L’indagine di Altroconsumo boccia il pollo. In laboratorio la carne è risultata piena di microrganismi, anche potenzialmente pericolosi. Critica anche il ruolo della filiera, dal produttore al distributore.
Ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli e bandire il pollo dalle nostre tavole.
Salmonella, Listeria, Campylobacter, Escherichia coli e altri batteri dai nomi meno comuni: ecco che cosa è stato trovato nei 59 campioni di carne di pollo acquistati per l’inchiesta di Altroconsumo. Tutti positivi (a un batterio o all’altro), nessuno escluso. Ma la situazione è meno grave di quello che sembra. In realtà il problema non è nuovo e ha un rimedio piuttosto semplice: per eliminare i microrganismi è sufficiente cuocere molto accuratamente la carne.
Quello che è difficile, invece, in questa situazione è individuare il colpevole. La contaminazione è un problema che riguarda l’intera filiera (dall’allevamento al punto vendita): tutti i passaggi devono essere migliorati dal punto di vista dell’igiene. I petti, i fusi e le alette (59 campioni in totale) dell’indagine sono stati comprati tra Milano e Roma in diversi punti vendita: dalla bancarella del mercato rionale, fino alla grande distribuzione, passando per la tradizionale macelleria.
Trasportati con cura in laboratorio, sono stati analizzati per verificare la qualità del loro stato di conservazione e igiene.