Sono tante le cose da non fare prima di morire (o anche per non accelerare troppo il momento in cui questo avverrà): secondo Richard Wilson, scrittore e autore televisivo inglese, sono addirittura 101, come i cani maculati della celebre carica.
Wilson le ha elencate e raccolte in un libro in cui ha segnalato anche alcuni viaggi che, potendo, sarebbe meglio evitare per non attentare alla propria salute o più semplicemente per non sprecare tempo e risorse per una meta che non li merita.
Tra i siti turistici più celebri che Richard Wilson inserisce nella sua lista nera ci sono le Piramidi, che nel loro splendore sono però collocate troppo vicine all’agglomerato del Cairo, che non rende onore ad opere così imponenti. Il mausoleo indiano di Taj Mahal, che sarebbe sporco e affollato e collocato vicino al fiume Yamuna, uno dei più inquinati del mondo. L’antico insediamento andino di Machu Picchu, “un viaggio di 6000 miglia (12 ore trombotiche sopra un aereo seguite da sette ore di corsa in autubus con la vescica che scoppia) e poi si arriva qui e ci si trova in compagnia di 400.000 irritanti giovanotti che stanno facendo il loro anno sabbatico e pensano che tutto ciò sia completamente fantastico”. Le fantastiche spiagge thailandesi, dove è facile contrarre malattie mortali come la malaria, la febbre dengue, l’influenza aviaria; senza contare la minaccia-tsumani: “prima di andare fatti una bella foto, in cui appari in maniera decente. Falla preferibilmente quando sei ad un party, mentre ridi e celebri la gioia di essere vivo, perché i giornali e le news televisive vorranno un’immagine di te quando dovranno raccontare la tua tragica morte”.
E voi, cosa inserireste nella controguida dei 101 viaggi da evitare?