CARRIERA- se cosi si puo' definire-
Non è stata subito brillantissima( se è per questo neanche adesso, ma mi acconttento), anzi è cominciata proprio male, non c'era il punto d'incontro con quello che scrivevo e quello che volevo scrivere, c'era una sorta di misticismo che non mi spiegavo ma che pian piano divenne chiaro. Non era il mio modo di fare poesia, scrivevo senza sentire l'anima. Pensate( e credo che ve lo ricordiate) che ero capace di partorire malformazioni mentali di poesia su carta, cose veramente scellerate, vagoni che partivano spediti senza sapere dove arrivare. Come questa:
GALEOTTO TRENO
alla solita ora partiva
e col suo rumore
scavava il dolore
correva veloce
nulla sembrava fermarlo
ne rallentarlo
il moto nelle rotaie
proiettava dolci immagini
riflesse a tratti nei pensieri
che tutto ascoltano e niente ignorano
ricordavo quel giorno come oggi
ricordavo il tuo viso più di ieri
ricordo quel galeotto treno
Ancora adesso mi chiedo con quale coraggio ho postato questa cosa, rischiavo inesorabilmente di perdere la mia credibilità
.
Lasciamo perdere queste pagine scure che nel frattempo prolificavano in officina, insieme ai meritati dissenzi degli altri poeti e inoltriamoci nell'altra facciata che intanto nasceva in segreto e che sarebbe diventata la mia ancora di salvezza : la visione.
Ogni nuova era ha bisogno di nuovi colori, cosi indossai il "nero", inteso come notte traditrice, ingannatrice, usurpatrice e chi più ne ha più ne metta.
Diventando quello che sono, ovviamente un uomo assonnato visto che ormai dormo poche ore
.