I Torriani: una signoria dimenticata.

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Riccardo.cuordileone
00lunedì 15 gennaio 2007 14:23
Visto che recentemente in un topic è spuntato il nome di Napo Torriani, ho deciso di postare un breve riassunto dell'avventura milanese dei Torriani, una casata poco nota dei quali molti ignorano l'esistenza, questo grazie anche alla lacunosa informazione storica italiana.

Per introdurre l'argomento è necessario però fare un passo indietro.

Milano dal comune alla signoria

La trasformazione del comune milanese in signoria naque in conseguenza alla battaglia di Cortenova (1237) dove la seconda Lega Lombarda, scesa in campo contro Federico II, subì una grave sconfitta.



Miniatura dalla Cronica di Giovanni Villani dal codice Ghigi (XIV sec.), in cui appare il carroccio caduto nelle mani dei soldati imperiali di Federico II.


Alla fine di quella nera giornata i milanesi tantarono di ritirarsi ordinatamente, dopo aver distrutto il Carroccio, per non farlo cadere in mano imperiale. L'esultante Federico gli inseguì e giunse a catturare i resti del Carroccio (che mandò a Roma come trofeo di guerra). Oltre che dall'impero i Milanesi furono offesi dai Bergamaschi che si misero ferocemente a dar loro la caccia, sterminando quanti ne scovarono.
Gli sfortunati, o i fortunati, reduci trovarono rifugio presso Pagano della Torre, un signore della Valsassina che li accolse civilmente e gli ospitò a lungo finchè furono pronti a ritornare alla loro città.

La Lega Lombarda aveva perso, i comuni erano in continua lotta tra loro e come se non bastasse ricominciarono le lotte fra fazioni cittadine, che a Milano videro scontrarsi plebei e patrizi. Dunque la civiltà comunale si trovò davanti ad un triplice fallimento politico: il fallimento contro le forze imperiali, il fallimento delle illusioni di solidarietà tra comuni e il fallimento delle speranze di ordinata e pacifica vita cittadina.

Pagano della Torre, il saggio, il pacificatore.

Alla luce di questo fallimento bisognava ricominciare tutto da capo. E poichè la cosa più importante da fare era ristabilire l'ordine dentro le proprie mura, i milanesi chiamarono in città Pagano della Torre, che si era meritato la loro fiducia in precedenza, e gli conferirono la dignità di podestà, capo del popolo e difensore della plebe. Una carica con speciali attribuzioni militari e politiche per la difesa dei ceti bassi e medi contro la prepotenza delle classi ricche dominanti.
Podestà della quale Pagano fu degno e che utilizzò con saggezza tanto da meritarsi dopo la sua morte, avvenuta nel 1241, questa iscrizione sulla sua tomba nel cimitero di Chiaravalle: "Il magnifico duce e difensore del popolo ambrosiano, rivendicatore della giustizia, splendore dei grandi, arca di sapienza, sommo difensore dell'alma madre la Chiesa, fiore amabile di questa patria, nella cui morte tutto il decoro italiano (inteso nord italia) vien meno, ahi! Pagano della Torre, nostro liberatore, sparì: la sua ombra si aggira tra questi spechi".

Continua...
Riccardo.cuordileone
00martedì 16 gennaio 2007 11:27
I Torriani da uomini del popolo ad oppressori



Stemma dei Torriani


L'esperimento iniziato con Pagano continuò con Martino della Torre, che pur continuando ad appoggiarsi alla parte popolare, cercò anche l'intesa con i nobili.

Anche se in questi primi tempi vigevano ancora forme repubblicane il governo signorile cominciò a diventare assoluto. Perciò alcuni nobili si ribellarono a Martino che gli confinò o li proscrisse fuori dallo stato.
Come in passato i "fuoriusciti" si armarono contro Milano, alleandosi al ghibellino Ezzelino da Romano. Lo scontro decisivo si ebbe a Cassano d'Adda nel 1259, i guelfi ebbero la meglio, Martino vinse ed Ezzelino venne ucciso sul campo.

In questo modo il potere torriano si consolidò ulteriormente; a Martino succedette suo fratello Filippo e inseguito la signoria passò a Napoleone, il famoso Napo Torriani.

Nonostante la vittoria torriana lo scontro tra Guelfi e Ghibellini rimaneva ancora aperto. In questo periodo i due schieramenti non conservavano più l'antico significato. La tradizione vuole che Milano sia guelfa, guelfa è anche la signoria dei Torriani, che fu ben accetta dal popolo e dai mercanti milanesi, questo bastò perchè i nobili, loro avversari, si atteggiarono a Ghibellini.
A guidarli durante il governo di Napo però fu un arcivescovo, Ottone Visconti, che il Papa aveva destinato alla diocesi milanese e che i Torriani (guelfi) non vollero accogliere in città. Ne seguì così per la guelfissima Milano, una scomunica papale.

Il regime signorile intanto incominciò a manifestarsi nei suoi aspetti meno simpatici: per conservarsi al potere Napo non esitò a compiere crudeltà che gli alienarono il consenso popolare; anche i balzelli delle tasse furono smoderatamente aumentati, questo per far fronte ai costi della guerra civile che ora si era estesa a tutta la Lombardia occidentale, poichè Novara, Pavia e Como si allearono ai ghibellini milanesi.

La fine dei Torriani e l'avvento dei Visconti

Nel corso del tempo il conflitto mutò leggeremente dal punto di vista politico, si iniziò a parlare di Torriani e Visconti e non più di Guelfi e Ghibellini, gli interessi di classe vennero meno e si cominciò a diffondere un sentimento più nazionalista che politico.

Nel 1276 le forze viscontee cominciarono ad organizzare un attacco con intenti decisivi.
Goffredo da Langosco comandava l'esercito visconteo, occupò Arona e vari punti strategici dell'Ossola, grazie anche all'aiuto delle fedeli popolazioni locali. Nel frattempo Ottone conquistò la Rocca di Angera con 3/4 mila uomini.
Napo sorpreso riuscì a reagire e inviò ad Angera il figlio Cassone con 500 soldati d'elite tedeschi forniti dall'imperatore Rodolfo d'Asburgo, che cominciarono ad assediare la rocca.
Goffredo allora fece marcia verso Angera con il suo esercito di 4/5 mila armati composto da milanesi, sepriani, pavesi, genovesi, castigliani e da uomini locali.

Lo scontro si ebbe in una zona paludosa detta Guassera, l'esercito di Goffredo sbaragliò i tedeschi ma in loro soccorso arrivò Napo in persona, che alla testa di 10 mila uomini circondò a tenaglia i viscontei e gli sconfisse.

Ottone che nell'occasione riuscì a fuggire con il suo esercito venne inseguito sconfitto a Castelseprio dalle truppe di Napo coadiuvate dai locali. Locali che non dimenticò, difatti nel 1287, una volta al potere, darà l'ordine di radere al suolo il paese.

Il Visconti però non si arrese, si recò a Zornico, nell'attuale Canton Ticino dove organizzò un nuovo esercito e mosse nuovamente verso sud.
I Viscontei ebbero la meglio in una battaglia navale presso Germignana e puntarono verso Arona e Angera, con un attacco fulmineo però Napo gli costrinse a ritirarsi verso Como.
Qui dopo aver eliminato i filo-torriani, Simone da Locarno pose la sua base e conquistò Lecco e dintorni, nel frattempo Ottone con il grosso dell'esercito inziò a muoversi verso Milano.

Napo fiducioso nella sua superiorità si attestò a Desio. Qui però si accorse di essere in minoranza e si rinchiuse nella città in attesa del figlio Cassone che si trovava a Cantù.
Ottone però non aspettò e il 21 Gennaio 1277, all'alba, lanciò subito l'assalto alle mure di Desio. Il suo esercito era composto in maggioranza da contadini e paesani reclutati a forza nel comasco e nel lecchese.
I Torriani non resistettero molto e sull'orlo della sconfitta vennero messi al tappeto da un'insurrezione viscontea della popolazione locale.



Affresco della rocca di Angera che ritrae Napo Torriani che si arrende ad Ottone Visconti


Napo venne risparmiato da Ottone che lo consegnò ai comaschi, questi invece dopo mesi di prigionia lo chiusero con cinque persone in una gabbia di ferro appesa alla torre del Baradello dove morì il 16 Agosto 1278.

Cassone invece cercò di rientrare a Milano ma i milanesi glielo impedirono, così trovò rifugio a Parma. I milanesi spontaneamente distrussero le case dei torriani e consegnarono la città ad Ottone, il primo dei dodici Visconti.



Ottone Visconti Arcivescovo di Milano


FINE

[Modificato da Riccardo.cuordileone 16/01/2007 11.28]

DarkWalker
00sabato 20 gennaio 2007 20:57
qua a Como si miancciano i bambini dif are la stessa fine di Napo Torriani.
Una signoria piuttosto sfortunata...
Riccardo.cuordileone
00sabato 20 gennaio 2007 21:08
Re:

Scritto da: DarkWalker 20/01/2007 20.57
qua a Como si miancciano i bambini dif are la stessa fine di Napo Torriani.
Una signoria piuttosto sfortunata...


E' sorprendente e deludente allo stesso tempo notare come certi personaggi e fatti storici siano conosciuti o sconosciuti a seconda della città in cui ci troviamo.

A milano ad esempio nessuno, a parte gli appassionati, conosce i Torriani; a Milano non si studiano i camuni, cosa invece normale nel varesotto o nella bergamasca; sempre nel varesotto studiano i celti, nelle scuole milanesi non esitono; e così per vari argomenti.
Lux-86
00sabato 20 gennaio 2007 21:20
be' qua i celti non li ho mai sentiti nominare, ma poi la storia come la si fa dipende molto anche dall'insegnante. mia madre faceva la maestra all'elementari e stava molto dietro alla storia di Como, perciò già alle elementari i suoi alunni studiavano la cmmo preromana, como romana, i comuni, la battaglia di san fermo etc... tutte cose che io ho fatto a malapena alle medie.

cmq qua il buon napo è troppo famoso [SM=x278640]
DarkWalker
00sabato 20 gennaio 2007 22:24
no beh i celti li si studia, quasi sempre ci scappa dentro una gita a un museo gallo dedicato.
A Milano, poi non so, negli ultimi tempi mi sembra che, fortunatamente, i celti stanno riguodagnando punti rispetto, ad esmepio, agli etruschi o altre civiltà antiche.
Strano però che a Milano i torriani non siano molto conosciuti
Lux-86
00sabato 20 gennaio 2007 23:19
tsè celti, da come sono descritti dagli autori antichi preferirei essere discendente dei francesi. [SM=x278653]

ho controllato comunque: Napo Torriani effettivamente si suicidò fracassandosi la testa contro le sbarre dopo 18 mesi di prigionia, e i Comaschi furono così crudeli poiché, quando era signore di MIlano, lui aveva fatto rinchiudere il Comasco Simone di Muralto in una gabbia infissa sul muro del palazzo comunale per 12 anni. Simone sopravvisse e quando catturarono Napo dopo la battaglia di Desio lo ripagò con la stessa moneta.
Evidentemente napo non aveva la stessa tempra di Simone, tempra che contraddistingue solo i Comaschi [SM=x278634] [SM=x278632]
Riccardo.cuordileone
00domenica 21 gennaio 2007 11:21
Re:

Scritto da: DarkWalker 20/01/2007 22.24
no beh i celti li si studia, quasi sempre ci scappa dentro una gita a un museo gallo dedicato.
A Milano, poi non so, negli ultimi tempi mi sembra che, fortunatamente, i celti stanno riguodagnando punti rispetto, ad esmepio, agli etruschi o altre civiltà antiche.
Strano però che a Milano i torriani non siano molto conosciuti


No qua a Milano i celti non venivano proprio nominati, figuriamoci una gita. Ora si è fatto qualche passo avanti ma niente di più, per quanto ho potuto sentire da conoscenti dicono che al nord c'erano i celti, popolazioni barbare indoeuropee. basta tutto qui.

E comunque non si studiano approfonditamente neanche i visconti, è uno scandalo, chi si studiano invece: i medici. [SM=x278644]

Per non parlare poi del medioevo, si passa dai romani, ai longobardi (e i visigoti?), poi a carlo magno, i comuni e poi siamo già nel rinascimento. E poiters? Roncisvalle? le crociate? La guerra dei cent'anni? Gugliemo il conquistatore? I vichinghi? I mongoli? ecc ecc.

L'istruzione italiana fa schifo! [SM=x278630]
DarkWalker
00domenica 21 gennaio 2007 20:45
ma infatti per quanto riguarda la storia dei propri territori, sarei favorevole a integrazioni su materie determinate dalle regioni.
E' che si fa fatica a mettere nelle zucche italiche persino i baislari concetti grammaticali(e io ne sono un fulgido esmpio :D), figuriamoci la storia nazionale e quella locale...
Dovrebbero istituire dei circoli per volentersi^^
Da noi solo all'università, e olo per il volere e il carismo di un professore, si impara qualcosa della storia comasca dai liguri in poi
Lux-86
00domenica 21 gennaio 2007 21:32
storia locale, roba mai sentita. in cinque anni di liceo l'unica cosa di storia locale che ho saputo è che Como ha fatto le Cinque Giornate contemporaneamente a Milano. Addirittura nessuno sa che sono esistite ben due città di Como, una antica preromana ed una Romana fondata da Giulio Cesare in persona.
Bisognerebbe fare un po' di storia locale ma per quello che visto nella mia carriera scolastica la Storia è già una cenerentola e non si arriva mai all'età contemporanea, se aggiungiamo ore di storia locale non si arriva a fare nemmeno Napoleone. Bisognerebbe abolire qualche materia inutile, tipo l'inglese [SM=x278640]
Riccardo.cuordileone
00lunedì 22 gennaio 2007 11:10
Bravo, la matematica ad esempio. [SM=x278632]
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