ARTICOLO 21 INTERVISTA MARCO TRAVAGLIO

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INES TABUSSO
00lunedì 8 ottobre 2007 21:30

www.articolo21.info/notizia.php?id=5490

INTERVISTA ESCLUSIVA CON MARCO TRAVAGLIO
''I veri giornalisti scrivono, non fanno i ministri''
di Pino Finocchiaro


Marco Travaglio è stato, insieme a Sandro Ruotolo e a Michele Santoro, sul banco degli imputati dopo l'ultima puntata di AnnoZero. La furia del ministro Clemente Mastella da una parte, le divisioni fra i diversi partiti politici a difesa o contro la trasmissione dall'altra. Trasversale lui, nel senso che piace a destra e a sinistra perchè castiga indifferentemente, quando sbagliano, i politici dell'una o dell'altra parte politica. Chi lo accusa di essere di destra e chi di sinistra.

Stilando classifiche di grembiulini e cappucci Marco Travaglio ha toccato più di un nervo scoperto. Ed ha provocato tensioni bipartisan. Il fronte più avanzato di queste tensioni riguarda il costituendo partito democratico. Da un lato si dice di voler dare priorità all’antimafia ma dall’altra si auspica l’ingresso di Veronica Berlusconi nel Pd. Si dice di volere volti nuovi, giovani e donne. Ma nessuno nel Pd ha pensato a donne e giovani e battagliere come Rosanna Scopelliti o Sonia Alfano. Perché, secondo te, Marco?

“Credo che sia una scelta coerente. La famiglia Berlusconi mi sembra incompatibile con la lotta alla mafia. Adesso la signora Berlusconi mi sta anche molto simpatica ma francamente non ho ben capito quale potrebbe essere il suo ruolo politico. E’ un fatto che Veltroni abbia trovato il modo di dire che gli interesserebbe la signora Berlusconi mentre ad esempio non abbia mai fatto il nome di Salvatore Borsellino o di Sonia Alfano, soprattutto dopo le cose che hanno detto in televisione. Mi pare che Veltroni non abbia ancora detto una parola sul tentativo di cacciare De Magistris o sugli attacchi forsennati che i suoi compagni di partito hanno riservato a Clementina Forleo quest’estate. Questo la dice lunga su quale è la posizione nei confronti della legalità da parte del futuro leader del partito democratico. Ne prendiamo atto. Ho visto che tutti hanno solidarizzato con Mastella e tutti hanno massacrato Santoro e questo la dice lunga su qual è il concetto di libertà di informazione da parte della gerarchia del Partito Democratico. Poi nel Partito Democratico ci saranno tante brave persone, ovviamente. Ma la gerarchia sono questa roba qua. Tutti solidali con chi vuole cacciare i magistrati e con chi vuole chiudere le trasmissioni. Prima avevamo i diktat bulgari, ora abbiamo i diktat bulgari da Roma”.

La tua classifica dei grembiulini d’oro ha toccato qualche nervo scoperto?
“Credo di sì. Sono fatti. Ho intervistato Licio Gelli ai tempi della Bicamerale. Mi ha detto ‘Boato e D’Alema mi dovrebbero dare il copiryght perché stanno copiando di sana pianta il mio piano di Rinascita. Nessuno ha querelato Licio Gelli quando gli ho fatto quell’intervista. Un’intervista molto ripresa. Concita De Gregorio ha reintervistato proprio su Repubblica Licio Gelli qualche anno fa. Licio Gelli diceva che insomma Berlusconi non lo stava soddisfacendo in pieno. Poteva fare di più. Però, intento il suo piano era già stato molto applicato negli ultimi anni, anche negli anni del centrosinistra. Quest’estate è passato l’ordinamento giudiziario Mastella approvato dal parlamento italiano in via definitiva nel quale si stabilisce che chi vuole passare da pubblico ministro a giudice o da giudice a pubblico ministero deve cambiare regione. Cosa che nessuno fa perché tutti tengono a restare dove hanno famiglia, casa… sono riusciti a separare le carriere di fatto mentre non c’era riuscito Gelli, né Craxi, né Berlusconi. Poi se la pigliano con me che racconto le cose. Se la prendano con chi le ha fatte le cose. Perché il problema non è che racconto le cose, il problema è che loro le fanno”.

Due giudici solidarizzano con De Magistris. Clementina Forleo da Milano parla di reazione quando si toccano i poteri forti. Felice Lima da Catania sottolinea il rumoroso silenzio dell’associazione nazionale magistrati rispetto a quanto accade a De Magistris.
“Io mi domando se esista ancora quest’associazione nazionale magistrati. Perché abbiamo assistito per tutta l’estate ad attacchi furibondi contro la Forleo e non hanno detto una parola. Abbiamo assistito adesso ad attacchi furibondi a De Magistris e non dicono una parola. Non vorrei che l’associazione magistrati si fosse sciolta quando si è sciolto il governo Berlusconi e fosse disponibile oggi a perdonare la sinistra quando fa le stesse cose che faceva Berlusconi. Nel qual caso finirebbero per dar ragione a Berlusconi quando dice che ci sono le toghe rosse. Io lo so che non è vero che ci sono le toghe rosse. Però, se volessero smentirlo dovrebbero difendere De Magistris e la Forleo”.

C’è la sensazione che certi ambienti della sinistra avrebbero gradito lo scioglimento di molti movimenti di società civile, incluso articolo21, subito dopo le elezioni, sia pur vinte di misura. Ma articolo 21, i ragazzi di adesso ammazzateci tutti, diversi giornalisti, non abbiamo neppure cambiato atteggiamento verso la sete di verità della gente comune.
“Non ci siamo autosciolti. Il ruolo di controllo dell’informazione e della magistratura devono esistere sempre. Sia quando governa la destra, sia quando governa la sinistra. C’è l’atteggiamento di questi oligarchi. Quello di dire, adesso Berlusconi non c’è più. Quindi, che volete? Accontentavi. Andate a giocare, ragazzi che la politica la facciamo noi. E invece, per fortuna, ci sono ancora magistrati e giornalisti che la legge e l’informazione non le applicano a quinquenni alterni. O a targhe alterne. Ma le applicano 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Chiunque faccia qualche porcata ha qualcosa da temere. Sia da chi lo racconta, sia da chi, se è un reato, lo persegue”.

Un ministro che parla di klu klux klan dell’informazione offende tutti i giornalisti. Cosa intendeva dire?
“Credo che volesse fare lo spiritoso sulla mia battuta sugli incappucciati. Il problema è che quando si attuano politiche simili a quelle che auspicava Licio Gelli bisogna essere pronti ad assumersene le conseguenze. Quando si parla al telefono centinaia di volte con un piduista come Bisignani, indagato nell’inchiesta why not da De Magistris non è che ci si può poi offendere se qualcuno tira fuori i cappucci. Non parlarci con i cappucci. E così nessuno te li tira fuori. I cappucci. Mastella ha detto anche un’altra cosa. Che è molto stupito del fatto che io scriva su molti giornali. Per lui è indice di un qualche sospetto. Dice che forse io sono massone se mi fanno scrivere su tanti giornali. Capisco che lui si meravigli. Perché anche lui è giornalista. Lui è riuscito ad andare in pensione da giornalista senza lavorare mai. Quindi, l’idea che ci siano dei giornalisti che lavorano lo sconvolge. Lo capisco. Capisco il suo sconvolgimento e gli comunico che però i giornalisti hanno questo compito. Scrivere sui giornali. Se non scrivono sui giornali e fanno i ministri, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona”.




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