L'unica differenza significativa è il diverso numero di pedalate per sviluppare l'identica velocità. Cosa non sempre importante, ma a volte molto, specie se il tal ciclista ha un modo di pedalata "estremo" o nel senso della forza o nel senso dell'agilità (io rientro nel secondo caso direi, in salita almeno).
Giusto questo pomeriggio mi son messo ad analizzare gli sviluppi metrici del 36 per verificare una richiesta di un mio amico sulla differenza minima di pedalata tra un 36x28 e un 34x28. In realtà già il salto 34 --> 36 è piuttosto significativo in termini di differenza di rpm a pari velocità!! Per esempio (uso una circonferenza standard):
90 rpm 80 rpm 70 rpm
36x28 14,53 Km/h 12,91 Km/h 11,3 Km/h
34x28 13,72 Km/h 12,19 Km/h 10,67 Km/h
Quindi per sviluppare la stessa velocità ottenuta a 90 rpm con il 36x28 occorre fare più di 95 rpm con il 34x28, mentre a 70 rpm col 36x28 corrispondono poco più di 74 col 34x28. Insomma, 4-5 pedalate al minuto... Poche, ma anche piuttosto significative! Figuriamoci quindi alla differenza tra 34 e 39!
Questa differenza infatti comporta un diverso carico muscolare (più lungo è il rapporto più forza occorre, per semplificare) e una diversa intensità cardio-vascolare e respiratoria (palesata anche dalla FC). L'abitudine ad usare un tal rapporto risulta così essere estremamente specifica di ciascun ciclista, tanto che anche tra noi del forum ci sono enormi differenze di rapporti magari a parità o quasi di ritmo! Sapete tutti, ormai, che io in salita già appena sotto le 80 rpm (se sto spingendo) mi impianto, mentre magari altri viaggiano in media attorno alle 70 se non a volte meno!
Se siamo ciclisti piuttosto "esperti", sappiamo certo scegliere il rapporto più indicato per noi e per il tal momento di pedalata, quindi in sostanza sia che si usi il 34 che il 36 (o il 39) si pedala sempre nel modo in cui siamo abituati, finché è possibile almeno e non finiscono i rapporti!
L'unica fase critica può essere quella del passaggio ad un nuovo tipo di guarnitura, ma credo che in poche settimane ci si abitui.
Giorgio