I Torriani da uomini del popolo ad oppressori
Stemma dei Torriani
L'esperimento iniziato con Pagano continuò con Martino della Torre, che pur continuando ad appoggiarsi alla parte popolare, cercò anche l'intesa con i nobili.
Anche se in questi primi tempi vigevano ancora forme repubblicane il governo signorile cominciò a diventare assoluto. Perciò alcuni nobili si ribellarono a Martino che gli confinò o li proscrisse fuori dallo stato.
Come in passato i "fuoriusciti" si armarono contro Milano, alleandosi al ghibellino Ezzelino da Romano. Lo scontro decisivo si ebbe a Cassano d'Adda nel 1259, i guelfi ebbero la meglio, Martino vinse ed Ezzelino venne ucciso sul campo.
In questo modo il potere torriano si consolidò ulteriormente; a Martino succedette suo fratello Filippo e inseguito la signoria passò a Napoleone, il famoso Napo Torriani.
Nonostante la vittoria torriana lo scontro tra Guelfi e Ghibellini rimaneva ancora aperto. In questo periodo i due schieramenti non conservavano più l'antico significato. La tradizione vuole che Milano sia guelfa, guelfa è anche la signoria dei Torriani, che fu ben accetta dal popolo e dai mercanti milanesi, questo bastò perchè i nobili, loro avversari, si atteggiarono a Ghibellini.
A guidarli durante il governo di Napo però fu un arcivescovo, Ottone Visconti, che il Papa aveva destinato alla diocesi milanese e che i Torriani (guelfi) non vollero accogliere in città. Ne seguì così per la guelfissima Milano, una scomunica papale.
Il regime signorile intanto incominciò a manifestarsi nei suoi aspetti meno simpatici: per conservarsi al potere Napo non esitò a compiere crudeltà che gli alienarono il consenso popolare; anche i balzelli delle tasse furono smoderatamente aumentati, questo per far fronte ai costi della guerra civile che ora si era estesa a tutta la Lombardia occidentale, poichè Novara, Pavia e Como si allearono ai ghibellini milanesi.
La fine dei Torriani e l'avvento dei Visconti
Nel corso del tempo il conflitto mutò leggeremente dal punto di vista politico, si iniziò a parlare di Torriani e Visconti e non più di Guelfi e Ghibellini, gli interessi di classe vennero meno e si cominciò a diffondere un sentimento più nazionalista che politico.
Nel 1276 le forze viscontee cominciarono ad organizzare un attacco con intenti decisivi.
Goffredo da Langosco comandava l'esercito visconteo, occupò Arona e vari punti strategici dell'Ossola, grazie anche all'aiuto delle fedeli popolazioni locali. Nel frattempo Ottone conquistò la Rocca di Angera con 3/4 mila uomini.
Napo sorpreso riuscì a reagire e inviò ad Angera il figlio Cassone con 500 soldati d'elite tedeschi forniti dall'imperatore Rodolfo d'Asburgo, che cominciarono ad assediare la rocca.
Goffredo allora fece marcia verso Angera con il suo esercito di 4/5 mila armati composto da milanesi, sepriani, pavesi, genovesi, castigliani e da uomini locali.
Lo scontro si ebbe in una zona paludosa detta Guassera, l'esercito di Goffredo sbaragliò i tedeschi ma in loro soccorso arrivò Napo in persona, che alla testa di 10 mila uomini circondò a tenaglia i viscontei e gli sconfisse.
Ottone che nell'occasione riuscì a fuggire con il suo esercito venne inseguito sconfitto a Castelseprio dalle truppe di Napo coadiuvate dai locali. Locali che non dimenticò, difatti nel 1287, una volta al potere, darà l'ordine di radere al suolo il paese.
Il Visconti però non si arrese, si recò a Zornico, nell'attuale Canton Ticino dove organizzò un nuovo esercito e mosse nuovamente verso sud.
I Viscontei ebbero la meglio in una battaglia navale presso Germignana e puntarono verso Arona e Angera, con un attacco fulmineo però Napo gli costrinse a ritirarsi verso Como.
Qui dopo aver eliminato i filo-torriani, Simone da Locarno pose la sua base e conquistò Lecco e dintorni, nel frattempo Ottone con il grosso dell'esercito inziò a muoversi verso Milano.
Napo fiducioso nella sua superiorità si attestò a Desio. Qui però si accorse di essere in minoranza e si rinchiuse nella città in attesa del figlio Cassone che si trovava a Cantù.
Ottone però non aspettò e il 21 Gennaio 1277, all'alba, lanciò subito l'assalto alle mure di Desio. Il suo esercito era composto in maggioranza da contadini e paesani reclutati a forza nel comasco e nel lecchese.
I Torriani non resistettero molto e sull'orlo della sconfitta vennero messi al tappeto da un'insurrezione viscontea della popolazione locale.
Affresco della rocca di Angera che ritrae Napo Torriani che si arrende ad Ottone Visconti
Napo venne risparmiato da Ottone che lo consegnò ai comaschi, questi invece dopo mesi di prigionia lo chiusero con cinque persone in una gabbia di ferro appesa alla torre del Baradello dove morì il 16 Agosto 1278.
Cassone invece cercò di rientrare a Milano ma i milanesi glielo impedirono, così trovò rifugio a Parma. I milanesi spontaneamente distrussero le case dei torriani e consegnarono la città ad Ottone, il primo dei dodici Visconti.
Ottone Visconti Arcivescovo di Milano
FINE
[Modificato da Riccardo.cuordileone 16/01/2007 11.28]