[PPC] Famiglia, croce e delizia!

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Pertinax
00martedì 29 agosto 2006 19:10
Carissimi Compagni,

iniziamo anche noi questo progetto di politica reale che mi auguro si concludera con la stesura di un documento organico da presentare a qualche organo partitocratico o da utilizzare quale base per la formazione di un Comitato Comunista che viva di vita propria.

Con questa speranza nel cuore mi permetto di aprire le danze in Rivoluzione Comunista.

Walter



PIATTAFORMA POLITICA CONDIVISA
Rivoluzione Comunista


Questa discussione e tutte le altre che seguiranno sono strettamente riservate ai compagni di provata fede comunista che intendono partecipare a questo proggetto, ogni intrusione e/o intervento non in linea con questo principio verra cancellato senza avviso.

Iniziamo i dibattiti partendo da un tema comune che verra affrontato da tutte le sezioni di arena come banco di prova: la famiglia.

in primis avviamo l'analisi di stato con un pò di dati analitici forniti dall'ISTAT

Censimento 2001

PRINCIPALI TIPOLOGIE FAMILIARI

21.503.088 famiglie con un numero medio di componenti per famiglia pari a 2,6;



- nell’ 83% dei casi il genitore solo con figli è una donna;

- le donne anziane costituiscono il 69,3% delle famiglie unipersonali (82,6% nella fascia sopra i 65 anni, 67,1% nella fascia 45-64 anni);

- le famiglie che vivono in condizione di povertà relativa (735,98 mensili) sono 2 milioni 674 mila, pari all'11,7% delle famiglie, per un totale di 7 milioni 588 mila individui, il 13,2% dell'intera popolazione;

[IMG]http://i5.tinypic.com/25zr0nd.jpg[/IMG]

- la distribuzione territoriale delle famiglie povere è cosi ripartita: 4,7% Nord, 7,3% Centro, 25% Mezzoggiorno;

- le famiglie a rischio di poverta (958,9 mensili) sono il 7,9%;

- le famiglie in condizione di estremo disagio (1.103,98 mensili);

- la spesa media mensile per famiglia è pari a 2.398 euro;

- il periodo medio di convivenza prematrimoniale e di 5 anni;

- le coppie italiane non coniugate sono circa 500.000, pari al 3,9% del totale.

La Vita di Coppia

Povertà Relativa

Strutture familiari e opinioni su famiglia e figli

Statistiche culturali

Iconsumi delle famiglie

REDDITO E RICCHEZZA

- il reddito disponibile per le famiglie è concentrato per il 53% al Nord, per il 26% al Mezzoggiorno e per il restante 21% al centro

- la struttura di reddito familiare più diffusa è quella in cui il titolare è pensionato (20,6%), al secondo posto quella di chi percepisce un reddito da lavoro dipendente (15,3%), poi quelle con 2 o più percettori di reddito da lavoro dipendente (13,4%), quelle con 2 o più percettori da soli trasferimenti pubblici (11,2%).

- il 10% delle famiglie più ricche detiene il 26.6% del reddito complessivo ma quasi la metà, esattamente il 47.1% della ricchezza netta complessiva

- il 10% delle famiglie con minor ricchezza possiede appena il 2.1% del reddito complessivo ma una quota praticamente nulla della ricchezza netta complessiva.

Reddito disponibile per le famiglie

Distribuzione della ricchezza e del reddito

***

questa la situazione statistica, cosa incominciamo a discutere? la rosa è ampia:

poverta

reddito

ricchezza

unioni civili

formazione delle nuove famiglie

da cosa vogliamo incominciare?

[Modificato da Pertinax 29/08/2006 21.12]

cane...sciolto
00martedì 29 agosto 2006 21:34
Che ne dite del reddito... [SM=x751551] Io vivo solo, posso far da esempio??

[Modificato da cane...sciolto 29/08/2006 21.35]

Pertinax
00martedì 29 agosto 2006 21:37
facci un quadro... esaustivo mi raccomando, si prolisso
Seth Gecko
00martedì 29 agosto 2006 21:50
va benissimo, poi possiamo passare alle unioni civili secondo me

ps bravo walter il post era molto chiaro [SM=x751526]
cane...sciolto
00martedì 29 agosto 2006 22:18
Re:

Scritto da: Pertinax 29/08/2006 21.37
facci un quadro... esaustivo mi raccomando, si prolisso

OK, non dico domani, in questo periodo mi sto facendo un mazzo con tutte le aule da sistemare, pulire etc,etc... ma avrete presto un mio resoconto economico, naturalmente fedele, parola!!
Breznev
00mercoledì 30 agosto 2006 13:29
Ottimo!

Aggiungerei, prima delle unioni di fatto, un qualcosa per definire la famiglia.


Pertinax
00mercoledì 30 agosto 2006 13:31
sto preparando il "discroso" d'apertura... come ho qualche ora libera incomincio [SM=x751526]
cane...sciolto
00giovedì 31 agosto 2006 22:05
Le spese di casa Cane
Allora eccovi le mie spese "fisse" di tutti i mesi, ricordatevi che io vivo solo, quindi per esempio: se sono sdraiato sul divano che guardo la tv o leggo, nel caso mi viene un brivido di freddo mi metto la mia copertina e continuo, non alzo il riscaldamento. Oppure, vivendo solo c'è la luce solo accesa nella stanza dove sono, cosa che una famiglia con figli ha più luci accese contemporaneamente, e tutto il resto... Allora io guadagno netti 1.100€ al mese ecco le mie spese fisse mensili:
Affito 180€ al mese, vivo in 50 m. quadrati (e qui sono decisamente fortunato nel aver trovato una casa con un affitto così basso, provate a chiedere a i vostri genitori). Vivo in una villetta divisa in 4 appartamenti, quindi non ho spese condominiali, spesa che invece va contata in quasi tutte le famiglie.
Spesa gas: ho il riscaldamento autonomo, quindi comprende il gas, sia per cucinare, che per l'acqua calda, il riscaldamento. Ho davanti a me la bolletta che va dal 12/dic. al 5/gen. 06 ed è di 123,40€ . Tenete presente che è nel periodo più freddo, e vivo in liguria, dove il clima è famosamente mite, l'inverno non è particolarmente lungo e freddo. Una famiglia che vive in piemonte spende senz'altro di più. Guardando le altre bollette, comunque un mese per l'altro viaggio sui 60€ al mese.
Spesa ENEL: in media sono 40€ al mese
Spesa Telecom: pago solo il canone fisso, perchè utilizzo Tele2, comunque sono 30€ a bimestre quindi, 15€ al mese.
Spesa Tele2: dipende quanto sto attaccato al computer, comunque viaggio su una media di 70€ mensili.
Spesa abbonamento autobus: non ho patente (quindi niente auto o moto, cosa che invece incide parecchio tra assicurazione, benzina etc...etc), il posto di lavoro dista 12-13 Km. sono 1,25€ a corsa, quindi 2,50€ al giorno per andare e venire, fatevi il conto in un mese lavorativo, compresi i sabati. Io mi son fatto l'abbonamento che mi costa 35,50€ al mese.
Spesa Momo: mettiamo che almeno 2€ al giorno li spendo per dar da mangiare alla mia cagnetta Momo, bisogna anche contare il vacino annuale, e per mia fortuna sin ora non è stata mai male, quindi sono circa 60€ al mese
Poi contate che io pago il canone tv, e poco lo so, ma comunque sono 90€ all'anno, poi ci sarebbe l'Acqua e la tassa dei rifiuti, ora non trovo le bollette, comunque ambe due le pago ogni sei mesi. Mi sembra di non essermi dimenticato niente, se vi viene in mente qualcos'altro ditemelo, quindi vediamo di ricapitolare:

Affito.... 180€
Gas....... 60€
ENEL...... 40€
Telecom... 15€
Tele2..... 70€
Autobus.... 31,50€
Momo...... 60€

Se non mi son sbagliato sono 470€ al mese che se ne vanno in spese fisse.
Ripeto, contate poi il canone Rai, l'acqua, la tassa per i rifiuti... etc...etc
Quindi da uno stipendio di 1100€ meno 470 mi rimangono 630€ al mese per mangiare, divertirmi, comprarmi le sigarette, andare al cinema, una pizza ogni tanto... come vedete non è che posso scialacquare più di tanto... [SM=x751550] voi provate a pensare in una famiglia dove magari, lavora solo il marito, e magari hanno un figlio, una macchina, e pagano 500€ al mese di affitto... fatevi i conti [SM=x751588]
Spero di essere stato esauriente. [SM=x751551]
Pertinax
00sabato 2 settembre 2006 11:36
come iniziare la discussione se non ponendo le prioprita che vanno affrontate? il compagno mario ha giustamente posto il Problema delle famiglie italiane: il reddito. se è vero che la spesa media delle famiglie è 2.398 euro, mentre la famiglia media è composta da due persone (2,6), possiamo presupporre che due lavoratori che si uniscano per formare una nuova famiglia dovrebbero riuscire a coprire le spese necessarie alla vita di tutti i giorni, possiamo presupporre ma la realta è effettivamente questa? no, la realta è che ci troviamo in una situazione che impedisce la formazione di nuove famiglie se non al prezzo di pesanti sacrifici che quasi nessuno vuole o puo affrontare. partiamo dal presupposto che da 5 anni a questa parte il 90% dei giovani lavoratori viene assunto con contratti a tempo determinato che fissano il salario mensile tra due soglie ben precise che l'ISTAT definisce "povertà" e "a rischio di povertà", quest'assurdità fa si che nel 2006 l'eta dell'abbandono della famiglia di nascità si sia spostato dagli agognati 18 anni ad almeno 25 anni nelle zone non urbane, per questo meno care, e addirittura 30 anni per le zone urbane divenute totalmente inaccessibili ai lavoratori che infatti si vedono costretti o ad abitare in condivisione con altri lavoratori o tutt'al più ad affittare "loculi" per cifre esorbitanti che fanno fuori più della meta dell'indecente salario "legale" in affitto e spese connesse.

questo il primo problema connesso al reddito: l'impossibilita di formare nuove famiglie che costituzionalmente sono la cellula base della nostra società e che con gran scandalo i moralisti e gli ipocriti, giornalisti e politici, difendono dall'assalto delle "famiglie atipiche" sottacendo che il problema reale è connesso essenzialmente alla mancanza di quattrini!

veniamo ad un altra realta indecente: le famiglie unipersonali composte da anziani, il 69,3% da donne. bene, questo è un dato di fatto, cosa fa lo stato per far sopravvivere queste persone? incredibilmente li esenta dal pagare le tasse! compagni senza fare moralismi inutili tutti sappiamo quanto gli anziani siano una componente fondamentale di una popolazione, non in termini produttivi ma in termini di sapienza e nella misura in cui gli si deve rispetto, può un lavoratore dopo una vita di tormenti e di sacrifici essere lasciato in uno stato di semi abbandono da tutta la società? puo vedersi negare la dignita di una vita accettabile? puo vedersi privato del diritto di poter essere autosufficiente fin tanto che le sue condizioni di salute gle lo permettano? no, è inaccettabile. qualche settimana fà passai in una via in cui era appena stato smantellato un mercato rionale, i netturbini accatastavano i rimasugli e la sporcizia per portarla via... ero con un amico che rimase di pietra quando vide due vecchine, ben vestite e all'apparenza normalissime che frugavano in mezzo alle cataste pescando quanto di buono era stato scartato, per me non era una novita, per molti anni ho fatto l'autotrasportatore a milano e ne ho viste di tutti i colori, non necessariamente in periferia come qualche sveglione potrebbe supporre, anche in pieno centro, anziani disperati, soli e poveri nonostante che per tutta la loro vita abbiano lavorato e fatto sacrifici che dovessimo farli noi scapperemmo all'esetero in pochi giorni! questo al nord italia, la situazione al sud italia è radicalmente peggiore: nel paese di mia madre da qualche anno oramai è tornata in auge una vecchia tradizione abbandonata negli anni 70 che vede torme di vecchine andare di casa in casa a chiedere "la busta" che le famiglie più fortunate preparano, alimenti e generi di prima necessita per lo più...

questa è sicuramente e fuor d'ogni dubbio una priorità sempre connessa al reddito che dobbiamo affrontare e porre come problema serio e impellente.

ora le famiglie che versano in condizioni di poverta o semi poverta sono parecchie, se si sommano queste con le famiglie in condizione di estremo disagio, "non si arriva a fine mese" per dirla alla buona, la cifra è spaventosa: si arrivano a toccare ampiamente i 14 milioni di famiglie! ovviamente lo stato liberale che garantisce la liberta di fare questo e quello è talmente misericordioso che sulla scia del grande stato liberale d'oltreoceano ha applicato una brillante e già citata soluzione anche in questo caso: la notax area, ogni commento mi sembra superfluo. ridicolo quanto offensivo questo espediente non risolve minimamente nulla visto che le tasse pagatae qui nel nostro straordinario sistema democratico non servono ad ottenere servizzi di prima necessita e sussistenza, che vengono pagati ulteriormente) ma servono solo a far ingrassare qualche corrotto o a trasferire i fondi in questioni più "importanti" a detta dei nostri beneamati politici.

quindi è necessario a mio avviso almeno trovare un modo per l'ottimizzazione del reddito di queste famiglie e credo cari compagni che non sara difficile vista la grande tradizione e competenza nella solidarieta e la cooperazione che ci contradistingue.

ancora peggio la situazione territoriale sempre connessa a questo fatto: il mezzoggiorno d'italia è per il 25% composta da famiglie in stato di poverta! anche qui ogni commento mi pare superfluo, dobbiamo cercare di capire perchè, con quali connivenze, è di chi è la colpa... trovare almeno il bandolo della matassa.

a voi la parola compagni.

[Modificato da Pertinax 02/09/2006 22.32]

Pertinax
00domenica 3 settembre 2006 14:21
Nelle dichiarazioni 2004 deve essere calcolata la no tax area. La no tax area è una fascia di reddito completamente esente da Irpef


Nelle dichiarazioni dei redditi 2004 debutta la cosiddetta “no tax area”. Entrata in vigore – insieme alle nuove aliquote Irpef - nel 1° gennaio 2003, come primo modulo della riforma Irpef, la no tax area è una parte di reddito completamente esente da tasse.

Come funziona?
In pratica, partendo dall’assunto che il reddito sul quale viene calcolata l’Irpef (detto "reddito imponibile") è determinato dalla differenza tra

REDDITO COMPLESSIVO – ONERI DEDUCIBILI = REDDITO IMPONIBILE

la no-tax area (che tecnicamente viene definita "deduzione per assicurare la progressività dell’imposizione") consiste nell’attribuzione di una ulteriore deduzione che decurta il reddito complessivo.
Così dal 1° gennaio 2003 il reddito imponibile è determinato dalla seguente differenza:

REDDITO COMPLESSIVO – ONERI DEDUCIBILI – NO TAX AREA = REDDITO IMPONIBILE

La no tax area è determinata per tutti i contribuenti dall’importo di € 3.000, a cui vanno eventualmente sommati i seguenti importi, che non sono tra loro cumulabili, riservati ai soggetti titolari dei seguenti redditi:
- € 4.500, da rapportare al periodo di lavoro nell’anno, per i titolari di reddito di lavoro dipendente ed i redditi assimilati (quali ad esempio, i redditi da collaborazione coordinata e continuativa);
- € 4.000, da rapportare al periodo di pensione nell’anno, per i titolari di redditi da pensione;
- € 1.500, per i professionisti e gli imprenditori individuali.
La somma di tali importi (€ 3.000 + € 4.500, oppure € 3.000 + € 4.000, oppure € 3.000 + € 1.500) costituisce la cosiddetta no tax area teorica, in quanto l’attribuzione della deduzione effettivamente spettante viene effettuata in base al risultato del seguente rapporto (tenendo presente che 26.000 euro è un valore predeterminato):

€ 26.000 +

no tax area teorica +

oneri deducibili –

redd. compless. –

credito imposta dividendi

Il risultato totale diviso per € 26.000


Infatti:
- se il risultato di tale rapporto è < 0 la no tax area non spetta;
- se il risultato di tale rapporto è > 1 la no tax area spetta interamente;
- se il risultato di tale rapporto è compreso tra 0 e 1 la no tax area è determinata in base al coefficiente così ottenuto troncato al quarto decimale.

La no tax area in busta paga
Se nelle dichiarazioni dei redditi la no tax area debutta quest’anno, nelle buste paga dei lavoratori è applicata dai datori di lavoro da più di un anno. Ricordiamo, infatti, che al momento dell’erogazione degli stipendi, i datori di lavoro sono tenuti a determinar e trattenere l’Irpef dovuta dai dipendenti.
Attraverso un esempio vediamo cosa accade nelle busta paga dal 1° gennaio 2003, data di entrata in vigore della no tax area.

Esempio
Si ipotizzi un dipendente che percepisce una retribuzione lorda di € 1.500 al mese per 13 mensilità.
La no tax area teoricamente spettante è pari a € 7.500 (€ 3.000 + € 4.500).
La deduzione effettivamente spettante è determinata in base al risultato del seguente rapporto:

€ 26.000 + € 7.500 – (13* € 1.500) = 0,5384
€ 26.000


la no tax area annua effettivamente spettante è pertanto pari a 0,5384 * € 7.500 = 4.038.
Ragguagliando a mese la deduzione annua si ottiene la deduzione mensile spettante che è pari a:

€ 4.038/12 = € 336,50

Il reddito imponibile mensile è pertanto pari a € 1.500 – € 336,50 = € 1.163,50 a cui corrisponde un Irpef da trattenere pari al € 267,61 (23%* € 1.163,50).
Attenzione: per semplicità si è omessa l’attribuzione delle detrazioni per lavoro dipendente e per familiari a carico.

Armando Schiavone - Dottore commercialista
Seth Gecko
00domenica 3 settembre 2006 15:14
allora, direi di analizzare le cause:

1. precarietà del lavoro
2. tasse e spese (aliquote IRPEF, ICI,condominio, affitto);
3. costo della vita sempre in crescendo corredato da una crescita non proporzionale degli stipendi

riprendendo il discorso di mario è evidente che in una grande città, con affitti elevati e spese maggiori, è impensabile mettere su famiglia se non si può contare su un reddito medio\alto.
purtroppo il problema è di difficile risoluzione; mettere al mondo un figlio e mantenerlo è diventato problematico per una grande quantitò di coppie italiane, uscire dalla casa paterna è sempre più difficile e i lavori e gli stipendi offerti sono inadeguati sia al tenore della vita odiena sia al titolo di studi raggiunti; è un luogo comune ma sono una realtà i laureati che lavorano ai call centers.
i contratti a termine sono stati lanciati per favorire lo sviluppo aziende, per creare flessibilità ma hanno raggiunto proporzioni difficilmente controllabili.
il primo passo per me è quello di favorire realmente le aziende, soprattutto le piccole e le società unipersonali; le politiche in questi anni sono state completamente inadeguate, si salvano società calcistiche, grosse imprese di stato, ma un ragazzo che voglia mettersi in proprio è costretto a pagare tutte le tasse dall'inizio che sommate agli affitti e alle spese di gestione diventano insostenibili. ogni tanto viene proposta qualche agevolazione tramite prestiti statali con interessi vicini allo 0 ma sono troppo saltuarie e insoddisfacenti.
poi dovrebbe essere tutto consecuenziale, il lavoro dovrebbe creare altro lavoro con stipendi adeguati che è una delle cause del disagio familiare.
questo era solo un aspetto ma per me il problema sta nella società stessa. volendo restare con i piedi per terra e non parlare di comunismo è innegabile che ai giorni odierni si sta verificando quello che si verificò con la società borghese ottocentesca: il sempre maggior divario tra la classe ricca e quella povera che non viene tutelata sufficientemente.
con le proposte di riforma della nostra amata moratti si stava per creare un ulteriore gap tra figli di papà e figli di imprenditori con una diversificazione delle scuole, una che preparasse al lavoro ed una alla dirigenza. credo che ho divagato ma per me il problema è appunto da ricercare nelle cause che stanno a monte
Pertinax
00martedì 5 settembre 2006 15:27
mario? breznev? nulla da dire... aspettiamo voi per andare avanti. [SM=x751524]
Breznev
00martedì 5 settembre 2006 18:50
Scusate ma in questo periodo non ho moltissimo tempo, vado a rilento anche solo a leggere...

Comunque, strettamente implicato con il reddito aggiungerei il problema della casa. Oggi, specie nelle grandi città, come già sottolineato, trovare casa è praticamente impossibile. Questo non certo per mancanza di alloggi, ma per i prezzi esorbitanti richiesti per l'affitto o l'acquisto di un immobile, prezzi, ricordiamo, alzati artificiosamente da società di compravendita di immobili in specie negli ultimi anni. La casa è un fondamento per formare una famiglia (tralasciando il voler vivere da solo). Oggi molti giovani sono costretti a subirsi contratti-capestro a tempo determinato il che significa, in pratica, che nessuna banca ti concederà mai un mutuo per poter acquistare la tua casa. L'unica, in questo caso, è avere almeno due stipendi medi con contratto a tempo indeterminato. Anche volendo ricorere all'affitto, ci si scontra con un mercato piuttosto esoso, che costringe a lasciare anche più di metà dello stipendio nelle tasche del proprietario. E qui chiedo: come può un giovane che inizia a lavorare, oggi, pensare di farsi una famiglia, avere die figli? Deve fare solo sacrifici? Deve aspettare anni prima di trovare (forse) un posto fisso? Ecco uno dei temi a cui si chiede risposta.


cane...sciolto
00giovedì 7 settembre 2006 01:55
Re:

Scritto da: Pertinax 05/09/2006 15.27
mario? breznev? nulla da dire... aspettiamo voi per andare avanti. [SM=x751524]

Scusate, appena posso mi riallaccio al discorso. Escluso questa sera, ho un sacco di impegni, doveri... io le chiamo "menate", ma appena posso mi faccio vivo!! [SM=x751530]
Pertinax
00sabato 9 settembre 2006 12:37
tutti pieni di lavoro e? [SM=x751525] come vi capisco! cmq questo fine settimana tiriamo le somme e andiamo avanti nell'analisi
Digialu GT.18
00sabato 9 settembre 2006 13:53
Che schifo.
La cosa che più mi indegna e che dovrebbe indignare anche voi è che le famiglie più povere sono al Sud.Questo conferma un affermazione del compagno Gramsci che disse che il sud "è condannato ad una condizione di povertà per un patto tra continentali".E quanto pare è così noi siamo condannati a essere relativamente poveri,qua al sud non c'è lavoro,l'istruzione decade,il lavoro che c'è non è fruttuoso.
Le cose non cambiano,che sia Gramsci a dirle o io.
Non credete alla favoletta leghista che noi del sud non prendiamo perchè non diamo,non credete alla favoletta che qua non si vuole lavorare.Siamo noi coloro che facevano funzionare le fabbriche Fiat a Torino,che emigravamo in Sudamerica o in Germania(mia madre è nata in Venezuela e mio zio in Germania),che anche se non emigravamo qua facevamo i braccianti.
Noi del sud siamo stati la base lavorativa,del Nord le imprese e fabbriche e del Sud la forza lavoro.
Digialu GT.18
00sabato 9 settembre 2006 14:33
Un problema del Sud...
Sapete cosa mi indegna ancora di più?
Ogni tanto dei TG propongono le cifre di soldi che lo stato da al Nord,Centro,Sud.
E le cifre riporatano sempre che il Sud è la parte che ne ha di meno...
..adesso vedete voi,con un economia immobile di 30 anni dietro,
un istruzione che decade e le nostre università non valgono niente,una gioventù rassegnata e che per studiare e lavorare deve lasciare la famiglia per andare al Nord,lo stato dà più soldi al Nord,semmai per fare un grattacielo di 50 piani a Milano...che servirà per sede di 10 aziende semmai,aziende che hanno tra i loro impiegati meridionali,emigrati per studiare e lavorare al Nord,perchè al Sud non c'è lavoro perchè lo Stato dà più soldi al Nord!E' tutto un ipocrita e borghese circolo vizioso!
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