno i punti principali dell'eventuale emendamento alla riforma? «C'è
una forte convergenza sul mandato a termine. Ma per quanto mi riguarda, bisognerebbe
intervenire anche sul terreno della collegialità. L?Italia è l?unico paese
dove le decisioni della banca centrale sono affidate ad un solo uomo». Sia
sincera: quanto ha pesato la vicenda Bankitalia sul declassamento deciso
ieri da Standard & Poor?s? «Non troppo. È da tempo che l?Italia ha un problema
di credibilità. Dagli scandali Cirio, Parmalat, Giacomelli e chi più ne ha
più ne metta...». Che cosa farà il governo dopo questa nuova doccia fredda
sul rating? «È un dato che richiede attenzione, consapevolezza e rigore.
Attivando, tanto per cominciare, tutti quei meccanismi di controllo della
spesa pubblica. È necessaria una svolta e servono decisioni rapide».
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