Future

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MeltdownMachine
00venerdì 31 marzo 2006 19:52
Qual'è esattamente il motivo per cui molti vogliono conoscere il proprio futuro? E' una bella domanda, in effetti...

Erano ormai le due del pomeriggio. Xero scese dal treno, e si guardò intorno. Non c'era nessuno in giro, un vuoto completo e assoluto. Sentiva delle urla e della musica in lontananza. " Oh no, non un circo " Pensò, disgustato solo all'idea. Sfortunatamente per lui, aveva centrato in pieno il bersaglio. Camminò per la banchina, e si infilò per il viottolo che l'avrebbe portato al piccolo bar che frequentava ormai da qualche tempo, per restare lontano dalla vita caotica del centro. Sfortunatamente, sulla strada c'era qualcuno. Xero provò a svicolare, ma non c'era nulla da fare. " Aspetta un secondo " Disse quello, dirigendosi verso di lui. Xero lo fulminò con gli occhi.Quel tizio avrà avuto si e no venticinque anni, e indossava una camicia nera, del tutto anonima, e un paio di Jeans di marca. Aveva la barba mezza sfatta, e i suoi capelli, biondo pagliericcio, erano piuttosto in disordine.

"Scusa " Esordì quello, mentre piantava in mano a Xero un volantino. "Sono un volontario di un associazione per la lotta contro l'aids, stiamo organizzando una manifestazione, ogni donazione o partecipazione è ben accetta...Loro hanno molto più bisogno di soldi di quanto ne abbia tu, pensa ai paesi del terzo mondo, ogni anno muoiono più di tre milioni di persone per l'HIV, e la maggior parte sono bambini..."

Fece una pausa, per guardare l'uomo che, senza battere ciglio, lo stava fissando. Gli pareva quasi un cadavere che camminava.Le sua espressione non era minimamente cambiata, e i suoi occhi, piuttosto strani, lo osservavano con uno sguardo vacuo, quasi a guardare oltre quell'uomo.

"Hai finito?" Disse Xero "Non hai nessun altra favoletta con cui impressionarmi ? No? Bene. " Concluse, sfilando il portafoglio dalla tasca dietro dei pantaloni. Lo aprì, tolse la carta d'indentità e l'abbonamento del treno, quindi glielo pose in mano e disse rapidamente "Prego", prima di scansarlo e proseguire per la sua strada.
Il volontario aprì il portafoglio, e tirò fuori le due banconote, una da cinquanta e l'altra da venti dollari.

" Ma non lo rivuoi indietro ? " Chiese, gettando uno sguardo interrogativo all'uomo che se ne stava andando.
"No, tienitelo pure" Riuscì a dire, prima di voltare l'angolo.

Il ragazzo osservò il portafoglio in pelle nera, piuttosto logoro, con un grosso solco su di un fianco. Non era nulla di speciale, anzi, era piuttosto di scarso pregio, con rifiniture praticamente assenti e molto poco curate. "Bah...Ciarpame" Disse, prima di gettarlo per terra e intascarsi i soldi.

Nel frattempo Xero, che per evitare quella zecca aveva deviato sul suo solito percorso, si era praticamente perso. Non abituato a percorre quelle strade, infatti, non riusciva più a recuperare alcun segno di riferimento. Passo di fronte ad un fioraio, che non aveva mai visto prima, e che aveva due grossi vasi di terracotta davanti all'entrata. Disorientato, si diresse dalla parte opposta, scendendo per una scalinata in cui non si era mai imbattuto. Non c'era un anima viva intorno a lui. Scese, a passi lenti e misurati la scalinata, e si trovò su una strada a senso unico, chiusa tra due condomini di 4-5 piani. Imboccò, controvoglia, quella strada. Non era solito vagare in luoghi a lui sconosciuti, e non gradiva affatto farlo. Se avesse conosciuto la sorpresa che lo aspettava, avrebbe certamente cambiato strada. Appena fuori da quella catena di edifici, si trovò di fronte un grande spiazzo. Cosa che, di per sè, non l'avrebbe infastidito particolarmente, se solo, su quello spiazzo, non si fosse collocato il circo che aveva sentito prima. Sospirò, e si trovò costretto a chiedere indicazioni a qualcuno, per andarsene, al più presto possibile, da quel posto.

Deciso a non trattenersi più di quanto fosse già necessario, si avvicinò ad uno di quei carrozzoni che ospitano gli artisti dei circhi ambulanti. Doveva trovarsi dal lato opposto all'entrata del circo, visto che, ancora una volta, intorno a lui non c'era nemmeno un ombra. Non che gli dispiacesse particolarmente. Bussò alla grossa porta laccata di bianco, ma non ottenne alcuna risposta. Si guardò ancora intorno. Il paese, da quel lato, sembrava completamente morto. Non riusciva a capire come una simile fiericciola di paese potesse attrarre così tanti idioti, ma decise che era meglio non pensarci. Deciso a vagare ancora a tentoni, piuttosto che addentrarsi oltre in mezzo ad una simile marmaglia, costeggio per un tratto qualche altra roulotte, finchè non vide in un angolo, una tenda viola, alquanto sporca, decorata con delle stelle dorate, che ormai si erano ridotte a piccole macchie gialle informi. Non avendo altra scelta si avvicinò a quella che, molto probabilmente, era sede di una qualche sorta di zingara chiromante. Scostò la tenda dall'entrata, e osservò la donna, piccola e gracile, che lo osservava dall'altra parte, con due occhi castano scuro enormemente dilatati, quasi come se avesse utilizzato dei fumi di belladonna per adornarsi.

" Fatti avanti, bel giovine, saprò diradare la nebbia che oscura il tuo futuro...." Disse la donna, con voce calda e profonda, che aveva un qualcosa di maschile.
" Incenso..." Sussurò Xero..." Sono fumi di incenso, vero ? " Chiese, già sicuro della risposta.
" Molti sono i fumi che aiutano la mente ad aprirsi, ragazzo mio, e l'incenso è tra questi. Siediti, ti prego, i tarocchi saranno presto pronti a rilevelarti il tuo futuro, prossimo ma anche più remoto..."
" Veramente, non sono qui per questo " Disse Xero
" Ah, forse preferisci che ti legga la mano?" Lo interruppe la Zingara. " Molteplici sono le vie per conoscere il destino, e molteplici sono gli esiti che posso prevedere..." Appena finita la frase, avvinghio una delle mani di Xero, e la schiuse con le sue lunghe unghie pittate di viola. Xero ritrasse con forza la mano.
" No, vede, lei non capisce, a me non interessa il mio futuro " Cercò di dire Xero, ma venne ancora prontamente interrotto.
" E perchè mai non dovresti voler conoscere le scelte che il destino ha in serbo per te? Perchè non vuoi conoscere ciò che il fato stabilisce con certezza e ciò che l'arcana arte della divinazione mi permette di conoscere?" Finita la frase, la donna cominciò a fissare negli occhi Xero, che, lentamente, si era rimesso in piedi. Cominciò così a parlare:
" Dunque tu mi proponi di conoscere il mio futuro, di conoscere ciò che mi aspetta. Potrebbe sembrare una proposta allettante, se fosse realizzabile, ma visto che sei solo una patetica ciarlatana, non considero neanche questa possibilità. Ipotizziamo però, tesi molto remota a dire il vero, che tu possa davvero prevedere ciò che mi accadrà. Perchè mai mi dovrebbe giovare ? "
La donna provò a parlare, ma Xero la fermò sul nascere.
" Era una domanda retorica. Il fato, come tu stesso dici, è già stabilito. Anche se dovessi conoscerlo, poichè già stabilito, non potrei oppormi. Secondo le tue parole, l'uomo è un fuscello, inerme, trasportato dalle correnti dei venti del fato, che viene spinto finchè non cessa di respirare. A cosa mi dovrebbe dunque servire conoscere il mio destino, se non posso fare nulla per cambiarlo ? "
" Preferisci brancolare nel buio in un roveto o saltarci dentro di tua volontà ? La questione è la stessa. " Replicò convinta la zingara.
" Non esattamente. Il futuro non è una scelta. O meglio, lo è in parte. Possiamo scegliere di prende il futuro di petto, di cercare di cambiarlo, ma è una speranza vana. Possiamo farci portare per inerzia, trascinarci avanti in un esistenza vuota, arrancare sulla nostra strada. La differenza, in fondo, è molto piccola. In effetti, la vita è terribile. E' lei che ci governa, non noi che la governiamo.
Qualcuno, una volta, disse che l' unica differenza tra un santo e un peccatore è che il santo ha un passato e il peccatore ha un futuro.
E io sono un maledetto peccatore."

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