E' grande Milan

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megasite3000
00giovedì 11 marzo 2004 13:37
I rossoneri battono per 4-1 lo Sparta Praga e si qualificano per i quarti di Champions. In rete Inzaghi e nella ripresa Jun, doppietta di Sheva e Gattuso.



MILANO, 10 marzo 2004 - Pippo e Sheva, dategli l'Europa e perdono ogni controllo. Se poi ci si mette anche Gattuso allora non ce n'è più per nessuno. Il Milan va ai quarti nel nome delle sue punte e del suo carattere. Ma che fatica, quanti chili persi, contro uno Sparta irriducibile, opportunista, agevolato nel suo compito da un Milan non certo spumeggiante, ma quasi preoccupato dallo 0-0 dell'andata. Al 47' Pippo segna il suo 47° gol in Europa, nella ripresa Jun gela tutti pareggiando. Poi, quando sembra che il vento dell'Est debba cancellare i sogni di gloria ecco a ripetizione la doppietta di Sheva e la rete di Gattuso.

LA SFIDA - Non c'è Clarence Seedorf a chiudere sulla sinistra il centrocampo rossonero. Quel fastidio muscolare avvertito durante Milan-Samp, ha convinto Carlo Ancelotti a conservarlo per la trasferta di domenica contro la Juventus. Un peccato, perché l'olandese rappresentava uno dei picchi assoluti dell'ultimo Milan. Così Ambrosini, che avrebbe giocato in ogni caso, ma a destra, si accomoda sul corridoio dell'orange, mentre Gattuso deve fare gli straordinari sulla suo binario abituale. Partita ostica, da nervi tesi. Lo sa ben Jiri Kotrba, nome da musicista, ma grande stratega. Ha scritto in questo senso una partitura perfetta tempo fa con la Lazio eliminandola dai giochi che contano.
Clima da gladiatori, inno Champions a parte. Una scacchiera virtuale e prevedibile: Milan giù a muso duro, cechi arroccati, sparagnini e pronti a giocarsi tutto nella parte finale dell'ottavo.
C'è poco da stare allegri, dopo l'eliminazione di Juventus e Manchester United, anche se l'arbitro è Markus Merk, lo stesso dell'Old Trafford: 28 maggio 2003. Quindi, meglio non sottovalutare l'avversario. Tiene bene la difesa praghese, che sogna una nuova primavera. Ma lo fa con senso catenacciaro del termine, andando in pressing sull'uomo a centrocampo. Prevedibile copione, con i rossoneri in attacco, ma senza esagerazioni, quasi facendo trasparire un certo timore. A dire il Milan c'è quasi subito, perché Sheva le mette dentro, ma con Inzaghi in fuorigioco (discutibile), dopo una verticalizzazione di Pirlo. Serve il gol, anche più di uno. Non ci sono ragioni. Ma per farli servirebbe più grinta, qualità che sembra mancare ai rossoneri. Blazek quasi non ci crede; il portiere ceco si limita a raccogliere cross fuori misura e un paio di tiri dalla distanza.
E non par vero allo Sparta mantenere a un certo punto il possesso palla nella trequarti del Milan. Al 35, quando Blazer anticipa d'un soffio Inzaghi, si contano decine di palle lunghe, puntualmente respinte dalla difesa ben schierata e atletica dello Sparta dopo spicca Johana. Il catalizzatore è come sempre Pirlo, dispensatore di palloni e utile anche davanti alla difesa, mentre manca un regista più avanzato. Kakà è ingabbiato con tutto il reparto d'attacco marcato a uomo. Milan moscio, insomma, che non viene fuori, ma che sa vivere di improvvisi lampi. Prima si mangia un gol grosso come una casa con Ambrosini e subito dopo va in gol con Inzaghi: colpo di testa, un pallonetto, un cucchiaio. La rete numero 47 di Superpippo in Europa, guarda caso al 47'. Una prodezza di fondamentale importanza perché obbliga lo Sparta a uscire dalla tana.
E' il leit motiv della ripresa, con i cechi alla ricerca disperata di un pari che varrebbe i quarti e il Milan sornione, più votato a far girare la palla. Kotrba regala più sostanza all'attacco togliendo Zelenka per Jun. Mai mossa fu più azzeccata, perché il nuovo entrato trafigge Dida da due passi. Un gol doloroso che galvanizza senz'altro i cechi e che ha il potere di disorientare i rossoneri, persi in preamboli e inutili fraseggi controllati con determinazione dallo Sparta che non concede un centimetro. E' il momento di tirare fuori tutto: muscoli, attributi, concentrazione. Di sciogliere le briglie alle fasce e macinare chilometri. Così, come nel primo tempo era stato Cafu e deliziare Inzaghi, ci pensa Pancaro a servire a Sheva l'assist del 2-1. Roba da infarto. Entra Gluscevic, esce Michalik. Lo Sparta avanza di almeno dieci metri e non risparmia nulla, ma è ancora Shevchenko a spezzare le reni (è il caso di dirlo) ai cechi realizzando il 3-1 su assist di Kakà dopo l'ingresso di Tomasson al posto di Inzaghi. San Siro, fuori di testa, perde infine il controllo quando Gattuso spara da fuori area e firma il poker con la complice deviazione di Johana. La festa è completa.

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