CASO SCARAMELLA/ "DEAR SENATOR...": PAPA' GUZZANTI INFORMA E RICEVE UNA LETTERA

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INES TABUSSO
00martedì 26 dicembre 2006 20:01

www.unita.it/view.asp?IDcontent=62038

Un bugiardo e un mestatore di basso profilo: questo in sintesi il profilo di Mario Scaramella come emerge da quanto è trapelato finora della ordinanza di custodia cautelare che ne ha provocato l´arresto all´aeroporto di Capodichino domenica pomeriggio mentre scendeva da un aereo proveniente da Londra. Un bugiardo, perché inquinava le carte della commissione parlamentare d´inchiesta Mitrokhin di cui era consulente per assecondare le "intuizioni" del senatore forzista Paolo Guzzanti, suo presidente. E pericoloso perché non ha esitato di accusare di gravi reati alcune persone per tentate di accreditarsi come spione con contati importanti in Russia.

(...)

E Guzzanti tira in ballo di nuovo Prodi
Secondo il senatore azzurro Paolo Guzzanti, l´accusa di calunnia contestata a Mario Scaramella dalla procura di Roma nascerebbe da una denuncia presentata dal presidente del Consiglio Romano Prodi. Lo scrive sul suo blog Rivoluzione italiana: «Sembra che Mario Scaramella si sia trovato davanti a tre accuse: violazione del segreto d'ufficio, non so in relazione a che; traffico internazionale di armi (suppongo, per aver reso possibile la cattura del van ucraino con due granate nascoste a bordo) e calunnia aggravata». «Mi hanno detto - aggiunge Guzzanti - che la calunnia aggravata dipenderebbe da una denuncia di Prodi, il quale anzichè querelare avrebbe (uso il condizionale perchè non lo so per certo) denunciato chi ha svolto indagini su di lui per calunnia aggravata».

Ma Guzzanti è stato smentito - per l´ennesima volta - a stretto giro di posta. Dalla procura romana si smentisce che l´arresto per calunnia sia in relazione ad una inesistente denuncia di Prodi. Lo scrive l´agenzia Ansa.




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da:
RIVOLUZIONE ITALIANA
Il blog di Paolo Guzzanti


GORDIEVSKY ORA VUOLE VEDERCI CHIARO SULL’ “INFAMOUS LA REPUBBLICA ARTICLE” IN CUI MI METTONO FRA VIRGOLETTE.
E TOTALE SOSTEGNO A MARIO SCARAMELLA
Lunedì 25 Dicembre 2006

Dear Senator,
I learned about the arrest yesterday evening. I shall appreciate if you could send me the translation of the infamous La Repubblica article where they quote me. We shall do our best here to help Mario who produced a very favourable impression.
Kind regards,
Oleg Gordievsky

Traduzione: Caro Senatore, ho saputo ieri sera dell’arresto. Le sarò grato se volesse spedirmi la traduzione dell’infame articolo de La Repubblica in cui mi citano fra vigolette. Faremo del nostro meglio per aiutare Mario che ha suscitato un’impressione assolutamente favorevole.
Cordiali saluti Oleg Gordievsky



GORDIEVSKY DA ME INFORMATO MI SCRIVE: INTENDO PROTESTARE NEL MODO PIU’ FERMO
Domenica 24 Dicembre 2006

A chi interessa sapere che cosa pensa Gordievsky (sì, PROPRIO QUEL Gordievsky intervistato da Repubblica, giornale che, pare, non trova più le registrazioni delle interviste con cui sta devastando la mia vita e quella di chi cerca la verità) mi ha scritto appena ha saputo da me della notizia dell’arresto di Mario Scaramella queste parole:

“Dear Senator, I would like to write a strong letter of protest. Tell me please were to send it. Thank you, kind regards.
Oleg Gord.”


ECCO CHE COSA MI HA DETTO SCARAMELLA PRIMA DI PARTIRE DA LONDRA E LE MIE CONSIDERAZIONI SUL SUO ARRESTO ANNUNCIATO
Domenica 24 Dicembre 2006

Come già molti di voi sanno, avendo inviato parecchi post, Mario Scaramella è stato arrestato oggi, vigilia di Natale, all’aeroporto di Napoli dalla Digos e trasferito a Roma.
La notizia mi addolora e mi disgusta profondamente, ma come sapete l’avevo anticipata io stesso, visto che MS me l’aveva annunciata con queste parole: “La polizia inglese mi ha avvertito che dall’Italia vogliono sapere quando, con quale aereo tornerò, ed è evidente che questo significa che intendono arrestarmi appena atterrerò”.
Gli ho chiesto se intendeva passare il Natale a Londra prima di venire a farsi arrestare (in questi giorni di festa nessun magistrato lo interrogherà e dunque trascorrerà diversi giorni in cella prima di poter fronteggiare i capi d’imputazione) e lui mi ha risposto così:
“Io qui a Londra ho finito il mio lavoro di collaborazione con le autorità inquirenti, che mi hanno rilasciato un attestato di ringraziamento e di stima per quanto ho fatto per aiutare la giustizia britannica. Dunque, terminato questo impegno, non ho più alcun motivo per restare fuori dall’Italia, Natale o non Natale. Mi arresteranno? E pazienza. Io ho la coscienza a posto, ho la documentazione completa e inoppugnabile di tutto quello che ho fatto, non ho nulla da nascondere e non intendo nascondere nulla. Un mio arresto avrebbe soltanto un valore mediatico: sbattermi su tutti i telegiornali per completare la demolizione della mia persona e attraverso di me quella sua, presidente, e del lavoro svolto dalla Commissione Mitrokhin. Se vengo in Italia vuol dire che non scappo e se non scappo, come dimostra il fatto che vengo in Italia, vuol dire che non c’è alcun bisogno di arrestarmi visto che vengo per mettermi a disposizione di tutte le Procure che intendono sentirmi e contestarmi quel che vogliono”.
Mi ha detto anche di aver trascorso molte ore a casa di Oleg Gordievsky con cui ha chiarito tutti i dubbi seguenti l’avvelenamento di Litvinenko e il suo atteggiamento di fronte all’agente Kgb Eugenij Limarev, colui che depositò un’intervista a Repubblica quasi due anni fa in cui accusava me, Paolo Guzzanti, di aver fatto cose pazzesche che non sono mai avvenute, come aver compilato o fatto compilare o chiesto di compilare dossier su esponenti del centro sinistra, per la maggior parte a me del tutto ignoti. Una pura fabbricazione, peraltro dallo stesso Limarev annunciata a Scaramella qualche tempo fa, quando gli disse di avvertirmi che un dossier era stato costruito a Mosca sul mio conto, per farmi passare come una sorta di tenutario di servizi segreti paralleli e far filtrare persino un legame fra me e il rapimento di Abu Omar. Lo stesso Limarev, intervistato di nuovo da Repubblica costretta a pubblicare una mia sferzante smentita, ha confermato di sapere che su di me era stato costruito un dossier di quel genere, tacendo il piccolo particolare di esserne stato il postino.
Questo Limarev è colui che prepara il setting in Italia in viata del momento in cui sarebbe scattata la trappola contro di me e la ormai estinta Commissione Mitrokhin. Il momento sarebbe stato quello in cui Mario Scaramella si fosse trovato con i fari accesi delle televisioni di tutto il mondo (sbatti il mostro in prima pagina) a causa del fatto che era stato seduto accanto a Litvinenko al Sushi Bar di Piccadilly Circus, ignorando tutti e due, Litvinenko e Scaramella, che il russo era stato già mortalmente avvelenato da quattro compatrioti all’Hotel Millenium.
Soltanto quando Scaramella (chi è l’italiano che stava accanto a Litivnenko e che Litvinenko accusa di essere l’avvelenatore?) si troverà sulla griglia mediatica mondiale, scatterà l’operazion italiana, intercettazioni, interviste non registrate e indimostrabili, fabbricazioni grottesche ma che ancora tambureggiano nella mente dei poveri italiani accuratamente tenuti all’oscuro di tutto per cinque anni di lavori della Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sul dossier Mitrokhin e l’intelligcence italiana.
E chi aveva preparato la trappola londinese per Mario Scaramella? Guarda caso lo stesso Limarev che aveva depositato l’intervista a futura memoria. Come? Dando a Scaramella alcune e-mail contenenti liste di persone da uccidere, fra cui Litvinenko, sapendo che Scaramella sarebbe andato a Londra alla fine d’ottobre per la sua annuale partecipazione alla sessione dellImo delle Nazioni Unite.
Ora Limarev sembra che sia sparito e che tutti lo cerchino.
Chi non è sparito affatto è Mario Scaramella che ha preparato la sua valigia, è salito sull’aereo ed è venuto a farsi tranquillamente arrestare per passare le feste in galera, prima che qualcuno si degni di andarlo a sentire.
Buon Natale dunque a Scaramella, e buon Natale a Limarev che se la starà ridendo con qualche giornalista italiano amico suo.
Sembra che Mario Scaramella si sia trovato davanti a tre accuse: violazione del segreto d’ufficio, non so in relazione a che; traffico internazionale di armi (suppongo, per aver reso possibile la cattura del van ucraino con due granate nascoste a bordo) e calunnia aggravata. Mi hanno detto che la calunnia aggravata dipenderebbe da una denuncia di Prodi, il quale anziché querelare avrebbe (uso il condizionale perché non lo so per certo) denunciato chi ha svolto indsgini su di lui per calunnia aggravata. Io non ho per ora avuto notizie di inziative giudiziarie di Prodi nei miei confronti e ripeto qui, specialmente per i visitatori di sinistra di questo blog che io, sissignore, ho svolto indagini su Prodi per verificare se fosse credibile un suo legame storico con lo Stato sovietico e i suoi organismi, visti i noti fatti:

aver Romano Prodi (e non Clò e gli altri partecipanti alla seduta spiritica) dato informazioni tali da consentire di fatto, se volontariamente o no è un altro paio di maniche, la fuga dei rapitori di Moro da via Gradoli;

il fatto che ho potuto documentare che una parte delle Brigate Rosse fosse al servizio della Stasi e del Kgb e che dunque il rapimento Moro debba essere visto come un’attività sovietica;

il fatto che la societa Nomisma a Mosca fosse in joint venture con l’Istituto Plekanov, branca economica del KGB; il fatto che il Sismi sotto la responsabilità del primo governo Prodi abbia calpestato ogni norma dettata dalla legge 801 del 1977 e in particolare si sia rifiutato di accogliere i tre inviti sollecitati dal servizio britannico ad intervistare Vasilij Mitrokhin;

il fatto che Alexander Litvinenko abbia raccontato al deputato europeo Gerard Batten di aver saputo dal suo superiore generale Anatolij Trofimov (poi assassinato) che l’Italia era un covo di agenti del KGB e che “là c’è Romano Prodi che è il nostro uomo, our man”;

il fatto che tali dichiarazioni di Litvinenko siano state rese allo stesso Scaramella in video e per iscritto, e che siano depositate all’ufficio protocollo della Commissione dove io provvidi a segretarle essendo indimostrabili per il fatto che la fonte citata, Trofimov, era indisponibile a confermare perché sotto due metri di terra.

Per tutti questi motivi, che ritengo non conclusivi ma validi, in ottemperanza della legge 90 del 2002 che ha istituito la Commissione Mitrokhin dopo ampio di attito parlamentare e i previsti voti nelle commissioni affari costituzionali e nelle due aule, io ho svolto tutte le verifiche che ho ritenuto possibili e opportune per giungere ad una conclusione definitiva sui legami tra Prodi e le varie entità sovietiche.
Tutto ciò, lo ripeto ancora una volta, l’ho fatto apertamente, alla luce del sole, scrivendo le relazioni, dibattendo in aula di commissione, discutendone persino il 2 dicembre di un anno fa, 2005, dall’emittente televisiva “Nessuno TV” che il presidente Cossiga mi ha poi detto essere una televisione “molto vicina a D’Alema”.
Ebbene, dopo quella trasmissione il professor Prodi diramò un comunicato alle agenzie in cui annunciava che a me avrebbero risposto i suoi legali. Non li ho mai visti.
Questo è quanto.

Buon cenone di Natale

Paolo Guzzanti



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