capitolo 2
ok, provabilmente non è un gran che, io metto il 2° capitolo, gradirei un vostro commentino, anche piccolo piccolo
CAPITOLO II
Il tempo sembrava essersi fermato, Harry era ancora a terra e fissava il corpo che giaceva un po’ più in là, ancora l’idea di essere riuscito ad uccidere l’individuo che aveva ucciso i suoi genitori non si era impadronita di lui, improvvisamente il dolore era scomparso e decise di alzarsi, lentamente, senza mai perdere di vista Voldemort e tenendo la bacchetta puntata, sapeva che lo scoppio ed il marchio nero avevano attirato l’attenzione di qualcuno, aspettò.
Quando arrivarono Ginny e gli altri lui era ancora lì, con gli occhi persi nel vuoto, tremante, il respiro affannoso, il dolore che stava tornando e le emozioni che si stavano trasformando in pensieri, quando arrivarono li sentì, ma non si girò nemmeno, sentì il grido di gioia della ragazza e si fece abbracciare.
Quando Ginny finalmente si staccò era ancora in quelle condizioni, solo che un gruppo di persone ora lo stavano guardando ed Hermione gli stava parlando : “Harry stai bene? Harry?” finalmente si riscosse e borbottò qualcosa che doveva essere: “si, sto bene, so bene, io” poi lentamente, sempre dolorante e tremante, si diresse verso il corpo senza vita che gli stava di fronte, il gruppo lo seguì: “Harry, quello è…” “si” disse Harry, ma per lui era come se non ci fossero.
Il corpo di Voldemort giaceva immobile in mezzo alle foglie morte, scomposto, gli occhi aperti in un’espressione di terrore misto a … raccapriccio, Harry si ricordò che la sua grande paura era la morte, ora l’aveva affrontata, lentamente si chinò verso il corpo e prese dalle mani fredde la bacchetta, la spezzò e la ributtò per terra, per lui quel gesto voleva dire molte cose, ed allo stesso tempo era inutile, poi sussurrò : “hai visto cosa può fare l’amore?” poi guardò verso l’alto, dove c’era il marchio nero “ora questo è per te”.
Nel silenzio che seguì tutti i presenti si riordinarono le idee e presero atto di quello che era successo, il silenzio fu interrotto dalla McGranitt: “Harry, vai in infermeria, ora ci pensiamo noi”, ma Harry era contrario “non sono ferito”, la preside, presa in contropiede non seppe utilizzare la sua autorità e replicò semplicemente “allora ti aspetto nel mio ufficio, voi tre accompagnatelo” disse indicando Ron, Ginny ed Hermione, poi si rivolse al professore XXX, gli disse qualcosa e si diresse verso il castello.
Harry fece i primi passi da solo, ma subito Ron accorse in suo aiuto e lo sorresse, Hermione gli chiese “ sei sicuro di non voler andare in infermeria? Stai tremando…” “no” fu la risposta immediata, poi per rimediare al tono brusco spiegò “ voglio chiarire le idee a tutti, preferisco andare dalla McGranitt e togliermi un peso” tutti in quel momento si chiesero che peso fosse, ma poi, guardando il viso sconvolto di Harry, non diedero peso a quella frase.
Arrivarono lentamente nell’ufficio della preside attraverso i corridoi deserti, passando di fronte alla porta di una rumorosa sala grande a salendo le scale, quel giorno stranamente immobili; entrarono e trovarono ad aspettarli la professoressa McGranitt in compagnia di Madama Chips. Per qualche minuto l’infermiera, con aria perplessa, esaminò Harry per poi dargli un bicchiere contenente un liquido caldo e dall’odore dolciastro con l’ordine di berlo, poi uscì giusto in tempo per far entrare il professor XXX “stai bene Harry?” chiese subito, Harry annuì e lui si sedette.
Il gruppo rimase in silenzio, a Harry, senza che lui se ne rendesse conto, iniziarono a scendere calde lacrime sul viso, silenziose quanto incomprensibili poiché non erano né di gioia, né di dolore, ma neanche di tristezza; gli occhi velati di quelle strane lacrime fissavano l’alba che sorgeva sul lago e cercavano di scorgere nel cielo limpido qualcosa che gli rivelasse quello che provava.
Poi fu lui ad interrompere il silenzio “l’ho ucciso, ho ucciso Voldemort, con l’Avada Kedavra” dopo un attimo di caldo silenzio la McGranitt prese in mano la situazione “Allora Harry, te la senti di chiarirci le idee?” così il ragazzo si asciugò le lacrime e, con voce ferma, iniziò: “ bhe, non c’è molto da dire, ormai conoscevo Voldemort e tutti gli Horcrux erano distrutti…” si interruppe vedendo l’espressione stupita della McGranitt e si girò verso XXX con un’ aria interrogativa “professore, lei non ha detto nulla?” imbarazzato XXX: “io, non, bhe, non lo ho ritenuto opportuno..” spiegò velocemente tutto alla preside che alla fine sospirò con un’espressione rassegnata ed invitò Harry a continuare “ come stavo dicendo ormai ero pronto e sapevo che prima o poi sarebbe successo, ci saremmo scontrati, diciamo che ho preferito farlo subito per togliermi il pensiero ed evitare altre morti” fece una pausa ed attese la domanda che fu posta da un incredulo Ron “Harry vuoi dire che…” “si, l’ho sfidato, io ho sfidato Voldemort.” Fece un’altra pausa, ma questa volta non aspettò la domanda “ sapevo che sarebbe venuto da solo, lui vuole fare tutto da solo, soprattutto una cosa così importante come.. come uccidermi” gli unici commenti furono un “oh mio Dio” di Hermione e una stretta poderosa di Ginny che sussurrò “ sei uno stupido idiota incosciente” sull’orlo delle lacrime; dopo un po’ la direttrice disse una cosa molto importante per Harry “Silente sarebbe molto orgoglioso di te, Harry”.
Harry fisicamente non si sentiva meglio, anche se la bevanda di Madama Chips stava facendo effetto, ma dentro di se si sentiva più leggero, ora la verità era venuta a galla e la frase della McGranitt lo aveva davvero toccato e sollevato, ora un’altra questione era venuta in primo piano “Professoressa, lo dirà agli altri?” la replica fu immediata “certo Harry, ho gia scritto una lettera al ministero ed appena arriva andrò in sala grande per dare la notizia”, con un tempismo stupefacente si sentì bussare alla porta ed il ministro entrò accompagnato da XXX, che prima era uscito.
Il ministro sembrava un bambino a cui avevano regalato troppe caramelle e non sapeva quale mangiare per prima , la faccia eccitata e stanca non riusciva a nascondere il fatto che era, in quel momento, l’uomo più felice del mondo, strinse calorosamente la mano a Harry e per una buona serie di minuti continuò ad elogiarlo, promettendogli ogni tipo di premio fino a quando Harry non intervenne “ professoressa posso andare? Sono abbastanza stanco…” la professoressa, comprendendo la voglia di Harry di uscire da quella stretta soffocante annuì e con un gesto congedò anche gli altri ragazzi, poi aggiunse “ Granger, tu vai in sala grande e vedi com’è la situazione, comunque non anticipare nulla, vorrei dare una notizia ufficiale tu, Harry, riposati” i ragazzi annuirono ed uscirono finalmente dalla stanza.