[MO] Iran al voto

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Arvedui
00venerdì 14 marzo 2008 14:30
Iran al voto

Oggi in Iran è giorno di elezioni per il rinnovo dei 290 seggi del Parlamento. Come nel 2004, i comitati esecutivi locali, incaricati di valutare l’ammissibilità delle candidature sulla base della loro fedeltà ai principi della rivoluzione islamica, hanno escluso circa 2 mila esponenti; in particolare, la scure si è abbattuta sui cosiddetti ‘riformisti’ capeggiati dall’ex presidente Khatami, invisi alla fazione più conservatrice del clero sciita che domina il Consiglio dei Guardiani, il massimo organo della Repubblica islamica. La competizione è dunque circoscritta a una sola parte politica. Ahmadinejad è in forte calo di consensi e con i voti ricevuti dal suo raggruppamento verrà misurato l’indice di gradimento di cui ancora gode il presidente iraniano nell’eterogeneo blocco conservatore.

Sotto accusa è soprattutto la sua politica economica. Inflazione galoppante, razionamento del carburante, disoccupazione e malcontento di studenti e lavoratori: le promesse con cui Ahmadinejad è riuscito a conquistare la presidenza non sono state mantenute. Già alle amministrative del 2006 gli iraniani non lo avevano premiato e con il voto odierno si preannuncia un’ulteriore indebolimento, se è vero che alcuni gruppi di potere suoi sponsor gli stanno voltando le spalle. C’è chi ne mette in dubbio persino la ricandidatura alle presidenziali del 2009. Sulla politica estera, anche autorevoli rappresentanti del mondo conservatore gli rimproverano l’eccessiva aggressività che ha portato al muro contro muro con gli Stati Uniti, al discredito internazionale per gli attacchi verbali nei confronti d’Israele e alle sanzioni delle Nazioni Unite per la vicenda del nucleare; sanzioni che in tempi di crisi economica non sono state ben accolte dalla popolazione. Anche all’interno della compagine governativa, la sua linea oltranzista è stata spesso osteggiata o corretta. Ne sono un esempio, le dimissioni di Ali Larijani, il negoziatore per il nucleare, e la recente riapertura del ministro degli Esteri Mottaki ai colloqui sull’arricchimento dell’uranio con l’Unione Europea, dopo che Ahmadinejad aveva chiuso a ulteriori abboccamenti.

La delusione degli iraniani, comunque, riguarda l’intera classe politica e ciò potrà riflettersi in un alto tasso di astensionismo. La stessa Guida spirituale, Alì Khamenei, è con ogni probabilità più interessato all'esito delle elezioni americane del prossimo novembre che alle parlamentari iraniane. Il vero pericolo per Khamenei, infatti, non deriva dai candidati riformisti e, in ogni caso, a prescindere dalla sua composizione, il Parlamento non sarà mai in grado di condizionare né il potere esecutivo del presidente né tantomeno la leadership religiosa della Guida spirituale, il vertice supremo della struttura istituzionale voluta da Khomeini. E’ la prossima amministrazione americana in cima ai pensieri del regime dei Mullah. E naturalmente a Teheran fanno tifo per Obama.

Una sua vittoria nella corsa alla Casa Bianca è vista con favore da tutti, conservatori e ‘riformisti’, ma sarebbero i ‘riformisti’ di Khatami a trarne maggiori vantaggi, dal momento che nell’entourage di Obama possono contare sui dei veri e propri alleati, come Zbigniew Brezinski, Trita Parsi e Gary Sick. Non che gli obiettivi dei ‘riformisti’ differiscano da quelli della fazione più radicale di cui Ahmadinejad è espressione. Ma la loro retorica conciliante, il volto sorridente e il richiamo al Dialogo tra Civiltà, ha conquistato i cuori e le menti delle sinistre sia negli Stati Uniti che in Europa. In Italia, in particolare, ci si vanta di lavorare per non isolare l’Iran e di essere stati il primo paese ad invitare Khatami quando era presidente. La dissimulazione dei ‘riformisti’, pertanto, può risultare più efficace nell’indurre l’Occidente all’appeasement, mentre l’aggressività di Ahmadinejad a lungo andare ha irrigidito anche le posizioni di Francia e Gran Bretagna, ora favorevoli a sanzioni 'europee' nei confronti di Teheran per il suo ambiguo programma nucleare.
Hasta_La_Victoria_Siempre
00domenica 16 marzo 2008 20:31
come sono finite?
le elezioni cinesi come sono andate?
Malduin
00lunedì 17 marzo 2008 11:34
Vince ampiamente il partito di Ahmadinejad, comunque si votava scegliendo tra la zuppa ed il pan bagnato...
Hasta_La_Victoria_Siempre
00lunedì 17 marzo 2008 13:44
in cina mi sembra hanno ottenuto il 99,7 % dei voti, mi pare di aver sentito una cosa del genere
Armilio1
00lunedì 17 marzo 2008 15:01
Re:
Hasta_La_Victoria_Siempre, 17/03/2008 13.44:

in cina mi sembra hanno ottenuto il 99,7 % dei voti, mi pare di aver sentito una cosa del genere



Chi?il partito comunista?ovvio,è l'unico vero partito presentato...
Hasta_La_Victoria_Siempre
00lunedì 17 marzo 2008 15:50
Re: Re:
Armilio1, 17/03/2008 15.01:



Chi?il partito comunista?ovvio,è l'unico vero partito presentato...



però qualcuno contrario cè....

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:03.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com