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dichiarato lo stato di guerra. BUSH FERMARE L'ESCALATION
Bombe russe sulla Georgia
«Li costringeremo alla pace»
All'alba i caccia di Mosca hanno bombardato il porto di Poti. Trentamila in fuga. «Corridio umanitario»
TBLISI(GEORGIA) - Le forze russe stanno conducendo in Ossezia del Sud, regione separatista della Georgia, un'operazione militare per «costringere la parte georgiana alla pace». Lo ha detto il presidente russo Dimitri Medvedev. «Nessun obiettivo in Georgia può dichiararsi al sicuro» hanno poi aggiunto forze governative russe.
BOMBARDATA POTI - Ma le parole del presidente russo suonano particolarmente sinistre dato che ormai in Georgia è in corso una vera e propria guerra. All'alba i caccia di Mosca si sono diretti verso la capitale georgiana Tbilisi. Due sono stati abbattuti dalla contraerea. Il Parlamento e altri edifici governativi sarebbero stati evacuati, anche se non ci sono conferme dirette. I bombardamenti russi hanno distrutto le infrastrutture di Poti, il più grande porto della Georgia sul Mar Nero. Lo ha riferito il ministero degli Esteri di Tbilisi. Il presidente georgiano Mikhail Saakashvili ha riferito che finora i georgiani uccisi sono 30, ma il leader dei separatisti dell'Ossezia del sud, Eduard Kokoity, ha affermato che dall'inizio dell'offensiva di Tbilisi i morti in totale «sono più di 1.600». Combattimenti «accaniti» fra forze georgiane e russe sono in corso anche nella regione di Tskhinvali, «la capitale» della regione secessionista georgiana dell'Ossezia del Sud. Le truppe georgiane in Iraq stanno tornando in patria ma devono essere trasportati dalle forze armate americane. Bombardata nuovamente dai russi la città di Gori, città natale di Stalin.
BUSH - Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush si è detto «profondamente preoccupato» per la crisi in corso tra Russia e Georgia sull'Ossezia del Sud ed ha invitato le parti a «fermare l'escalation». In un comunicato, Bush ha sottolineato che la questione «può essere risolta pacificamente» e ha rinnovato l'invito a «rispettare l'integritá territoriale della Georgia, che è uno stato sovrano». Il presidente ha poi chiesto a Mosca e Tblisi di tornare «allo status quo del 6 agosto», giorno in cui sono esplosi i combattimenti e ha invitato le parti «a riprendere i colloqui diretti».
Bush ha detto da Pechino di aver telefonato oggi al presidente russo Dmitri Medvedev e georgiano Mikhail Saakhasvili per ribadire la posizione Usa sulla crisi scoppiata in Ossezia del sud.
GEORGIA DICHIARA LO STATO DI GUERRA - Il governo georgiano ha dichiarato lo stato di guerra. Agli abitanti di alcuni quartieri di Tbilisi è stato raccomandato di scendere nella metropolitana. Dalla zona dell'aeroporto, vicino Kutaisi, sono stati evacuati donne e bambini. L'aeroporto internazionale ha interrotto i collegamenti, tranne che con la Turchia e l'Ucraina.Il presidente georgiano Saakashvili ha introdotto la legge marziale e ha chiesto un immediato cessate il fuoco ai russi.
ONU- Intanto per la seconda volta in 24 ore, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a trovare un accordo per chiedere un cessate il fuoco immediato a Russia e Georgia. «Alcuni Paesi membri del Consiglio hanno chiesto più tempo - ha spiegato l'ambasciatore belga all'Onu, Jan Grauls, presidente di turno del Consiglio - questi negoziati non si sono interrotti stanotte e riprenderanno oggi». «Le aspettative della comunitá internazionale sono per un cessate il fuoco - ha detto dal canto suo l'ambasciatore americano al Palazzo di Vetro, Zalmay Khalilzad - per la fine degli attacchi aerei (russi), degli attacchi missilistici, dell'uso delle forze da combattimento. È il momento di cessare questi attacchi». Secondo fonti diplomatiche, la bozza di dichiarazione messa a punto dal Belgio chiede alle parti di «mostrare moderazione e di astenersi da ogni ulteriori atto di violenza o di forza», espressioni che non bastano alla Russia, che pretende «il ripristino dello status quo ante» agli scontri delle ultime ore.
PROFUGHI- Più di 30mila profughi dell'Ossezia del sud sono riparati in Russia dall'inizio dell'offensiva georgiana nella repubblica separatista. Lo ha riferito il vicepremier russo Sergei Sobyanin, che ha denunciato «una catastrofe umanitaria».
ABKHAZIA- L’aviazione militare russa ha successivamente bombardato una zona della repubblica separatista dell’Abkhazia sotto il controllo georgiano: lo ha annunciato la televisione di Stato georgiana mentre proseguono le operazioni militari nell’Ossezia del Sud. «L’aviazione russa ha colpito i villaggi di Sakeni e Bas Kvaptchara» nelle gole di Kodori, ha annunciato l’emittente, mentre secondo fonti abkhaze Tbilisi ha rafforzato la propria presenza militare ai confini della provincia ribelle.
Successivamente però i separatisti dell’Abkhazia hanno lanciato un’offensiva militare contro la Georgia per allontanare le truppe di Tbilisi dalla zona di Kodori. «Sono stati effettuati bombardamenti aerei e d’artiglieria su unità georgiane», ha spiegato il ministro abkhazo degli Affari esteri Serguei Chamba. L’Abkhazia già da tempo ai ferri corti con Tbilisi aveva annunciato che in cado di conflitto tra la Georgia e l’Ossezia del sud sarebbe intervenuta in aiuto dei «fratelli osseti».
POLONIA CHIEDE CONSIGLIO UE - La Polonia si è rivolta alla presidenza francese dell’Ue affinchè venga indetto un Consiglio straordinario dell’Ue per discutere della guerra in Georgia. «Il nostro appello è stato raccolto dalla presidenza francese», ha dichiarato ai giornalisti il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski. «Probabilmente la riunione d’urgenza sarà indetta nei prossimi giorni, se non addirittura nelle prossime ore», ha aggiunto.
GUERRA DI CIFRE - Accanto alla guerra sul campo c'è anche la battaglia della propaganda. Mentre il presidente georgiano nega che i morti siano 1.500 in quanto la cifra reale sarebbe molto inferiore, il presidente russo sostiene invece che Tbilisi sarebbe responsabile di aver provocato migliaia di morti nella regione. L'ambasciatore russo in Georgia, sostiene a sua volta che le vittime civile nella zona di Tskhinvali sarebbero almeno 2000.
CORRIDOIO UMANITARIO - Giornalisti russi e occidentali bloccati a Tskhinvali hanno chiesto di favorire l'apertura di un corridoio per permettere l'evacuazione di donne, bambini, anziani e degli stessi corrispondenti, uno dei quali, l'inviato di Komsomolskaia Pravda, è rimasto ferito da un proiettile. Lo riferisce l'agenzia Interfax. In una lettera diffusa a Tskhinvali, i giornalisti affermano che «è ormai il terzo giorno che Tskhinvali subisce un bombardamento di artiglieria. Ci sono combattimenti nella città, manca l'acqua, non c'è luce, l'ospedale è distrutto». «Noi, 50 giornalisti e più di 200 donne, bambini e anziani, ci troviamo in un nascondiglio poco sicuro e praticamente in situazione di ostaggi, perchè non ossiamo lasciare la città a causa dei bombardamenti - prosegue il testo - chiediamo alla comunità internazionale, ai capi di stato, ai diplomatici, di organizzare un corridoio per la nostra evacuazione sotto la garanzia dei governi e delle organizzazioni internazionali».
09 agosto 2008