INES TABUSSO
00mercoledì 7 settembre 2005 09:17
LA PADANIA
6 settembre 2005
Padellaro confronta la festa dell?UnitÀ con quella di Telese
«Mastella è stato molto furbo a chiamare l?Udc»
Direttore, non crede che la Festa nazionale dell?Unità abbia avuto un?esposizione
mediatica un po? scarsa fino ad ora?
La nostra festa dura molto più a lungo di quelle di altri partiti, e poi
i ?pezzi forti? ci sono al sabato e alla domenica e, di solito, negli ultimi
giorni. Mastella, con la sua festa dell?Udeur, è stato molto bravo nel concentrare
in pochi giorni tanti leader di tutti gli schieramenti, partendo prima degli
altri, quando ancora la politica non era uscita dalle vacanze. Comunque,
i bilanci si fanno alla fine. Lì vedremo se la Festa di Milano sarà stata
un fiasco o meno. Tenga conto, poi, che di solito la festa dell?Unità veniva
fatta in zone più calde, elettoralmente, come l?Emilia Romagna o la Toscana.
Farla a Milano è stata una scommessa.
Problema di leadership o di argomenti?
Non credo ci sia questo tipo di problema. In genere il successo o meno di
una festa si valuta sulle cifre, sugli incassi. Il fatto che sia più o meno
interessante riguarda la sfera delle opinioni. Del resto ultimamente c?è
una forte concentrazione di feste politiche. Questo è un bene senza dubbio,
ma una volta, quando c?era solo la Festa dell?Unità, la concorrenza non esisteva.
Ma lo spazio su giornali e tv avuto da Mastella non è esagerato, vista la
forza del suo partito?
Vede, il leader dell?Udeur ha giocato molto sul fatto di avere, come ospiti,
Follini e Casini. La loro presenza era, senza dubbio, mediaticamente interessante.
La scelta dell?Udc, di non dire bene cosa fare e dove andare, è molto astuta,
consente di avere, ogni giorno, i fari puntati addosso. Sì, certo, è un fenomeno
di gossip politico. Ma io non credo che la forte esposizione sui media determini
più voti. Penso alla Lega: quando ha avuto il suo primo exploit non aveva
una forte presenza in televisione e sui giornali se ne parlava pochissimo.
I partiti molto radicati, però, per prendere voti non hanno bisogno dei giornali
o di andare ogni giorni nei tg.
Quale valore crede possano avere le primarie nella definizione dei programmi
del centrosnistra?
Ci sarà un interessante apporto sul piano dei programmi. Ognuno porta avanti
le proprie istanze e spera di ottenere un forte consenso, tale da avvalorare
le proprie tesi. Ma il problema, secondo me, è vedere quanti andranno a votare
e se ci si andrà o meno con entusiasmo. Se andranno a votare almeno un milione
di persone, si potrà parlare di successo delle primarie. Se invece, stancamente,
si dovesse arrivare a 600-700 mila, sarà un insuccesso. Poi, ovviamente,
conterà vedere quanti voti prenderà Prodi. Dal 50% in su, sarà un buon risultato,
se prenderà meno voti, invece, sarà negativo. Prodi ha fortemente voluto
queste primarie per avere una legittimazione a governare e perché, durante
la legislatura, non si possa ripetere quello che accadde nel 1998, con la
caduta del suo governo e la spaccatura della sinistra.
Organizzare feste di partito è un modo ancora efficace di fare politica?
Finché ci saranno i Ds ci saranno le feste dell?Unità. Ma la nostra, rispetto
alle altre, ha un carattere popolare. Le altre invece servono solo per ottenere
visibilità. Direi che tutti i partiti popolari danno importanza, giustamente,
al contatto con la propria base.
Ma i salotti televisivi non hanno ormai sostituito, come importanza, le feste
di partito?
Per l?elettorato incerto, che non è militante, conta la politica in tv. Questo
elettorato, che poi risulta essere decisivo quando va a votare, si orienta
soprattutto in base ai dibattiti televisivi. Ma l?orientamento maggiore,
a mio avviso, è quello dato dal portafoglio. Si sta meglio o peggio di ieri?
È questo che fa decidere la gente come votare.
[Data pubblicazione: 06/09/2005]